Sono sempre stato affascinato dalla fotografia, soprattutto quella in bianco e nero, forse per la mia professione di musicista o per la mia passione per il cinema che inevitabilmente mi ha portato vicino all’immagine come elemento artistico. Oggi vi vorrei parlare della mostra Amazônia di Sebastião Salgado che ho appena visitato a Trieste presso il Salone degli Incanti e che potrete visitare fino al 13 ottobre. 

Innanzi tutto vorrei consigliare per chi non conoscesse ancora questo straordinario fotografo il documentario sui suoi principali lavori e sulla sua vita dal titolo Il sale della terra con la regia di Wim Wenders. A seguire guarderete le sue fotografie con occhi e cuore diversi.

Amazônia. I paesaggi dell’Amazzonia prendono vita

L’esposizione Amazônia è un’ode visiva all’immenso polmone verde del nostro pianeta. Attraverso l’occhio sensibile di Salgado, i paesaggi selvaggi e incontaminati dell’Amazzonia prendono vita in una sinfonia di colori e forme, si, anche in bianco e nero percepirete colori profumi e musica che incantano lo spettatore con la loro maestosità ancestrale.

Le immagini catturano l’essenza primordiale di questa regione del Brasile, rivelando la complessità della sua biodiversità e l’interconnessione tra gli esseri viventi che la abitano. Con un’arte che sfida il tempo, Salgado ci invita a riflettere sulla fragilità di questo prezioso ecosistema e sull’urgente necessità di preservarlo per le generazioni future. In una sua intervista racconta:

“Il mio desiderio, con tutto il cuore, con tutta la mia energia, con tutta la passione che possiedo, è che tra 50 anni questa mostra non assomigli a una testimonianza di un mondo perduto. L’Amazzonia deve continuare a vivere – e, avere sempre nel suo cuore, i suoi abitanti indigeni.”

Oggi vi racconto questa mostra in quanto è strettamente legata alla musica attraverso la collaborazione di Salgado con il compositore Jean-Michel Jarre. 

Percorrerete la mostra accompagnati da composizioni immersive scritte appositamente per l’esposizione dedicata all’Amazzonia che fa rivivere i suoni della foresta pluviale più vasta al mondo. 

La musica principalmente è basata da suoni della foresta come il sussurro dei rami e delle foglie degli alberi, il canto degli uccelli e il suono delle acque. Inoltre potrete anche ascoltare la voce e i canti degli indigeni provenienti dagli archivi sonori del Museo di Etnografia di Ginevra.

La mostra. La musica scritta ad hoc

All’interno del Salone degli Incanti di Trieste inoltre troverete due Sale con delle proiezioni, nella prima immagini suggestive di boschi e natura scorrono accompagnate dall’opera Erosão del compositore brasiliano Heitor Villa-Lobos (1887-1959). Il grande compositore brasiliano è molto noto anche per le sue opere magistrali dedicate alla chitarra. 

Nell’altra sala sono esposti ritratti di donne e uomini indigeni con una musica scritta ad hoc dal musicista brasiliano Rodolfo Stroeter.

Vi consiglio di visitare la mostra con calma, in circa due ore, e vi porterà in un mondo prezioso e sconosciuto.

Buona visita e come sempre buona musica!

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