In un mondo in cui il femminicidio è una tragica realtà costante, le radicate norme patriarcali e il persistente controllo ossessivo nelle relazioni richiedono una completa rivisitazione. In questo processo di revisione, è non solo opportuno ma addirittura imperativo esplorare modelli relazionali e affettivi alternativi. Questi modelli possono stimolare una profonda riflessione sulla complessa rete di pregiudizi e violenze che affligge il cuore della nostra società.

Come persona poliamorosa e queer, nel contesto della mia sfida al sistema mononormativo, fino a tempi recenti ho focalizzato la mia attenzione principalmente sulla tossicità della gelosia. L’ho considerata non come un sentimento da esaminare con attenzione, ma piuttosto come uno strumento utilizzato per giustificare il controllo esercitato sui propri partner, e non solo.

Poliamore. Il legame inscindibile tra monogamia e patriarcato

Tuttavia, con l’attenzione sempre crescente verso la violenza di genere e i femminicidi, nell’ottica di smantellare il patriarcato, ho iniziato a percepire in modo sempre più chiaro il legame inscindibile tra monogamia e patriarcato. In un certo senso, come persona poliamorosa, ho sempre creduto che il poliamore e le relazioni non monogame consensuali rappresentassero una lotta per riconoscere un’alternativa nella costruzione di famiglie queer, libere da pregiudizi e pressioni sociali.

Ora, tuttavia, la mia posizione ha subito un drastico cambiamento, in virtù della consapevolezza che la monogamia non può essere considerata una scelta innocente. È stata a lungo intrecciata a dinamiche di patriarcato, sessismo, capitalismo, pronatalismo e colonialismo. Pensiamo, ad esempio, all’epoca in cui gli europei hanno esportato il modello di famiglia borghese su molteplici popoli. Questo intreccio con tali problematiche rende difficile considerare la monogamia priva di colpa riguardo a molti dei problemi che la società italiana, e non solo, affronta nei rapporti affettivi.

Pertanto, in questo articolo, senza ambire all’esaurimento del tema, desidero avanzare una provocazione. L’unica forma di monogamia sana è quella che ha attraversato il filtro di una filosofia poliamorosa, al fine di rifiutare assunzioni millenarie di possesso, controllo e oggettificazione, anche quando queste vengono romanticizzate in maniera eccessiva.

Di seguito, presento una breve analisi del mio punto di vista.

Esplorare il mondo del poliamore e della Consensual Non-Monogamy (CNM), modelli relazionali con il potenziale per rivoluzionare la nostra comprensione della possessività, dell’esclusività e delle complesse dinamiche tra i generi, potrebbe rappresentare una strada fertile verso un paradigma affettivo, sentimentale e sessuale diverso da quello che per millenni è stato intrecciato a un sistema patriarcale e gerarchico nelle relazioni familiari e affettive.

Natan Feltrin/ChatGPT4

La cruda realtà del femminicidio: una conseguenza di possessione e patriarcato

Il femminicidio è un atroce crimine in cui le donne vengono uccise unicamente a causa del loro genere, una realtà implacabile e persistente in molte parti del mondo. Le sue radici affondano nelle insidiose e profonde ideologie di possessione e patriarcato, che riducono le donne a semplici oggetti agli occhi degli uomini. Questo concetto stesso di possesso sulla vita, sulle scelte e sui corpi delle donne rappresenta un sintomo doloroso di una struttura sociale profondamente difettosa.

La monogamia tradizionale, nella sua pratica predominante, involontariamente alimenta e perpetua le radici della possessività nelle relazioni. L’aspettativa di un impegno esclusivo e incondizionato verso un solo partner spesso genera sentimenti tossici di possesso, gelosia e controllo. Questa ricerca di completezza nell’altro, spesso indirizzata verso il partner femminile ma non solo, quando entra in conflitto con il legittimo desiderio di emancipazione, libertà e autodeterminazione dell’altro, può sfociare in forme di violenza contro se stessi e l’ex partner. Questo può portare al punto in cui il suicidio e il femminicidio diventano tragiche espressioni di una società in cui l’identità personale e la realizzazione sono concepite solo attraverso il possesso dell’altro come un tutto a cui aggrapparsi. Questa situazione è particolarmente evidente in un mondo precario come quello attuale.

Pertanto, discutere di femminicidio e patriarcato in Italia, così come in tutto il mondo, richiede una piena consapevolezza che l’identità individuale e l’affermazione personale non possono avvenire a spese dell’altro, soprattutto se donna, riducendola a un oggetto da possedere e controllare attraverso l’estremizzazione e la celebrazione della gelosia e del possesso.

Il poliamore e le Consensual Non-Monogamy (CNM) rappresentano una svolta radicale rispetto al tradizionale modello di relazione. In modo audace, sfidano l’idea stessa di possesso, promuovendo invece la concezione dei partner come individui autonomi, dotati di propria agenzia. Questi nuovi paradigmi di relazione affrontano direttamente l’idea errata che una sola persona debba essere l’unico punto di riferimento per la soddisfazione di un’altra, smantellando efficacemente il problema della possessività e della gelosia spesso associati alla monogamia.

