A un passo dal limite: i comportamenti alimentari borderline. Video intervista con Costanza Mignanelli
Costanza Mignanelli ci parla di comportamenti alimentari borderline, quelli che rischiano di rimanere sottotraccia.
Costanza Mignanelli ci parla di comportamenti alimentari borderline, quelli che rischiano di rimanere sottotraccia.
La nostra blogger Costanza Mignanelli attinge alle esperienze raccolte intervistando ragazz3 e famiglie alle prese con un DCA per accompagnarci attraverso la complessa geografia dei comportamenti alimentari borderline. Soprattutto quelli che, a differenza dell’anoressia che si vede, rischiano di rimanere sottotraccia o addirittura di essere scambiati per normali in una società che spinge al culto esasperato della forma fisica.
Ecco allora la bulimia e le abbuffate compulsive, in cui dopo l’occasionale cedimento al fisiologico senso di fame scatta un senso di colpa che spinge a punirsi con il digiuno o con il vomito; ecco l’ortoressia, la mania del mangiare solo gli alimenti giusti pesando fino all’ultimo grammo di carboidrati, e la vigoressia, la continua attività fisica praticata per smaltire le calorie, alla ricerca del corpo iper-tonico senza un filo di grasso. Il crinale tra attenzione alla forma ed esordio di una patologia vera e propria è sottile, e a percorrerlo sono oggi anche persone a malapena adolescenti.
Se i DCA sono sempre meno un problema esclusivamente femminile (anche se tuttora sono in prevalenza donne e ragazze a soffrirne) è anche vero che gli stereotipi di genere continuano a farsi sentire, soprattutto nella polarizzazione delle immagini ideali di sé che ossessionano chi ne è affetto: il maschio deve essere forte, la femmina deve essere magra.
Per questo gli uni sono più vulnerabili alla deriva verso la vigoressia, le altre a bulimia e anoressia. Ma quale che sia la forma in cui si manifesta, conclude Costanza, alla radice di un rapporto distorto con il corpo e con il cibo c’è sempre un vuoto emotivo, una ricerca d’amore e di sicurezza in sé stess3 proiettata su un oggetto-feticcio, in questo caso il cibo.
Educazione alimentare e salute mentale dovrebbero essere insegnate a scuola come la storia e la geografia, conclude la nostra blogger. Ma prima di tutto dovremmo imparare a prenderci cura di noi stess3 e ad amarci davvero, con la giusta misura.
ASCOLTA IL PODCAST