Intraprendere un viaggio non è solo spostarsi in un altro luogo, ma significa soprattutto uscire da sé stessi, dalle proprie certezze per andare incontro all’ignoto, studiando il percorso e il luogo che si vuole raggiungere. È proprio partendo da qui che il viaggio si trasforma in pellegrinaggio, una delle forme di viaggio più antiche della storia, un cammino che ha radici nel bisogno dell’uomo di trovare una propria dimensione spirituale.

A pochi giorni dall’avvio del Giubileo 2025 il mio viaggio si è svolto in uno dei luoghi di pellegrinaggio più belli d’Europa, su una strada ancora oggi percorribile a piedi o in bicicletta, che ha portato nel tempo i pellegrini attraverso l’Europa. Un cammino di cultura e fede che, partendo dai paesi Baltici giunge fino a Roma: la Romea Strata.

La Romea Strata nasce come una rotta commerciale europea che dal Mar Baltico si dirama attraverso la Estonia, la Lettonia, la Lituania, la Polonia, la Repubblica Ceca e l’Austria dove, arrivati alle Alpi, si entra in Italia attraverso il Tarvisio.

La via ha visto nei secoli il passaggio di innumerevoli donne e uomini che portavano ambra, sale, ferro, seta, ma anche di menti illuminate, come Copernico, Keplero e Galileo Galilei, e fedeli di tante religioni. Questo miscuglio di saperi, conoscenze, religioni ha portato allo sviluppo lungo il percorso della cultura nel senso più ampio, anche attraverso l’arte e l’architettura. Chiese, musei, abbazie, monasteri, luoghi di ospitalità per i pellegrini, sono diventati “gli strati” che, nei secoli, hanno dato il nome di Strata alla via, in quanto culla di stratificazioni di vite e di storie.

Viaggio sul tratto italiano della via Romea Strata

Il tratto italiano della Romea Strata è un percorso lungo oltre 1800 Km, che si dirama attraverso 7 regioni toccando circa 235 comuni, costellato da innumerevoli luoghi emozionanti tra cui 40 siti dell’Unesco, mix di bellezze naturali e architettoniche, mete di grande valore religioso e simbolico uniche al mondo, che a percorrerlo tutto non basterebbero due mesi.

Il ramo principale, noto come Romea Allemagna, scende dal passo del Tarvisio attraverso il Friuli. A Concorda Sagittaria piega a ovest, proseguendo come Romea Annia; in Veneto intercetta le varianti che provengono dalla Slovenia, dall’Alto Adige, da Verona e Bassano. Poi continua in Emilia e Toscana lungo l’antica Via Romea Nonantolana Longobarda, valicando l’Appennino sul passo della Croce Arcana. All’altezza di Fucecchio si innesta nella Via Francigena, un’altra Via Romea maggiore, e la segue fino a Roma in Vaticano.

Venti sono i Miliarium inseriti ufficialmente tra i luoghi giubilari: Tarvisio, Cercivento, Venzone, Aquileia, Concordia Sagittaria, Venezia, Padova, Monselice, Rovereto, Vicenza, Verona, Montagnana, Badia Polesine, Nonantola, Fanano, Pistoia, Fucecchio, Abbadia S. Salvatore, Bolsena, Bassano Romano.

I pellegrini e il Miliarium

A piedi o in bicicletta, il pellegrino che arriva dopo aver percorso due tappe geograficamente e temporalmente consecutive, riceve un Miliarium da apporre sulla propria Credenziale del pellegrino: arrivati in Vaticano con 3 Miliarium, si ottiene il Testimonium che ufficializza il compimento del pellegrinaggio.

Grazie alla collaborazione tra la Fondazione Homo Viator – San Teobaldo, la Romea Strata e la Fabbrica di San Pietro, più di cento volontari sono attivi nella capitale e continueranno a supportare i pellegrini anche dopo il Giubileo, offrendo assistenza e guida lungo il percorso. Volontari che sono stati reclutati e formati dal team della Romea Strata attraverso un percorso personalizzato.

Per Romea Strata, dichiara Don Raimondo Sinibaldi:

“L’accordo con la Fabbrica di San Pietro è motivo di grande soddisfazione. Siamo l’unico cammino che ha saputo organizzare un servizio di volontariato stabile per i pellegrini alla meta. La nostra missione è rendere l’arrivo a Roma un momento di grande significato spirituale.”

Ed è proprio a San Pietro che ho avuto modo di conoscere uno di questi ammirabili volontari, Sergio Baldan. Sergio mi ha raccontato la sua bellissima esperienza:

“conoscevo Don Raimondo da tanto tempo e, essendo appassionato di pellegrinaggi, con un mio amico ci siamo proposti di inaugurare in qualche modo tutto il percorso dall’Estonia a Roma, ben 4.044 kilometri. Non potevamo farlo a piedi, perché ci sarebbero voluti mesi così decidemmo di percorrerlo in bicicletta. Abbiamo caricato le biciclette in aereo e siamo sbarcati a Tallinn. Era il 16 agosto, ma c’erano 12 gradi, vento e pioggia, quando abbiamo iniziato questo percorso durante il quale percorrevamo circa 130-140 km al giorno. Non sono mancate le difficoltà come qualche foratura e la rottura di un’asse della bicicletta, ma ci siamo sempre arrangiati: di contro siamo stati ripagati dalla bellezza dei paesaggi e dalla incredibile esperienza personale di poter conoscere e parlare con persone di tante nazionalità e culture.”

Rimango incantato dal racconto di Sergio, a cui brillano gli occhi mentre mi racconta la sua storia e gli chiedo quale è stata la parte più difficile del percorso e mi risponde:

“In Italia! Gli Appennini, anche perché nel nord d’Europa è tutta pianura con poche leggerissime salite”.

Cosa consiglieresti a chi vuole intraprendere questa avventura?

“È un percorso molto impegnativo, anche per il tempo. Se uno ha molto tempo può farlo tutto, ma può farlo anche a pezzi. Ma è così bella l’idea di un’Europa unita senza confini. Impensabile più di vent’anni fa quando in quei paesi c’era la cortina di ferro.”

Così, incantato e incuriosito dalla storia di Sergio, grazie ad un’iniziativa dell’Associazione Europea Romea Strata, ho percorso un tratto di questa celebre strada, il nuovo tracciato della Romea Strata in Toscana. Con loro ho camminato da Buonconvento a Montalcino (tratto di 13 km) poi fino a Castelnuovo dell’Abate, passando per l’Abbazia di Sant’Antimo e, in ultimo, ho percorso il Parco VIVO (Vivo d’Orcia) con visita al bosco dell’Ermicciolo. 

Il percorso è stata un’occasione non solo di vedere e conoscere luoghi ricchi di bellezza e storia millenaria, ma di vivere un’esperienza di profonda riflessione perché, qualunque sia il proprio percorso spirituale o la propria provenienza nel mondo, la suggestione di questi posti, ricchi di significati ed emozioni, colpisce sia il turista che il pellegrino nutrendolo nello spirito.

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