Beulah Louise Henry, la Lady Edison del XX secolo
Un docufilm, "The Uncommon Story" e un libro per bambini "Beulah has a hunch!" celebrano la mente eccezionale di Beulah Louise Henry.
Un docufilm, "The Uncommon Story" e un libro per bambini "Beulah has a hunch!" celebrano la mente eccezionale di Beulah Louise Henry.
In un’epoca fortemente maschilista, essere soprannominate Lady Edison quale riconoscimento per le numerose invenzioni, rende Beulah Louise Henry una donna speciale. Le sue colleghe dell’epoca hanno dovuto spesso cedere i diritti delle loro invenzioni a uomini che le hanno liquidate con pochi spiccioli, Beulah invece, alla fine della sua carriera, conterà una cinquantina di brevetti internazionali e centodieci invenzioni.
Nata nel North Carolina da un avvocato e oratore e da una casalinga, Beulah si distinse subito per la mente acuta sempre alla ricerca di soluzioni pratiche e geniali per risolvere i problemi e rendere le cose più semplici. Ebbe inoltre la fortuna di poter godere del supporto dei genitori che la aiutarono a brevettare le sue geniali invenzioni.
La sua prima invenzione fu un congelatore per gelato che funzionava con un uso minimo di ghiaccio. Questo primo brevetto rifletteva tutti i tratti distintivi di un’invenzione di Beulah Louise Henry: versatilità, efficienza, economia e facilità d’uso, qualità che avrebbero contraddistinto i suoi prototipi nei decenni successivi.
La sua seconda invenzione, un ombrello con rivestimenti facilmente intercambiabili per abbinare l’abito di una donna, si trasformò presto in una realtà commerciale e di successo. Fondò un’azienda a New York City che divenne quindi la sua residenza permanente.
Inventò giochi per bambini, precedendo le richieste del mercato, creò la prima bambola con le braccia flessibili, rese i giocattoli più realistici e dotò le bambole di una cassetta vocale nascosta all’interno per produrre suoni come mam-ma e pa-pà.
Proprio ai bambini è destinato il libro pubblicato nel 2023 Beulah Has a Hunch!: Inside the Colorful Mind of Master Inventor Beulah Louise Henry.
Successivamente Beulah creò una macchina da scrivere grazie alla quale fu possibile fare più copie di uno stesso documento senza l’uso della carta copiativa.
Poi, nel 1936, la Henry entrò in un’altra area tecnologica, quella delle macchine da cucire. Riferì ai giornalisti che le era venuta un’idea mentre ammirava l’ornamento a catena intorno a un tendone. Prima del contributo di Lady Edison, un operaio tessile aveva bisogno di smettere di cucire periodicamente, aprire la macchina e rimuovere e avvolgere il filo attorno alla bobina. Questi frequenti arresti ne avevano ridotto la produttività. La Henry creò una macchina da cucire senza bobina più adatta alle persone che lavorano ad alto volume, dando l’ulteriore vantaggio di realizzare cuciture più forti e con filo più sottile.
La Henry era molto disponibile a incontrare la gente e parlare in pubblico. In uno di questi eventi, mentre dimostrava la tecnologia brevettata del parasole, improvvisamente smise di parlare. Ignorando il pubblico, guardò verso il basso e fece rapidi schizzi su un blocco. Quando finalmente riprese la parola, fu per dire che aveva appena risolto un problema nella progettazione di un meccanismo per un gioco per bambini. Queste chicche, raccontate sui giornali, la avvicinarono al pubblico presentandola come un inventore-genio con la tendenza alla spontaneità e all’eccentricità, una descrizione solitamente riservata a uomini come Albert Einstein e Nikola Tesla, contemporanei maschili di Henry nel campo della scienza e della tecnologia.
La Henry riuscì a fare una grande fortuna durante la sua carriera, offrendo le proprie invenzioni alle aziende americane e lavorando come consulente.
Amava ricordare che:
“Se la necessità è la madre dell’invenzione,
l’intraprendenza ne è il padre”.
A chi le chiese perché si era dedicata alle invenzioni, lei rispose:
“Non ne posso fare a meno”.
Il problem-solving infatti fu l’obiettivo di tutta la sua vita.
Vi consiglio, per approfondire la sua storia, il docufilm The Uncommon Story: Notable North Carolinians.