Una “vita irrequieta” con l’Adhd
Il libro "Strafare. La mia vita (irre)quieta con l’Adhd” di Francien Regelink. Come l’Adhd si manifesta in ciascun aspetto della sua vita.

Il libro "Strafare. La mia vita (irre)quieta con l’Adhd” di Francien Regelink. Come l’Adhd si manifesta in ciascun aspetto della sua vita.

A maggio, Uniche ma plurali ha organizzato un tour di presentazioni del libro Strafare. La mia vita (irre)quieta con l’Adhd di Francien Regelink, tradotto da Maria Cristina Coldagelli. Di questo tour, uno degli appuntamenti è stato il 19 maggio all’Università di Padova. All’incontro hanno partecipato Francien Regelink; l’interprete Ester Panunzi; Nogaye Ndiaye, scrittrice, formatrice e autrice della prefazione del libro; il prof. Giovanni Mento, docente all’Università nel Dipartimento di Psicologia e ricercatore che si occupa, tra vari temi, di Adhd. Ho partecipato all’incontro come moderatore in quanto membro del collettivo Critical Psychology, che ha organizzato l’incontro in collaborazione con le plurali.

Francien Regelink è un’autrice olandese, il cui primo libro Francien, laat je tieten nog eens zien (2016) (letteralmente: “Francien, facci vedere di nuovo le tette”) tratta principalmente di sexting da una prospettiva autobiografica. In seguito alla sua pubblicazione, Regelink ha costruito una carriera facendo incontri di educazione sessuale in scuole secondarie. Il suo nuovo libro, Strafare, racconta un altro aspetto della sua vita: l’Adhd.
Regelink è stata diagnosticata con Adhd (Disturbo da deficit d’attenzione e iperattività) a ventisei anni, e scrive questo libro per raccontare come l’adhd si manifesti in ciascun aspetto della sua vita: la carriera, le relazioni romantiche o un giro al supermercato.
Ho trentatré anni. Non sono una tipa standard. Per fare le cose preferisco seguire strade diverse, ma alla fine arrivo sempre dove voglio. A volte la logica mi sfugge, soprattutto quando le cose sono molto logiche. Quando si tratta di illogicità, invece, sono una vera specialista. E per fortuna, visto che mi ci guadagno da vivere. Spesso il mio cuore batte più forte del mio cervello. Sono sensibile, sento le cose con estrema chiarezza. Le vedo in maniera diversa. E sono, clamorosamente, me stessa. (Francien Regelink)
Il libro, originariamente intitolato DRUKS (che in olandese indica qualcuno di sempre occupato e con molti impegni ed è simile a “drugs”, ovvero droghe o farmaci) è inteso come un manuale di istruzioni per l’Adhd, specialmente rivolto al pubblico femminile. Infatti, Regelink racconta che inizialmente era delusa dal fatto che la copertina della versione italiana fosse gialla e non rosa, poiché intendeva rivolgersi principalmente alle donne con Adhd, anche se alla fine è stata piacevolmente sorpresa del successo di Strafare con entrambi i generi.
Strafare non è inteso come testo divulgativo sull’Adhd in generale, ma come racconto dell’esperienza personale dell’autrice, che sarà necessariamente diversa da quella di altri, come lei stessa sottolinea. Molta enfasi è stata posta su questo punto durante la conversazione, dato che io e Ndiaye abbiamo l’Adhd e abbiamo potuto discutere delle nostre esperienze e dei loro punti di convergenza e divergenza. Anche la presenza del prof. Mento ha contribuito a sottolineare che l’Adhd non è omogeneo e che non è possibile capire il funzionamento e le necessità di una persona sulla sola base di un’etichetta diagnostica.
Nonostante la natura personale del libro, include alcune sezioni a cura di Cathelijne Wildervanck, esperta di Adhd, che presenta alcune informazioni più generali per integrare il racconto di Regelink con le conoscenze di unə professionista della salute mentale.
Durante questo incontro, Strafare è stato il punto di partenza perfetto per una conversazione sull’Adhd oltre descrizioni cliniche e asettiche; per far incontrare le prospettive di persone con Adhd con la ricerca scientifica e discutere insieme delle nostre difficoltà e punti di forza. Emerge l’idea dell’Adhd non come solo un disturbo, ma come un modo di essere, che può essere (e spesso è) un ostacolo ma non preclude una vita soddisfacente, anzi, può essere una risorsa, con il giusto spazio.
Vi auguro di perdervi in queste pagine, di riconoscervi un po’ di più, vi auguro di ridere, perché anche nel disordine più totale c’è spazio per la leggerezza, e a volte è proprio quella a tenerci a galla. E soprattutto, vi auguro di vedere sempre più storie come questa, perché esistere davvero significa anche sapere di non essere solə. (Nogaye Ndiaye)

L. Iannazzo, che ha scritto per noi questo articolo, fa parte di Critical Psychology, collettivo fondato nel 2022 e basato a Padova, il cui obiettivo è approcciare la psicologia come disciplina scientifica e pratica di cura in modo critico e politicamente informato. Questo include mettersi in dialogo con varie esperienze e varie realtà, per analizzare a fondo la psicologia, i suoi costrutti e le sue pratiche, come è stato fatto in questo incontro.
