Dal 2014, il mese di maggio ospita, oltre all’esuberanza della primavera, anche un appuntamento promosso dalle Famiglie Arcobaleno e rivolto a ogni tipo di famiglia.

Si tratta della Festa delle Famiglie, appuntamento organizzato all’interno dell’International Families Equality Day per riflettere sul fatto che l’uguaglianza famigliare riguarda tuttə.

E già, perché potrà sembrare strano parlarne nel 2022 in Occidente, ma in Italia alcune famiglie sono meno uguali di altre.
Nel 2013 l’allora premier Enrico Letta annunciava trionfalmente “niente più bambini di serie B” a proposito della promulgazione del decreto legislativo sulla filiazione che annullava le distinzioni tra figli naturali e non.

Nell’esultanza, però, dimenticava che i figli delle Famiglie Arcobaleno rimangono, a tutti gli effetti, gli ultimi figli di serie B esistenti, ferita da sanare e con un percorso ancora tutto in salita, stante la profonda ideologizzazione del tema in Italia che non consente un confronto sereno e trasparente, con al centro l’interesse in primis del minore.

Per la legge italiana, infatti, una coppia di persone dello stesso sesso non ha diritto alla genitorialità, né naturale né adottiva. E quando il progetto di genitorialità trova realizzazione all’estero con i programmi di riproduzione assistita che, in molti paesi, sono accessibili anche alle coppie omosessuali, per la normativa del nostro paese il bambino non può avere riconosciuti i diritti alla tutela patrimoniale e affettiva di entrambi i genitori.

Rimane figlio di solo uno dei due che figura legalmente come genitore single pur non essendolo.
Sono già diversi i casi di coppie omogenitoriali che, come avviene anche nel mondo delle coppie etero, si sono divise con interruzione totale, per volontà del genitore legale, dei rapporti tra il genitore sociale e il bambino, con danni e ripercussioni evidenti.

Al momento, l’unico strumento a disposizione delle famiglie arcobaleno per tutelare i diritti dei loro figli è l’istituto dell’adozione speciale che, in realtà, nasce per tutt’altro motivo (bambini orfani, anche con disabilità, bambini che già vivono con il coniuge del genitore biologico, bambini non altrimenti adottabili…) ed infatti disciplina il solo legame tra adottante e adottato, tralasciando di estendere i legami anche alla famiglia dell’adottante.

In pratica, potrebbe verificarsi che una coppia arcobaleno abbia dei figli che non siano legalmente legati a nonni e zii e che addirittura potrebbero non essere fratelli tra loro. Insomma, una follia che è stata evidenziata anche dalla Corte Costituzionale che, alla fine dello scorso febbraio, ha dichiarato che sono incostituzionali le disposizioni che negano i legami tra i parenti dell’adottante e l’adottato nel caso dell’adozione in casi particolari.

Ma perché nel 2022 viene tollerata ancora questa situazione di disparità?

Lo capiamo osservando cosa succede in questi giorni nella Commissione Giustizia della Camera dove viene adottato, con voti di FdI, Lega e Forza Italia, il testo base proposto dalla leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni (con firma anche del Ministro Mara Carfagna) della legge che propone di perseguire la gestazione per altri come reato universale, anche se commesso all’estero da cittadini italiani.

Non basta che la gestazione per altri sia dal 2006 (all’interno della Legge 40) prevista come reato. La proposta del centro-destra è perseguirla universalmente, a prescindere dalle legislazioni in vigore da anni in paesi come Canada e Stati Uniti.

Le Famiglie Arcobaleno saranno, quindi, dal 3 al 15 maggio, presenti nelle piazze, nei giardini e in altri luoghi di tantissime città italiane (qui il programma città per città) per condividere una giornata di festa, sport, musica, teatro e giochi con i loro bambini e bambine e con tutti coloro che vivono le differenze come una ricchezza.

Insieme a tante famiglie di ogni forma e colore, gruppi e associazioni per lanciare un messaggio di inclusione, con la volontà di abbattere quei muri dietro i quali si nascondono odio e pregiudizi.

Ho colto l’occasione del lancio della Festa delle Famiglie 2022 per parlarne con Alessia Crocini, presidente di Famiglie Arcobaleno.

Alessia Crocini, presidente di Famiglie Arcobaleno, con il figlio Levon

Alessia buongiorno. Perché c’è bisogno nel 2022 di una festa delle famiglie?
Perché in Italia nel 2022 ancora non esistono pari diritti per i bambini e le bambine con due mamme o due papà. Siamo l’unico paese dell’Europa occidentale a non consentire il riconoscimento alla nascita dei figli per le coppie dello stesso. Quindi pur avendo nella realtà due genitori, a migliaia di bambinə lo Stato ne riconosce solo uno.

A chi si rivolge l’invito?
A tutte e tutti, a tutte le famiglie a prescindere da come sono formate: coppie etero, LGBTQI+, single, famiglie allargate, ricomposte, non fondate su vincoli biologici o romantici. A chiunque abbia a cuore una società più giusta e inclusiva.

Cosa prevede il programma?
In tutta Italia ogni città avrà un programma diverso, per scoprirlo basta cercare sulle pagine social di Famiglie Arcobaleno. In generale è una giornata dedicata al divertimento, alla condivisione e alla conoscenza: picnic, laboratori, spettacoli…

In che modo l’esperienza delle famiglie arcobaleno può essere da stimolo per tutte le famiglie?
Le famiglie arcobaleno sono da stimolo perché rompono lo stereotipo di genere per cui le donne sarebbero più portate per la cura e l’accudimento e gli uomini per il lavoro e la carriera. Quando sei fuori da quella dicotomia devi inventarti per forza un nuovo modo di essere e fare famiglia.

Quali sono le richieste che come Famiglie Arcobaleno fate alla società e alla politica?
Famiglie Arcobaleno chiede una legge che equipari i figli e le figlie di genitori dello stesso sesso a tutti gli altri: vogliamo una legge sul riconoscimento alla nascita. E in generale una riforma del diritto di famiglia che consenta l’adozione anche alle persone single e alle coppie dello stesso sesso, l’accesso alla procreazione medicalmente assistita a tutte le donne single e in coppia e una regolamentazione della Gestazione per Altri. Per questo con Rete Lenford da un anno stiamo lavorando a un disegno di legge che presenteremo a breve.

Spesso si raccontano le famiglie arcobaleno evidenziando la straordinarietà. Vogliamo invece parlare del diritto anche all’ordinarietà delle famiglie arcobaleno?
Siamo famiglie come tutte le altre con i pregi e i difetti di ogni nucleo familiare, le stesse gioie e le stesse difficoltà. L’unica cosa che ci differenzia è la mancanza di diritti.

Oltre che presidente di Famiglie Arcobaleno, sei sceneggiatrice e copywriter. Pensi che stia evolvendo positivamente il racconto di nuove esperienze famigliari, incluse quelle delle famiglie arcobaleno?
In parte sì ma siamo lontani anni luce da paesi come quelli anglosassoni o nord europei. La mancanza di leggi egualitarie rallenta anche lo storytelling sulle realtà LGBTQI+. E quando c’è, è spesso stereotipato o edulcorato.

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