I giochi sono progettati pensando alle persone. Nei giochi le persone si divertono, si emozionano, si rilassano. Non solo. Si concentrano, creano legami ed entrano in competizione. Giocando spesso si perde la cognizione del tempo. Nel lavoro capita raramente di provare le stesse sensazioni che si provano durante i giochi. La gamification è proprio il tentativo di prendere il meglio dei giochi per trasformare il gioco in quello che gioco non è.

Gamification non significa infatti trasformare contesti seri in contesti ludici, ma applicare la meccanica di gioco – in particolare elementi e tecniche dei videogame – in contesti non di gioco, per migliorare il coinvolgimento, la motivazione e influenzare positivamente i comportamenti dei partecipanti.  

Tutto o quasi può diventare un gioco

Dalla moda al design all’arte, dalla formazione allo shopping di lusso, sempre più si sta affermando come trend trasversale perché tutto, o quasi, può diventare un gioco. Un esempio recente in area fashion è quello del prestigioso brand Balenciaga che, guidato dal direttore creativo Demna Gvasalia, ha presentato la collezione autunno inverno 2020-2021 in un videogioco creato ad hoc Afterworld: The age of Tomorrow. Un vero e proprio esperimento, tutto nuovo, dal gioco, al formato, al canale, con un duplice obiettivo di marketing strategico: raggiungere nuovi target più giovani e aumentare l’engagement dei clienti.

Photo: InnerSloth

In un contesto di gioco vero e proprio, quindi non di gamification come ne abbiamo parlato prima, un caso che mi ha particolarmente divertita è stato quello legato ad Among Us, videogame multigiocatore di sopravvivenza – creato dall’azienda statunitense Innersloth nel 2018 – in cui i giocatori possono essere parte di una squadra di astronauti che deve riparare una nave spaziale arenata, oppure impostori, cioè i cattivi che vogliono eliminare tutti i membri dell’equipaggio. Protagonista dell’episodio è Alexandria Ocasio Cortez, nota deputata americana progressista, che ha chiesto con un tweet ai follower se qualcuno volesse giocare con lei! E anche qui l’obiettivo è duplice: accrescere la propria popolarità e sensibilizzare i giovani al voto. Sono stati oltre 400 mila gli spettatori in simultanea della live su Twitch, numeri che l’hanno fatta entrare nel libro dei record come terzo game-stream più visto.

Tre esperti di gamification

In BPRESS abbiamo affrontato l’argomento della gamification nella trentaquattresima puntata di R3START! TV con tre ospiti molto esperti in materia: Salvatore Nascarella, Instructional Designer, che utilizza la gamification in particolare nell’e-learning, ma anche nella formazione in aula; Carlo Meneghetti, Game Designer, che ama definirsi “esploratore di mondi diversi attraverso il gioco”; e non solo. Perché Carlo i giochi li inventa (l’ho scoperto anche io durante la puntata) ed ecco qui il link se volete saperne di più. Io ho giocato a Tautotì, il gioco della scrittura creativa, ed è stato molto divertente. Gianluigi Bonanomi, invece, è l’ideatore e co-founder di Link&Lead, una vera e propria piattaforma di gamification – concepita in piena pandemia – che si propone di trasformare dipendenti e venditori in brand ambassador e social seller.
Se volete guardare la puntata la trovate qui!

Beatrice Caputo, BPRESS

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