L’intelligenza artificiale (identificata in genere come AI) sta cambiando radicalmente il modo di fare marketing e l’area di maggior impiego, come si può immaginare, è quella della relazione con l’utente. Viene infatti utilizzata per indagare le abitudini del consumatore, per fornirgli contenuti personalizzati, per prevedere i comportamenti di acquisto o per migliorare i servizi di assistenza.

Il binomio intelligenza artificiale-marketing viene concretizzato dall’Artificial Intelligence Marketing, la disciplina che unisce tecnologie dell’intelligenza artificiale (machine learning, natural language processing e deep learning) a tecniche matematiche/statistiche (come quelle delle reti bayesiane) e ad altre utilizzate nel marketing comportamentale (behavioral marketing) per convincere le persone a rispondere a una determinata call to action: compiere un’azione, acquistare un prodotto o accedere a un servizio.

Grazie all’analisi di un’enorme quantità di dati, questo settore cerca di migliorare la comprensione del target e del mercato, di identificare le strategie di comunicazione/vendita più efficaci allo scopo di affinare le tecniche di persuasione e suggerire all’utente le azioni da intraprendere.
L’obiettivo? Intercettare, e spesso anticipare, gli interessi e i bisogni del consumatore, orientandone il comportamento. Il tentativo è quello di convincerlo a trasformare la sua visita al sito web in una conversione, che può essere l’iscrizione alla newsletter, la compilazione di un modulo standard, il download di un file, l’acquisto di un prodotto, la richiesta di un preventivo e molto altro

Grazie ai chatbot (software che simulano le conversazioni umane) o agli assistenti digitali/virtuali (un tipo avanzato di chatbot) il cliente vede esaudita la sua richiesta in tempi brevi. Si tratta di software in grado di eseguire azioni o fornire servizi agli utenti basandosi su comandi recepiti attraverso sistemi di elaborazione del linguaggio naturale. I chatbot possono rispondere a domande di base, tracciare gli ordini e aiutare a risolvere semplici problemi e sono sempre più utilizzati come primo livello di contatto con il cliente tramite il customer care aziendale.
I sistemi più evoluti, invece, sono capaci anche di comprendere tono di voce e contesto del dialogo, memorizzando e riutilizzando le informazioni raccolte nel corso di una conversazione. Grazie a sistemi come Siri di Apple, Alexa di Amazon o Google Now di Google, la ricerca vocale si è fatta strada nell’immaginario collettivo ed è diventata una delle tecnologie dell’IA più apprezzate.

La celebre formula “Se ti è piaciuto questo, allora potrebbe piacerti anche…” è una raccomandazione sui contenuti che troviamo su molti siti web. Tali raccomandazioni, usate nei servizi di video, musica o nell’eCommerce, cercano di indirizzare le preferenze, gli interessi e le decisioni dell’utente, basandosi sui suoi gusti e sulle informazioni che lui stesso ha fornito in maniera diretta o indiretta o grazie alle sue ricerche su web. Tali consigli si basano sull’IA che, analizzando i dati sul comportamento delle persone, riesce a determinare cosa è più probabile che vogliano fare in seguito.

L’Artificial Intelligence ha migliorato molto la user experience (le emozioni, le percezioni e le reazioni che una persona prova quando si interfaccia con un prodotto o servizio) poiché in grado di offrire un’esperienza personalizzata per ogni tipologia di utente.
Nel rapporto con un’azienda, per esempio, ciò che il cliente cerca è la rapida risoluzione dei problemi e i tempi brevi di risposta. Con l’introduzione dei chatbot, disponibili 24/7, si possono ridurre i tempi di attesa delle chiamate del servizio clienti e aumentare decisamente la soddisfazione del consumatore.

Fondamentali per il content marketing sono i contenuti di valore, che scritti in ottica SEO (Search Engine Optimization) vengono indicizzati dai motori di ricerca.

Grazie all’Artificial Intelligence, capace di analizzare il comportamento degli utenti, esaminare le pagine web e studiare il giusto posizionamento del contenuto, lo user può trovare facilmente ciò che cerca.
I sistemi di analisi avanzata dei dati, il riconoscimento di immagini e video, la comprensione del linguaggio naturale, la correlazione di eventi, le tecniche di autoapprendimento basate su sistemi di Machine Learning consentono all’IA di creare e proporre il contenuto migliore per una specifica strategia di content marketing, migliorando le performance del contenuto e confrontandolo con altri simili.
La realizzazione automatica di contenuti, e la loro presentazione nel momento ottimale a un target di pubblico corretto, è uno dei settori dell’Artificial Intelligence Marketing più promettenti: il lavoro svolto dai professionisti del digital marketing ora può essere fatto, in modo più veloce, dinamico e preciso, da un cervello elettronico.

La tecnologia ha reso possibile anche vendere e acquistare spazi pubblicitari online in maniera totalmente automatizzata. Il “programmatic advertising” consente di individuare l’utente a target registrandone l’azione tipo: in base alle informazioni ottenute, vengono acquistati in modalità automatizzata gli spazi pubblicitari. Gli algoritmi di machine learning sono capaci di analizzare l’identificazione del target di riferimento e l’analisi di propensione degli utenti a compiere una determinata azione al fine di distribuire gli annunci pubblicitari in modo più mirato.

L’Artificial Intelligence ha consentito anche l’automazione di attività online ripetitive, lo sviluppo di campagne di email marketing e il tracciamento delle attività di clienti attuali e potenziali. Grazie ai software di marketing automation le aziende possono controllare e misurare le attività di digital marketing per gestire e ottimizzare la demand generation, ossia il processo d’acquisizione e gestione dei potenziali clienti fino al momento della loro trasformazione in clienti effettivi.

Questi sono solo alcuni esempi dei campi di applicazione dell’intelligenza artificiale e delle sue infinite risorse. Sono convinto che sia, e sarà sempre di più, un ottimo strumento per capire meglio bisogni e desideri del consumatore, un’arma indispensabile che un’azienda o il libero professionista possono utilizzare per fare un passo avanti nel futuro del marketing digitale.

Per approfondire questo tema ed avere una visione più ampia dell’argomento, il mio suggerimento è di partire dalle analisi di Struhl, Mandelli e Di Fraia; li ritengo un’ottima base di partenza.

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