“In bici attraverso la città portiamo il teatro sotto casa vostra, in sicurezza, per curare le anime e prevenire l’astinenza del cuore. Da un’idea di Ippolito Chiarello, Barbonaggio Teatrale Delivery – USCA – Unità Speciali di Continuità Artisticacosì recita il loro frontespizio. Incontriamo oggi Marica Mastromarino e Roberta Paolini, le principali agenti di Delivery Teatro, questa particolare iniziativa milanese: “Se è assolutamente necessario che l’arte o il teatro servano a qualche cosa, dirò che dovrebbero servire a insegnare alla gente che ci sono attività che non servono a niente, e che è indispensabile che ce ne siano (Eugène Ionesco). Il Teatro è necessario, se non indispensabile, come la scuola e la sanità, come il pane. Noi vogliamo sopravvivere e farlo sopravvivere e lo faremo a modo nostro”.

Il teatro in casa non è certo una novità, ma il covid ha creato – forse con voi – un vero e proprio servizio di delivery teatro: in che consiste?
C’è un menù sulla nostra pagina Fb composto di estratti teatrali: lo spettatore ha la possibilità di scegliere delle pillole di teatro dal menù e comporle, per un prezzo minimo di 20 euro; ci contatta attraverso mail o cellulare e concorda con noi data e luogo, rigorosamente in spazi all’aperto e preferibilmente nelle ore di luce; al giorno e all’ora stabilita avverrà il breve incontro teatrale (massimo mezz’ora) con almeno 2 metri / 2 metri e mezzo di distanza tra attrici e pubblico, il quale pubblico è composto da un singolo nucleo familiare o da gruppi di massimo 6/7 persone, rigorosamente a distanza e con mascherina.

Come avete formato il gruppo di lavoro?
Marica Mastromarino e Roberta Paolini, si conoscono a marzo 2020 all’interno della Brigata Franca Rame, una delle Brigate d’emrgenza nate a Milano che si impegnava in forma volontaria e autogestita, a portare pacchi alimentari alle famiglie meno abbienti e lasciate sole dalle istituzioni; lì insieme ad altri 3 attori e attrici decidono di far partire un primo progetto di teatro nei cortili: negli stessi cortili in cui prima portavano solo pacchi alimentari, la gente si affacciava dai balconi per assistere a mezz’ora di teatro dal vivo. A novembre 2020 grazie all’idea dell’attore leccese Ippolito Chiarello di far nascere le USCA – Unità Speciali di Continuità Artistica, fondano Teatro delivery a Milano, come fa Ippolito a Lecce, col Barbonaggio Teatrale Delivery e come faranno di lì in poi sempre più attori e compagnia nelle diverse città e province italiane, ognuno con la sua declinazione.

Che repertorio utilizzate?
Basta leggere il menù per scoprirlo, è tutto scritto lì. I pezzi fanno parte del nostro repertorio personale e a volte sono estratti di spettacoli di Marica o Roberta, oppure ci sono adattamenti e la possibilità di richiedere un testo non presente nel menù.

Che pubblico si rivolge a voi? che misure utilizzate?
Il pubblico che si rivolge a noi è vario e di diversa provenienza sociale, per lo più per ora, si tratta di persone che già andavano a teatro e a cui il teatro manca parecchio e che sente la cultura come necessità di cui non poter fare a meno. Le misure che utilizziamo sono quelle descritte nel punto 1: ci atteniamo a tutte le precauzioni sanitarie del caso.

Qualche aneddoto positivo e negativo occorso di recente?
Abbiamo ricevuto una o due critiche a cui però non daremmo troppo peso perché provenienti da persone che, come succede troppo spesso nell’epoca dei social, parlano o scrivono senza neanche pensare di chiedere prima alle persone interessate di cosa si tratti, bypassando il fatto che dietro a cose che succedono ci sono persone che le fanno accadere, a volte persino con motivazioni precise ed un’etica del lavoro. Per cui andrei oltre, parlando di quanto gli occhi delle persone, unico modo di contatto reale, gli occhi, cambino e acquistino luce alla vista della parola teatro e ma soprattutto di come, subito dopo il breve ‘spettacolo’ che gli consegniamo, lì, in quel momento, ed in carne ed ossa, il loro stesso corpo sembra prendere aria, sembra quasi sollevarsi da terra e fluttuare tornando al portone di casa.

Perché del teatro non si può fare a meno. E allora se non possiamo andare noi a teatro, è il teatro che si sposta per venire a trovarci. Ora anche a domicilio.




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