All’interno delle relazioni poliamorose e delle CNM, gli individui non solo sono incoraggiati, ma addirittura obbligati a comunicare apertamente e sinceramente con i propri partner riguardo ai loro desideri e bisogni. Questa cultura della trasparenza non solo favorisce la fiducia, la comprensione reciproca e il consenso, ma costituisce anche una barriera potente contro le tendenze possessive che spesso minano le relazioni monogame.

È importante sottolineare che la non-monogamia non è una soluzione miracolosa per tutte le problematiche legate all’insicurezza, al sessismo e alla possessività in generale.

Le dinamiche di sessismo e di potere possono emergere in qualsiasi tipo di relazione. Tuttavia, nella monogamia, alcune di queste questioni sono spesso accettate e persino incoraggiate da una narrativa tradizionale radicata nella cultura. Nei media e nella società, si è fatto poco per sfidare questa prospettiva. Inoltre, l’idea che la coppia sia la forma ideale e naturale di relazione umana rimane diffusa nell’immaginario comune. L’apertura a nuove forme di relazione, come il poliamore, offre l’opportunità di esplorare dinamiche relazionali più aperte, consentendo a ciascun individuo di svilupparsi in modo indipendente all’interno di una relazione consensuale.

Al cuore del poliamore e delle non monogamie consensuali sta l’importanza attribuita all’uguaglianza e all’autonomia individuale. Questi modelli di relazione contrastano nettamente le restrizioni delle relazioni monogame tradizionali, consentendo a ciascun individuo di esplorare i propri desideri e prendere decisioni in modo indipendente, liberandosi dagli obsoleti ruoli di genere. Questa emancipazione sfida le norme patriarcali storicamente opprimenti, che hanno costantemente cercato di controllare l’autonomia delle donne.

Il poliamore e le non monogamie consensuali abbattano audacemente i rigidi ruoli di genere e le aspettative che hanno afflitto le relazioni tradizionali, offrendo una visione liberatoria della società. Questi modelli permettono agli individui di definire le proprie relazioni secondo i propri termini, evitando di essere gravati dalle aspettative tradizionali che hanno storicamente definito i loro ruoli di genere. Ciò significa da un lato maggior spazio per l’autonomia personale e la crescita individuale, evitando forme patologiche di dipendenza e legami tossici. Dall’altro lato, si apre la possibilità di relazionarsi con una varietà di persone, amici e partner, costruendo un orizzonte di relazioni basate sulla connessione autentica e consensuale, al di là dei legami di sangue o dei matrimoni legali. Questo amplia il concetto di relazioni e contribuisce a creare comunità più aperte e inclusive, in cui l’autonomia e il rispetto reciproco sono al centro.

È fondamentale riconoscere che il poliamore e le non monogamie consensuali, pur offrendo un quadro convincente per il cambiamento, sono parte di una trasformazione sociale più ampia. Questi modelli da soli non possono risolvere completamente le questioni profondamente radicate come il femminicidio. Affrontare questa triste realtà richiede un approccio completo, che includa l’educazione, riforme legali e un cambiamento culturale più profondo, sfidando le attitudini e le norme che definiscono il genere, il potere e le relazioni.

La lotta contro il femminicidio va oltre l’analisi delle tendenze possessive nelle relazioni. È una tragica manifestazione di una misoginia e di una violenza contro le donne più ampie nella società. Il poliamore e le non monogamie consensuali possono contribuire a smantellare tendenze possessive, ma devono essere parte di un quadro più ampio e completo di cambiamento culturale e sociale per affrontare efficacemente questa sfida.

In conclusione, abbracciare il poliamore e le non monogamie consensuali è un passo coraggioso verso la riduzione della possessività e la sovversione delle norme patriarcali, contribuendo a creare un futuro più inclusivo ed equo. Tuttavia, è essenziale riconoscere che, mentre esploriamo questi paradigmi alternativi, dobbiamo affrontare con urgenza le questioni profondamente radicate attraverso sforzi comprensivi nell’educazione, nella legislazione e nella trasformazione culturale. La lotta contro il femminicidio e la violenza di genere richiede un approccio multifacetico che coinvolga tutti gli aspetti della società, andando oltre le relazioni intime per abbracciare il tessuto più ampio della nostra esistenza collettiva.

Cosa possiamo fare?

Non intendo suggerire specifiche opere culturali o letture, ma piuttosto una pratica. La gelosia è un sentimento che tutti noi sperimentiamo occasionalmente, in varie intensità. È importante imparare a distinguere tra la gelosia come sentimento e la gelosia come manifestazione di possessività e frustrazione rivolta verso l’altro. La gelosia non dovrebbe essere né celebrata né demonizzata, ma piuttosto compresa. Può essere un’amica che cerca di comunicarci qualcosa riguardo alle nostre fragilità.

In questo contesto, consiglio un lavoro su di sé. Dovremmo sederci con la nostra gelosia, dialogare con essa e cercare di comprendere almeno in parte le nostre vulnerabilità. Dobbiamo imparare a rispettare la gelosia, chiedendo aiuto anziché trasformare le nostre debolezze in odio e violenza.

Consiglio di seguire podcast sul tema poliamore, gelosia e possesso.

Ad esempio, il Multiamory podcast: Deconstructing Jealousy Ep 314

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