Oggi vogliamo presentarvi la ricerca artistica dell’Associazione La Papessa, di base a Mantova, fondata da Anna Volpe, impegnata nel promuovere la cultura fotografica, a partire dalla città di Mantova dove è nata. Insieme alla collega, la fotografa Chiara Maretti (Vice Presidente), hanno scelto La Papessa, figura dei Tarocchi, donna di potere spirituale e temporale, capace di trasmettere conoscenza, come simbolo della loro attività:

Costruire spazi culturali nuovi – spiega Volpe – è un processo complesso e vitale per dare risalto a quelle narrazioni del nostro presente inascoltate e fondamentali, le narrazioni delle donne. Siamo un gruppo di artiste, fotografe, esperte di comunicazione visiva, ma anche di persone appassionate di arte e cultura in generale, unite dalla voglia di creare nuove realtà e opportunità per le donne nel mondo della fotografia. Ci occupiamo della produzione fotografica femminile nel suo lungo percorso, dalle origini del mezzo alla scena contemporanea, attraverso attività educative e informative aperte sia al grande pubblico che a professioniste/i del settore“.

Da quando è nata la fotografia, in effetti, le donne sono state protagoniste importantissime nelle costruzioni di narrazioni capaci di trasformare il linguaggio stesso di questa tecnica, spesso diventando vere pioniere del mezzo: “La fotografia non sarebbe la stessa ora, senza l’apporto di queste donne che spesso hanno dovuto sfidare ostacoli e pregiudizi nel loro percorso“.

Un’associazione dunque che vuole diventare portavoce delle donne artiste contemporanee che usano la macchina fotografica per esprimersi e creare nuove narrazioni, contribuendo alla riscrittura dell’immaginario contemporaneo.

Per questo è nata la prima Biennale della Fotografia Femminile, con la direzione artistica di Alessia Locatelli, che da due anni porta a Mantova, da tutto il mondo, mostre, talk, letture di portfolio e workshop. Le artiste che hanno partecipato sono visibili sul sito, e ne consigliamo la visione qui.

Molto interessante l’ultimo focus scelto, sul concetto di eredità: cosa vuol dire passare il testimone? Come è e sarà capace l’essere umano di gestire le sue eredità? Una ricerca di grande capacità innovativa, dall’intimità famigliare, dal nostro DNA, sino all’odierno dibattito sul lascito ambientale, passando dal patrimonio architettonico e culturale, per riflettere su una questione che non può che rivelarsi identitaria, oltre che perfettamente democratica e pop.

Scatti che ci portano dentro a quello che per ReWriters è il primo dei 16 punti del Manifesto, la Giustizia Intergenerazionale: cosa ci hanno lasciato le generazioni precedenti, e cosa ne faremo noi di conseguenza?

Il concetto è la responsabilità delle nostre azioni circa le loro conseguenze che, fisiologicamente, ricadranno sui figli e le figlie. In questa sfida, la Biennale ha cercato di analizzare il processo del cambiamento come una reazione prodotta da eredità collettive: “Non siamo dove siamo (solo) per scelte esterne a noi, ma il mondo si struttura nella sua complessità contingente per l’intersecarsi di scelte arbitrarie e desiderate dalle persone. Il presente e il futuro sono la prole del passato. E la scelta di oggi pone le basi per il nostro domani“.

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