Mala tempora currunt. Dunque, abbiamo bisogno di buone notizie! Oggi voglio partire da una verifica di processo, procedura cui la nostra società italiana sembra ancora aliena, con il risultato che poi, ahinoi, gli investimenti sia umani che economici spesso non producono i risultati sperati e nessuno ne risulta mai responsabile.

Per esempio, sarò proprio curioso di vedere se alla fine del PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilenza) qualcuno o qualcosa farà una verifica dei risultati ottenuti. Speriamo!

Invece voglio tornare a parlare di quella fetta di imposte detta 8×1000 che noi cittadini affidiamo ogni anno ad enti e istituti religiosi che abbiano stipulato un’intesa con lo Stato italiano, coscientemente (per chi mette la crocetta su uno di questi enti) o incoscientemente (per chi non la mette, ma comunque contribuisce con la medesima percentuale suddivisa poi in proporzione al gradimento degli altri cittadini ai vari istituti).

L’intenzione dell’8×1000 è che i fondi affidati dallo Stato ai vari enti siano poi utilizzati per contribuire al benessere della società e dunque tornino verso i cittadini in forma di varie attività e progetti. Ovviamente ogni ente declina le modalità di impiego di fondi all’interno del quadro legislativo ma in accordo con la propria visione filosofico-spirituale.

Mesi fa avevo scritto su Rewriters un pezzo salutando la comparsa dell’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai (IBISG) tra gli enti cui si può coscientemente indirizzare il proprio 8×1000 perché avevo colto nelle finalità (contribuire al miglioramento della società), nelle modalità di gestione (trasparente), nella formulazione delle tematiche su cui indirizzare le risorse (agganciate all’Agenda 2030 delle Nazioni Unite e ai Sustainable Development Goals) e nella loro totale apertura alla società civile (bandi pubblici aperti a tutti), un elemento di vera novità per un istituto religioso.

I bandi 2022 sono stati tre: uno sugli spazi verdi, uno sulle energie rinnovabili in Africa, e uno sulla generazione NEET (Not in Education, Employment or Training).

Mi sembra dunque doveroso a chiusura del processo di valutazione operato da un comitato tecnico-scientifico ragguagliarvi su come è andata, ossia su quali sono stati i progetti scelti, focalizzandomi su quelli sulle tematiche ambientali, ossia gli spazi verdi e le energie rinnovabili.  

Il tema degli spazi verdi aveva come obiettivo “finanziare o co-finanziare progetti in ambiti urbani ed extraurbani, inclusi parchi e riserve, che promuovano la valorizzazione, la realizzazione e il recupero di spazi verdi, con il coinvolgimento diretto della cittadinanza”.

Su questa tematica sono stati finanziati quattro progetti biennali. Il progetto Habitat viene realizzato nel comune di Montecorvino Pugliano (Salerno) dalla Cooperativa Sociale Capovolti in rete con altre realtà del territorio in un’area adiacente ad un ex-discarica oggetto di sversamenti illeciti di rifiuti, nella quale verranno piantati 2500 alberi per creare un biosistema a tutela delle api, dal quale possa nascere una micro-economia in un processo virtuoso circolare a impatto zero.

Il progetto Da discarica a bosco urbano viene realizzato invece a Roma dall’Associazione Casale Podere Rosa, nel parco regionale urbano di Aguzzano, nel quale nel 2020 un incendio fece venire alla luce una discarica abusiva di due ettari, di cui molto si parlò sui giornali locali e che sarà bonificata integralmente e trasformata in un bosco con un sentiero attrezzato.

Il terzo progetto Ancora natura per il Col di Lana viene realizzato dalla Associazione PEFC Italia insieme ad imprese boschive e artigianali della zona su un’area forestale di circa 150 ettari distrutta nel 2018 dalla tempesta di Vaia, che molti ricorderanno per aver distrutto le pinete ed abetaie storiche delle Dolomiti, emblema, con le sue caratteristiche di uragano, delle conseguenze del cambiamento climatico nell’area mediterranea. In aggiunta a questi tre già attivi, sta per partire il quarto progetto In-alberiamoci in Liguria nel bacino del fiume Magra, per la riqualificazione di cinque aree degradate attraverso la loro bonifica e riforestazione.

Il tema sulle energie rinnovabili aveva come obiettivo “finanziare e/o co-finanziare progetti che garantiscano l’accesso all’energia rinnovabile in territori particolarmente deprivati del continente africano”.

Su questa linea sono stati finanziati due progetti. Il primo, Fotovoltaico sostenibile in Burundi, è finalizzato a migliorare l’accesso all’energia solare a basso costo per la distribuzione e la potabilizzazione dell’acqua nella provincia di Bubanza. L’Associazione Parmaalimenta con una rete di associazioni, enti locali e l’Università del Burundi adotta un approccio partecipativo per l’empowerment delle comunità locali attraverso attività di formazione di giovani donne e uomini nella produzione, installazione e manutenzione delle strutture, puntando alla sostenibilità di lungo periodo.

Il progetto Energia solare in Mozambico è realizzato dalla Fondazione AVSI insieme a varie realtà territoriali tra cui la Caritas Diocesana, l’Università Cattolica e l’Università Lurio. L’obiettivo del progetto è raggiungere 1075 famiglie (circa 5000 persone) e 15 realtà imprenditoriali con il coinvolgimento nelle attività di donne e giovani per il trasferimento di conoscenze necessarie all’empowerment socioeconomico.

Il quadro che emerge da questi progetti finanziati con l’8×1000 è valoriale, perché, come nelle premesse dei bandi, favorisce non solo interventi per il miglioramento dell’ambiente naturale, ma stimola la collaborazione tra realtà locali e mira a sedimentare nei territori e nelle persone esperienze e realtà durature, possibilmente che viaggino con le proprie gambe oltre la durata dei progetti.

Quanti frutti nasceranno dipenderà adesso dagli attori in campo e dalla capacità dell’IBISG di rimanere a fianco delle associazioni sostenendole e monitorandone i progressi.

L’8×1000 è nostro. Verificarne l’uso è un nostro diritto ma anche un dovere, per affidarlo laicamente a chi meglio sappia interpretarne lo spirito e creare il massimo valore nella società.

Per mio conto spero di potervi già tra un anno aggiornare con le buone notizie dei progressi di questi progetti dell’istituto Soka Gakkai.

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