Sensibilizzati all’ecologia e alla sostenibilità, cerchiamo, nel nostro piccolo, di mettere in pratica i principi che salvaguardano la natura e limitano sprechi e consumo d’inquinanti.  

Ma solo vivendo una vacanza con chi ha fatto della sostenibilità il suo modus vivendi, mi sono resa conto di quanto ancora devo fare nella mia quotidianità.

Navigando in internet alla ricerca di un viaggio in barca a vela, mi salta all’occhio la proposta di Lasca la randa ®: un vela trekking nell’isola di Capraia.

Un piccolo scrigno
di natura incontaminata

E’ una piccola isola vulcanica dell’arcipelago Toscano, dove la natura è protagonista: oltre al porto e a un piccolo paesino abitato da poco più di 150 persone, non c’è null’altro se non la natura. Non ci sono strade, non ci sono macchine. Regna il silenzio.

L’isola è piccola, appena 30 km di perimetro, è rocciosa e priva di spiagge. Il territorio è tutelato per il 77%, mentre le acque che circondano l’isola fanno parte di un’area marittima protetta da regole ferree. Alla fine dell’800 divenne una colonia penale con lo scopo della rieducazione dei condannati a pene lievi. Sono ancora visibili gli edifici, ormai in disuso, che ospitavano i detenuti.

Capraia è costantemente impegnata nella difesa dell’ambiente e del mare; durante la nostra permanenza, mentre a Parigi si svolgeva il negoziato ONU per ottenere un trattato globale sulla plastica, ha ospitato la traversata simbolica in staffetta Corsica – Isola di Capraia in difesa del mare minacciato dall’inquinamento da plastica.

M’incuriosisce molto la spiegazione del progetto di Lasca la randa ® che definisce il trekking una forma culturale per stimolare il cambiamento (come stimolo a cambiare la mente), per aumentare la consapevolezza e la conoscenza della natura. Sceglie percorsi in luoghi insoliti e in periodi in cui non c’è il turismo di massa.

Il suo obiettivo è di unire piccoli gruppi di persone affini e di organizzare viaggi che rispettino il più possibile l’ambiente e limitino al massimo l’impatto con esso.

Tutta l’organizzazione è basata sull’eco sostenibilità: rigorosamente plastic free, esorta a usare solo acqua di fonte, da bere durante i cammini e, nel caso avanzi, riutilizzarla per l’igiene personale; a usare solo saponi solidi non inquinanti.

La scelta di una vacanza così strutturata ci obbliga a uscire dalla zona confort: andare il più possibile a vela, lentamente, per osservare ciò che ci circonda, sentire, valorizzare il tempo, aspettare le albe e i tramonti. Durante la navigazione ci s’impegna a raccogliere ciò che il mare restituisce (bottiglie, buste, cassette di polistirolo …), mentre si cerca di cogliere la danza dei delfini fra le onde.

Anche la proposta di cibi è all’insegna della sostenibilità: ogni prodotto consumato è a chilometri zero (olio, birra, pasta e verdure) e rigorosamente cruelty free.

Durante il trekking la nostra guida, Claudia, ci parla dell’isola ma anche dei suoi abitanti e di tutte le iniziative che hanno messo in atto negli anni per sfruttare le risorse naturali di Capraia e coltivare prodotti locali di prima qualità. Il focus non è la vacanza ma la natura e ciò che offre.

La Sunset e il mare di Capraia

Il viaggio inizia a Portoferraio. Ci imbarchiamo sulla Sunset, una bellissima barca a vela di 15 metri, guidata sapientemente dal nostro capitano Roberto. Ci sistemiamo e iniziamo entusiasti la traversata verso Capraia.

Trekking tra capre e conigli

Arrivati dopo 5 ore di navigazione su un mare tranquillo e blu cobalto, siamo pronti per il primo trekking. Dopo esserci riforniti di cibo e aver riempito le nostre borracce di acqua (al porto c’è un distributore, a disposizione di tutti gli abitanti e i turisti, completamente gratuito), iniziamo a camminare verso il Dattero, un punto panoramico, dove assistiamo a uno splendido tramonto.

Tramonto al “Dattero”

Sulla via del ritorno incontriamo dei mufloni, delle capre e dei conigli selvatici. Ci sentiamo parte dell’isola. Ritorniamo di notte sfruttando la luce della luna piena di questi giorni, chiacchierando allegramente. Il cielo è saturo di stelle che, in assenza d’inquinamento luminoso, risplendono prepotentemente.

Luna piena in rada

La mattina, dopo una buona colazione, percorriamo il secondo trekking fino alla Torre della Regina. Nel primo tratto incontriamo anche diversi vigneti curati e sistemati a terrazze; alcune aziende agricole locali. come La Piana e La Mursa, basano la loro economia sulla produzione di vino.

Torre della Regina

Il percorso è piuttosto impervio e passiamo in zone dove i gabbiani ci sfiorano con voli rasenti, un po’ minacciosi, perché proteggono i loro pulli. Arrivati alla meta, ci immergiamo nelle fresche e trasparenti acque di Capraia, cercando di evitare le numerose meduse. La giornata continua in barca: ci fermiamo a Cala Mortola e al Porto Vecchio per nuotare e vedere dal mare lo splendore delle coste dell’isola.

Trasparenze del mare di Capraia

La sera godiamo nuovamente dei sapori di Capraia e soddisfiamo la sete con la birra aromatizzata all’elicriso che ricorda la liquerizia. Gustiamo anche il formaggio di capra prodotto dall’azienda locale il Saracello, pluripremiata per la genuinità e il sapore originale  

La mattina affrontiamo la lunga camminata verso la Torre dello Zenobito da cui si osserva la Cala Rossa, la bocca del vulcano da cui ha avuto origine l’isola.

Cala Rossa

Durante il cammino s’incontra la macchia mediterranea in tutta la sua rigogliosità e varietà: rosmarino, lentisco dalle bacche rosse, corbezzolo, ginestra, erica, elicriso, cisto e tantissime altre varietà. La stagione piovosa ne ha favorito la crescita.

La permanenza sull’isola continua fino al mattino successivo quando ripartiamo alla volta di Portoferraio, motivati, maggiormente consapevoli, entusiasti  per le belle giornate trascorse insieme.

Questa è una di quelle esperienze che metterò nel cassetto della memoria e che riprenderò nei momenti di smarrimento. Chiuderò gli occhi e cercherò di ricordare il silenzio interrotto solo dal rumore del mio respiro affannato; percepirò l’odore di elicriso, sentirò il grido dei gabbiani, la carezza di una ragnatela interrotta dal mio goffo passaggio.

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