La menopausa è un evento importante nella vita della donna che determina una pausa ormonale in grado di accelerare i processi di aging. Per questo motivo è fondamentale intervenire già ai primi sintomi di climaterio per preparare un terreno ormonale adatto.

Era l’inizio del XX secolo quando Ernest H. Starling, del Royal College of Physicians di Londra, definì il concetto di ormone come

“un composto chimico che circola nel sangue per raggiungere un determinato organo capace di rispondere”.

Si era aperto il grosso capitolo dell’endocrinologia, ovvero la scoperta di possibili secrezioni interne in grado di dialogare a distanza con organi e cellule.

Nei decenni successivi si cominciò a parlare di un sistema endocrino, cioè a secrezione interna, distinto da un sistema esocrino, cioè a secrezione verso l’esterno.

Dall’idea degli ormoni come sostanze stimolatrici si passò poi al concetto di messaggeri e informatori chimici. E oggi il concetto si è allargato a un sistema PNEI, cioè psico-neuro-endocrino-immunitario. Quattro sistemi interconnessi che con messaggi e informazioni determinano l’equilibrio del sistema biologico umano e ne determinano l’aging, ovvero i processi di invecchiamento

L’importanza degli ormoni

La storia della scoperta e sperimentazione degli ormoni si lega alla sessualità maschile e femminile. Le maggiori scoperte in questo campo avvennero tra il 1925-1935. In contemporanea agli studi sull’ormone testicolare maschile si approfondirono le ricerche sugli estrogeni, stimolatori dell’estro.

La commercializzazione degli estrogeni fu inizialmente fatta con l’estrazione degli stessi dall’urina di donne gravide e successivamente dall’urina di giumenta gravida che ne contiene 40 volte di più.

Una conquista fondamentale del movimento femminista americano fu spingere e finanziare le ricerche sulla messa a punto della pillola anticoncezionale che avrebbe determinato la liberazione sessuale. 

Già nel 1931 il ginecologo austriaco Haberlandt aveva proposto l’idea di usare gli ormoni come anticoncezionali, ma fu completamente ignorato dal mondo scientifico maschilista.

Gregoy Pincus, grazie ai finanziamenti del movimento femminista americano di Margaret Higgins Sanger, sopra menzionato, in collaborazione con John Rock, famoso ginecologo statunitense, iniziò a sperimentare un farmaco che inibendo l’ovulazione funzionasse come contraccettivo. Non essendo possibile effettuare le sperimentazioni in America per il moralismo dominante furono costretti a farle a Porto Rico sulle donne locali.

I risultati furono positivi e tali da proporne la produzione alla farmaceutica Searle nel 1956. Non si poteva però ancora parlare di pillola anticoncezionale e fu quindi messa in commercio come regolatrice del ciclo mestruale.

La pillola: conquista sessuale
della donna

La commercializzazione ufficiale come pillola anticoncezionale col marchio di Enovid avvenne il 9 maggio del 1960, data di approvazione da parte della FDA.

La grande conquista sessuale della donna si era realizzata.

Torniamo a un periodo altrettanto importante per la donna: la menopausa. Cosa ci propone la scienza: la TOS, ovvero la terapia ormonale sostitutiva in forma combinata o sequenziale in cui vengono utilizzati fondamentalmente due ormoni: estrogeni di derivazione equina e progestinici che mimano gli ormoni umani. 

Ma la TOS è rifiutata in Italia da un gran numero di donne, sia per paura del cancro al seno, sia per naturale diffidenza verso gli ormoni chimici.

La terapia con ormoni bioidentici

A favore delle donne da alcuni anni è possibile utilizzare la terapia con ormoni bioidentici ovvero identici a quelli secreti dal sistema endocrino femminile. Con i bioidentici non si è vincolati a solo estrogeni e progesterone, ma abbiamo a disposizione ben otto ormoni: pregnenolone, dhea,  testosterone, 17 keto dhea, beta estradiolo, estrone, estriolo e progesterone dosabili in base alle esigenze individuali di ogni donna.

Il tutto per contrastare i sette fenomeni fondamentali dell’aging:

  • 1.    la Sindrome vasomotoria
  • 2.    la Distrofia genito-urinaria
  • 3.    le Modificazioni cutanee e mucose
  • 4.    i Sintomi psicologici
  • 5.    le Modificazioni della sfera sessuale
  • 6.    le Modificazioni metaboliche del tessuto osseo
  • 7.    le Modificazioni metaboliche del profilo lipidico

·      La Sindrome vasomotoria con le fastidiosissime caldane.

·      La Distrofia genito-urinaria con riduzione di volume del clitoride, che lascia il glande scoperto e facilmente irritabile e sensibile a qualsiasi stimolo, il tutto aggravato dalla perdita di lubrificazione. Si ha anche un accorciamento della vagina con perdita di elasticità e secchezza. Il tutto spesso accompagnato da frequenti infezioni batteriche e cistiti.

·      Le modificazioni cutanee e mucose caratterizzate da secchezza ed invecchiamento dei tessuti.

·      I sintomi psicologici con facile depressione e deficit mnemonici. Non è un caso che la demenza dopo i 65 anni di età colpisca in maggior misura il sesso femminile, risparmiando più facilmente le donne obese che, avendo più alta produzione estrogenica dal tessuto adiposo, sono parzialmente protette. Se da un lato l’obesità protegge dalla demenza senile, dall’altro il grasso porta alla produzione di estrogeni cattivi capaci di innescare tumori al seno.

