Un genio. Non c’è appellativo migliore per definire Frank Zappa, musicista, compositore, direttore d’orchestra, straordinario creatore, uno dei più grandi musicisti nella storia del Novecento, uno dei pochi in grado di mescolare ogni genere, ogni stile, ogni suono, facendolo diventare proprio.

Non c’era musica alta e bassa, non c’era divisione tra musica classica e rock, nell’universo di Frank Zappa, c’era solo il gusto della creazione, della composizione, dell’improvvisazione, accanto a quello dello sberleffo e della provocazione.

Libertario e inarrestabile, Frank Vincent Zappa era nato a Baltimora, il 21 dicembre 1940, e iniziò a suonare la batteria e la chitarra quando era alla Antelope Valley High School ma è il 1964 l’anno in cui Zappa dà vita ad un gruppo chiamato The Muthers, il cui nome diventa The Mothers e quindi, nel 1966, dopo che la band firma il suo primo contratto discografico con la Verve, The Mothers Of Invention, (nome ispirato ironicamente alla festa della mamma e figlio di una colta citazione “La necessità è la madre dell’invenzione”).

Ed è con questa sigla che Frank Zappa pubblica nel luglio dello stesso anno, il suo disco d’esordio, Freak Out, un vero e proprio manifesto della musicalità creativa e sui generis del musicista americano, che fotografa quanto l’artista americano ed il suo gruppo proponevano all’epoca in concerto, con audaci happening e testi estremamente provocatori.

Dopo la pubblicazione del secondo album, Absolutely Free (ampiamente censurato dalla casa discografica per i temi sessuali trattati nei testi, ed appositamente rimissato per rendere difficilmente intelligibili le parole proibite), Frank Zappa realizza una feroce presa in giro della psichedelia hippy di quegli anni, e soprattutto dei Beatles, pubblicando We’re Only In It For The Money, con una copertina che riprende quella di Stg. Pepper del quartetto inglese.

Frank Zappa rifiuta mode ed etichette

Nonostante il suo rifiuto di ogni tipo di etichetta, Frank Zappa diventa il re della controcultura statunitense, attraverso performance, dischi, persino poster (il più celebre dei quali lo ritrae seduto sul gabinetto del suo appartamento). Nel 1968 rompe il contratto con la Verve: è solo l’inizio di una lunga guerra con la discografia ufficiale che continuerà per molti anni e che porterà Zappa prima a lavorare con due etichette da lui gestite per la Warner Bros, la Bizzarre e la Straight, e poi a creare, molti anni dopo, la Zappa Records e quindi una sua casa discografica, la Barking Pumpkin.

Le Mothers of Invention proseguono la loro multiforme attività fino al 1970, quando Frank Zappa scioglie il gruppo “stanco del pubblico che ai concerti applaude sempre al momento sbagliato”. L’ ultima uscita pubblica della band è del maggio dello stesso anno, un concerto all’Ucla Pavilion con l’Orchestra Filarmonica di Los Angeles diretta da Zubin Metha.

Il nuovo corso degli anni ’70

Il Frank Zappa degli anni Settanta è accolto tiepidamente dal pubblico e dalla critica, anche se sarà un periodo molto prolifico (sei album in tre anni): i dischi ottengono un debole successo ed i concerti non vanno molto meglio, fino al disastroso tour del 1971 in Europa, quando la band perde l’intero equipaggiamento in un incendio al Casino di Montreux (episodio che ispirò la celebre Smoke on the water dei Deep Purple), e che si conclude con il ferimento di Frank Zappa durante un concerto a Londra.

Gli anni Settanta e Ottanta offrono innumerevoli testimonianze del suo stile eclettico: negli album pubblicati a raffica si trovano parodie rock, goliardia eversiva, musica atonale, scherzi e doppi sensi, monumentali opere per chitarra, teatro musicale, concerti sempre diversi, tutti ricchi di quell’inventiva straordinaria e coinvolgente che ha sempre caratterizzato la sua opera.

Dopo essere stato premiato in Francia con la Legion d’Onore dal ministro Jack Lang, Frank Zappa nel 1990 fu invitato in Cecoslovacchia dal presidente Vaclav Havel, suo devoto ammiratore, che offrì al musicista un ruolo di ambasciatore culturale, osteggiato dal Dipartimento di Stato americano.

Personaggio impossibile da rinchiudere all’interno di un movimento o di un etichetta, spesso polemico con il mondo del rock, Zappa ha offeso nel corso degli anni, con la sua satira, più o meno tutti, ma ha svolto una lunghissima battaglia contro la censura, e soprattutto contro il Parents Music Resource Center, l’associazione guidata dalla moglie del vicepresidente degli Stati Uniti Al Gore, Tipper Gore.

Nel 1991 Frank Zappa decise addirittura di presentarsi come candidato indipendente alle elezioni presidenziali americane: “Potrei mai fare peggio di Ronald Reagan?” è il suo slogan, ma la campagna elettorale in realtà non iniziò mai: invitato a partecipare ad un concerto-tributo in suo onore intitolato Zappa’ s Universe, nel novembre del 1991, il musicista non si presentò in scena.

I figli maggiori, Moon Unit e Dweezil (Zappa ha altri due figli, Ahmet e Diva), spiegarono l’assenza del padre dando l’annuncio della sua malattia. L’ultima apparizione dal vivo di Frank Zappa è stata quella con l’Ensemble Modern, a Francoforte, per l’esecuzione di The Yellow Shark, nel settembre ’92, poco prima della sua scomparsa.

Ha lasciato un vuoto enorme nel mondo della musica, che senza di lui è diventata, comunque, un po’ più, tristemente, normale.

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