Immaginiamo il nuovo festival ARGINI come un viaggio nella diversità che Roma cela ma non nasconde nell’ipocrisia di un sorriso a denti stretti e tra le ombre del non detto che trovi in bella vista al bancone di un bar tra un caffè, una peroni e la gazzetta dello sport.

ARGINI
cose come cicalii, a fondo di Tevere divino sei loro se fai
tre passi Falcao, rincorri fantasmi e riprova
Ritrova, sul tavolo verde una scusa e l’aurora.
O Roma ti perdono sei Roma dei gabbiani, 83 sorrisi porta a porta
e nascondi avamposti e nascondi di nuovo vittorie
in silenzio, e brucia tra le dita la caccia un coltello
un involucro Pasolini dicesti, solo pensieri di Eros dicesti
rossi fanno di lama ai ventri di lupa, hai ancora sete Marcello?
E Riflessi a San Callisto a ponte Sisto sei loro se fai sei loro
Ti scongiuro essere
Sto, e te.

Argini e la poesia
lontana dal tuo sguardo

ARGINI ti racconta la poesia lontana dal tuo sguardo, o quanto meno ci prova; BLACK POST ti porta per mano a vivere la diversità di essere così simili e non riuscire ancora ad essere noi.

E allora il primo passo di questo neonato festival che punta a sovvertire la normale percezione dell’arte e dei versi in ogni loro nuova forma, non poteva che essere mosso al fianco di questo giovane movimento letterario e giornalistico che tenta con la delicatezza delle parole di farsi spazio tra le mura di paura di questa città.

Ambro, Luca, Soumaila, Kantè, Crisalida, Dao, Marcela, Vanessa, Alexandra, Bruna, Mariachiara e altri nomi in cui inciampare, senza farsi male; ma come da piccini assecondare il moto della caduta e vivere il quotidiano come una capriola senza le maschere di cartapesta, reimparando a giocare insieme.

“Nel silenzio assordante del Lock-Down sentire che non si voleva più essere una storia raccontata, ne un inserto di cronaca a cui volgere lo sguardo di paura nel vortice di pregiudizio mediatico così facile da sollevare. Ma portare la nostra verità, per quella che noi viviamo, con la crudezza con cui noi la viviamo, con i segni sulla pelle che noi portiamo; un giornale di ragazzi, italiani di seconda generazione che vogliono portare la loro voce in quei silenzi e quei vuoti non più tollerabili.”


Scrivere insieme una poesia

Nasce così Mig Generation scritto nel 2020, il libro di BLACK POST che è un po’ il primo manifesto del movimento fino a giungere alla creazione di Emi Social Lab, uno spazio culturale di condivisione e crescita sociale.

Vi aspettiamo il 16 giugno sul Lungotevere Tor di Nona per la prima giornata del Festival in compagnia, tra gli altri, di Fabio Piccolino autore di Solo Amore/ Colle Der Fomento) con cui si parlerà di diversità e underground romano e per scrivere insieme una poesia col supporto della poetessa Ilaria Giovinazzo, contaminando le nostre parole e provando a trovare dei versi che ci raccontino.

Ci salutiamo con il manifesto del Festival nel quale avremo inoltre il piacere di parlare, tra gli altri, con la direttrice di Rewriters Eugenia Romanelli.

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