Mentre la campagna elettorale più scaciata di sempre si snoda mollemente e stancamente per arrivare al traguardo del 25 settembre, irrompe sulla scena politica una notizia che ha attirato l’attenzione di benpensanti e non, riempiendo di orrore e angosce le scarne quotidianità di tutti noi: l’amica di Peppa Pig, Penny Polar Bear, ha due mamme!!!

Lancia l’allarme Federico Mollicone, responsabile culturale di Fratelli d’Italia, e brandiscono le armi per andare alla pugna quelli di Pro Vita & Famiglia Onlus che lanciano una petizione online per impedirne la trasmissione sui canali italiani, non sia mai qualcuno si possa accorgere che esistono nel mondo le Famiglie Arcobaleno.

L’arrivo di Penny Polar Bear, nuova amica di Peppa Pig con due mamme

La considerazione più triste che mi viene spontanea è che, per mascherare la mancanza palese e generalizzata di contenuti e visioni per una prospettiva politica del nostro Paese, si utilizzi ancora come mezzo di mobilitazione delle panze degli Italiani il tentativo di evocare il fantasma della lobby del gender, bufala oramai risaputa e sdoganata dai più.

Alessia Crocini, presidente di Famiglie Arcobaleno, commenta dai suoi canali social la tragicomica notizia e lo sdegno della frangia ultraconservatrice del nostro Paese:

“la notizia che ha scosso Fratelli d’Italia e ProVita è che l’orsetta polare ha 2 mamme di cui una fa il dottore e l’altra cucina spaghetti! Incredibile!”.

La vera notizia però è un’altra: che Fratelli d’Italia e Pro Vita si siano accorti solo ora non solo che esistono le Famiglie Arcobaleno ma che il mondo dell’entertainment le sta rappresentando da oltre 10 anni senza che nessun bambino o bambina abbia sentito la necessità di effettuare una mutazione gender e diventare altro da sé.

Lasciando da parte la ricostruzione storica del tema LGBT+ nei cartoni, specialmente quelli giapponesi (ci ricordiamo che Lady Oscar viene allevata da maschio e non esprime il suo orientamento sessuale e che per raffigurarla è stato scelto come modello il giovane attore svedese che ha interpretato Tazio in Morte a Venezia? Che l’intero universo Disney antropomorfico vive nell’assenza dei genitori che inspiegabilmente hanno affidato la crescita dei loro figli a zii e zie single?), andiamo a ritroso per vedere quali tra le ultime puntate si siano persi Fratelli d’Italia e Pro Vita.

Iniziamo da Frozen, cartone Disney di enorme successo uscito nel 2013 sugli schermi mondiali. Quando Anna e Kristoff arrivano, cercando Elsa, alla locanda Oaken’s Trading Post fanno la conoscenza di un simpatico avventore che successivamente, in modalità dico/non dico, saluta, ricambiato, la sua famigliola (marito/compagno e 4 pargoli) intenta in una rigenerante sauna con un innocente Hi family!

La scena di Frozen presso la “Oaken’s Trading Post”

Poi è stata la volta della Dottoressa Peluche, cartone, sempre della Disney, in cui una bambina nera esercita la sua passione per la medicina riparando giocattoli con successo. In uno degli episodi, che troviamo sotto commentato da una famiglia arcobaleno americana (ascoltate la bambina perché ritiene importante ritrovare una famiglia come la sua in un cartone), uno dei giocattoli appartiene a una bambina con due mamme. Pensate un po’!

L’episodio di Dottoressa Peluche con una famiglia arcobaleno

Uscendo dal territorio dei cartoni, è ben dal 2009 che la serie ultrapremiata Modern Family ospita, tra le altre famiglie, quella di Mitch e Cam, coppia gay genitori adottivi di una bambina vietnamita che cresce con il passare delle stagioni insieme a tutti gli altri personaggi.

Altro scandalo, estivo stavolta, quello del bacio lesbico presente dentro Lightyear: la vera storia di Buzz, nuovo capitolo disney della saga di Toy Story, in cui due compagne di Buzz nella avventure intergalattiche personaggi, Alisha e Kiko, si scambiano un casto bacio.

Vi racconto un piccolo episodio personale: prima dell’estate ero in parrocchia in una riunione per la condivisione di suggerimenti da proporre al Sinodo e un signore single settantenne ha segnalato come priorità assoluta quello di combattere il gender proprio citando il bacio nel cartone di Buzz. Non sono riuscito neanche a replicare tanto era verace la sua preoccupazione e avendo capito che questa paura era fondativa per la sua identità che, venendo meno la paura stessa, si sarebbe disgregata.

Il bacio tra Alisha e Kiko in “Lightyear: la vera storia di Buzz”

E potremmo continuare all’infinito, scrivendo pagine e pagine, attingendo a vari universi tra comic, cartoon e serie tv (non basterebbe un solo capitolo per parlare di come è inclusivo e diverso l’universo descritto da Shonda Rhimes).

Vorrei invece ora cercare di fare il punto sul perché è importante che il mondo dell’entertainment esprima la diversità delle esistenze in tutte le sue forme.

Si tratta del principio dell’immedesimazione, quello che fa sì che una persona si senta cittadino o anche consumatore (qui l’interesse della Disney per una raffigurazione sempre più inclusiva e variegata per etnia, età, disabilità, orientamento sessuale, gender power…) se vede risuonare in ciò che vede, in ciò che sente, in ciò che vive, quindi, tutte le dimensioni della sua esistenza, nessuna esclusa. Dobbiamo ritrovare la nostra dentiera e non dobbiamo ritrovare la nostra famiglia? Perché mai?

Ne sono testimonianze le reazioni delle bambine nere nel vedere il teaser del live action de La Sirenetta che sarà interpretata dalla nera Halle Bailey (criticata nel ruolo non solo perché nera ma anche perché troppo vecchia).

La commozione delle bambine nere nel vedere Halle Bailey interprete de La Sirenetta

Il mondo dei, media, nel processo di immedesimazione, svolge un ruolo fondamentale perché consente, appunto, di rispecchiarsi nelle storie che fruiamo anche al di fuori del microcosmo famigliare. Pensiamo a come sia importante per un ragazzo gay, una ragazza lesbica, dei ragazzi e delle ragazze trans, poter vedere narrate storie che parlino della loro vita, laddove la loro vita non si rispecchia neanche in quella del proprio nucleo famigliare.

In questo senso vorrei rassicurare Meloni, Mollicone e i simpatici amici di Pro Vita: l’amica di Peppa Pig, Penny Polar Bear, non irrompe sulle scene dei cartoni infantili per far diventare lesbiche le loro figlie o gay i loro figli.

Penny Polar Bear esiste perché i bambini e le bambine delle Famiglie Arcobaleno, che esistono oggi, qui, in questo momento, possano vedere rappresentata anche la loro famiglia, oltre a tutte le altre tipologie di famiglie.

Il bacio lesbico in Lightyear non serve a fare diventare lesbiche le bambine ma magari a far comprendere meglio la storia e la vita di una zia lesbica!
E’ il principio dell’espressione plurale che, essendo democratico, non esclude nessuno ma anzi valorizza il tesoro rappresentato dall’esistenza di ciascuno di noi!

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