·      Le Modificazioni della sfera sessuale con calo a volte significativo della libido.

·      Le Modificazioni metaboliche del tessuto osseo che portano nei primi 10 anni dall’inizio della menopausa ha un decremento notevole di massa ossea di cui una minima parte è dovuta al processo dell’aging (0,5-1% annuo), mentre circa il 3% alla caduta ormonale estrogenica.

· Le Modificazioni metaboliche del profilo lipidico: il deficit estrogenico influenza il metabolismo lipidico con un viraggio verso un profilo lipidico più aterogeno (aumento dei livelli di LDL, dei trigliceridi e diminuzione di HDL). Nella menopausa la dislipidemia e l’aumento del grasso viscerale incrementano anche il rischio di sviluppare la sindrome metabolica e malattie cardiovascolari. Alti livelli di insulina e glucosio, dovuti all’insulino-resistenza, sono una delle maggiori componenti della sindrome metabolica e dell’avanzare dell’aging.

L’associazione dei principi ormonali bioidentici è il modo migliore per assicurare alla donna una rete bilanciata di supporto endocrino che supporta il deficit ovarico ma anche quello surrenalico e tiroideo.


Il pregnenolone: l’ormone madre

A cominciare dal pregnenolone considerato ormone madre precursore del DHEA e di tutti gli altri bioidentici. Con esso si regolarizza il tono dell’umore e il normopeso, si contrasta i deficit cognitivo e di memoria attraverso un’azione protettiva sul sistema nervoso.

Il Dhea che spesso si associa al pregnenolone si ottiene da due piante: la dioscorea ed il tribololo. La sua diminuzione si correla a insonnia, dolori articolari, calo del tono muscolare e della densità ossea, deficit cognitivo e alterazioni del tono dell’umore. 

I livelli di dhea nel sangue sono destinati a calare con l’età e non c’è nessuna terapia classica sostitutiva della menopausa in grado di incrementarlo ad eccezione del tibolone. Quindi l’utilizzo di Dhea come bioidentico è fondamentale per  prevenire la sindrome ipoandrogenica tipica del passaggio menopausale

Il DHEA contribuisce inoltre alla produzione di neurotrasmettitori, come la dopamina e l’acetilcolina, agendo con beneficio sull’umore.

Altri vantaggi della terapia con DHEA è la diminuzione del grasso viscerale e del grasso sottocutaneo, e un incremento significativo della sensibilità insulinica dopo sei mesi di terapia.

Purtroppo in questi giorni stiamo vivendo un momento critico in Italia per questo ormone perché ne è stata vietata la preparazione per le qualità dopanti. Tutti i bioidentici non sono infatti in vendita nelle farmacie ma vengono allestiti su ricetta medica Magistrale in laboratori di farmacie specializzate in compresse orosolubili, in capsule, in  creme trans-cutanee o trans-mucose e in ovuli vaginali.

Un sostituto ottimo del DHEA per donne che abbiano avuto un tumore al seno o ne abbiano una predisposizione genetica è il 7 keto-dhea.

La principale differenza fra DHEA e 7 keto-dhea è che il primo si converte in estrogeni e testosterone, mentre il secondo non si converte in ormoni sessuali.

Iil 7 keto-dhea è preferibile al DHEA in donne con problemi di iperandrogenismo, con acne, irsutismo, alopecia androgenetica, 

Il testosterone e la perdita di libido

Il testosterone  è un altro importante bioidentico utile per la perdita di libido, si utilizza in crema topclick sul clitoride, un tubo in grado di dare sempre la dose esatta di sostanza. Lo stesso Dhea può essere sufficiente per i cali di desiderio in quanto si trasforma esso stesso in testosterone.

Sempre nel repertorio dei bioidentici abbiamo l’estriolo, un ormone debole e sicuro prodotto dalla donna in gravidanza, completamente diverso dal più aggressivo beta estradiolo. Inoltre il progesterone bioidentico è tutt’altra cosa dai progestinici di sintesi. Essi infatti non hanno lo stesso effetto del progesterone naturale a livello recettoriale.

Il medrossiprogesterone acetato è considerato teratogeno ed è controindicato nel primo trimestre di gravidanza, al contrario, il progesterone naturale vaginale è utilizzato in gravidanza per sostenerne il decorso ed è utilizzato come antiabortivo.  È chiaro dunque che le due molecole hanno effetti molto diversi nell’età fertile.

Attraverso la prescrizione degli ormoni bioidentici che va sempre fatta da medici specializzati nel settore è possibile armonizzare ogni funzione ormonale femminile non solo in menopausa ma anche in altre situazioni

Essi possono essere formulati a dosaggio molto basso e somministrati con timing modulabile, dunque mimare i livelli ormonali ritenuti fisiologicamente normali. Gli ormoni bioidentici possono essere di pura sintesi, da semisintesi di matrice vegetale o da estrazione da matrice animale

La terapia con ormoni bioidentici non è unicamente indirizzata alla menopausa ma in ginecologia endocrinologica è destinata alla cura di altri aspetti del femminile, ad esempio l’oligomenorrea, l’amenorrea, le alterazioni del ciclo fertile o anche semplicemente la sindrome pre-mestruale.

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