Il 25 settembre scorso è una data che passerà sicuramente alla storia del nostro Paese: sono state le prime elezioni con un numero di parlamentari inferiore, le prime in cui i minori di 25 anni hanno potuto votare i senatori, le prime a dare per vincitrice una donna e, tristemente, le elezioni con l’affluenza di elettori più bassa di sempre: il 63,9%.

Perché gli italiani non votano? Tra le cause, sicuramente, ci sono la minore fiducia nella classe politica, il poco interesse nei confronti del dibattito politico e la mancata possibilità dei fuori sede – soprattutto i giovanissimi – di fare ritorno nel comune di residenza.

Il mio rapporto con il voto

Ricordo che, da piccola, guardavo i miei genitori con ammirazione, prima che andassero a votare. Pensavo che stessero per compiere un gesto importante, quasi speciale. Con i miei occhi da bambina, seguivo i loro movimenti e le loro azioni, pensando al giorno in cui, anche io avrei potuto votare. Da sempre, ho tenuto bene in mente il mito del voto, e, ben presto è arrivato il fatidico giorno: domenica 26 maggio 2019.

Avevo compiuto diciotto anni da soli cinque mesi, e, nelle settimane precedenti alle elezioni, avevo fatto il possibile per capirne qualcosa. Anche al liceo, si dedicava spesso del tempo a fare luce sui vari programmi, coalizioni e idee personali, con veri e propri dibattiti. Ancora indecisa, presi un foglio: stilai una lista di tutti i pro e i contro dei due partiti sui quali mi ero concentrata e arrivai alla soluzione. Adesso che ho 21 anni, le mie opinioni sono più precise e sicure, anche se ho ancora molto da imparare.

Le elezioni con il più basso tasso di affluenza

Leggere i dati degli scarsi afflussi ai seggi ha lasciato in me una profonda amarezza, data dalla fiducia che riponevo nei miei coetanei. Mi rattrista sentire quando le persone (cercando di fare i ribelli di turno, fallendo) si dicono stufe e disinteressate allo scenario politico italiano o mondiale. Falliscono, a mio avviso, perché è proprio così che si manda nel baratro una nazione: con il disinteresse.

Il disastro più grande è stato compiuto, dal mio punto di vista, proprio dagli astensionisti e dai sostenitori della scheda bianca, i quali hanno deciso di non scegliere in un momento storico delicato, come quello che stiamo vivendo. Ciò si rivela, di fatto, una scelta a tutti gli effetti, perché si consegna il Bel Paese in mano al partito con la maggioranza, facilitando la sua corsa al Parlamento.

Una possibile speranza per il futuro

Sono tantissimi i giovani con i quali mi sono confrontata durante il periodo della campagna elettorale e in seguito alle elezioni, e ciò che ho notato è la voglia di lasciare il segno, anche nel nostro piccolo.

Persone a me care, appena maggiorenni, hanno condiviso con me la loro emozione del primo voto; altre – ancora minorenni – mi hanno confidato il loro desiderio di aver raggiunto la maggiore età anche solo per un giorno, per poter votare, fare la differenza e rendersi utili. C’è tanta voglia di cambiamento, tanto è vero che i primi studenti, in un liceo di Milano, hanno iniziato a far sentire la loro voce con una protesta.

La politica e i giovani?
E’ una questione di approccio

Ciò di cui sono cosciente è che siamo nel 2022, quindi, non è mia intenzione invitarvi a leggere il giornale o guardare il telegiornale. Esistono, però, dei metodi alternativi per tenersi informati. Primo tra tutti è il social network Instagram, dove moltissimi esperti ci aiutano ad avvicinarci alla politica e alle questioni internazionali.

Un account da non perdere di vista è quello del giornalista Emilio Mola, il quale ha recentemente pubblicato il libro Ripartiamo dalle basi. Esso si pone l’obiettivo di essere una cassetta degli attrezzi per relazionarsi alle notizie online.

Un altro contatto utile è il profilo de L’Avvocato dell’Atomo, che fa divulgazione scientifica sul nucleare.

Un terzo spunto è il podcast Vitamine di Factanza, di cui, sicuramente, avrete sentito parlare. Esso ci racconta le notizie del giorno in soli cinque minuti.

Infine c’è il sito I Side With che propone divertenti e stimolanti quiz politici per vedere che corrispondenza c’è tra le nostre convinzioni politiche e i partiti o i candidati che abbiamo scelto e capire con chi possiamo schierarci.

Ciò che mi auguro – e che auguro al nostro Paese – è una popolazione fatta di cittadinə interessatə, unitə, desiderosə di novità, inclusione e rispetto. Perché sì, un semplice voto può portare alla gioia, ad un futuro migliore e alla speranza di vivere in Italia, senza vergogna e paura.

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