Marco Buemi, videomaker, attivista e blogger,  ci racconta il programma europeo che sta seguendo sul campo, dove lo sviluppo sostenibile si traduce in azioni concrete e punta a mettere in moto processi virtuosi in più direzioni: quella della buona economia certamente, ma anche quella del recupero del gender gap nel mercato del lavoro.

Il programma “InnovAgroWoMed”, lo sviluppo sostenibile

Il programma InnovAgroWoMed si occupa infatti di sostenere la creazione di startup femminili nell’ambito dell’agricoltura sostenibile, dalla formazione delle aspiranti imprenditrici all’investimento nella realizzazione dei loro progetti nello sviluppo sostenibile. E lo fa in particolare in quattro aree del Mediterraneo dove le donne sono maggiormente a rischio di esclusione dalle opportunità formative e occupazionali: da un lato l’Italia con la Sicilia e la Spagna, dall’altro Tunisia e Palestina. Quattro territori con criticità simili, quattro startup in ciascuno che sono state lanciate e che si spera di portare ad una fase di ulteriore potenziamento.

Una sfida particolarmente difficile in un territorio come la Cisgiordania, instabile già prima dei recenti eventi bellici. Una imprenditrice ha confessato infatti al nostro blogger che il fattore di rischio più grande per la sua impresa non è di natura economica: è l’espansione delle colonie, che potrebbe travolgere la sua ecofarm da un giorno all’altro e lasciarla senza niente, nonostante gli sforzi fatti. 

Affinché il cambiamento sociale e culturale non resti un episodio isolato, servirebbero una continuità e stabilità che in quella parte del mondo al momento appaiono, più che mai, drammaticamente lontane. Ma dove trova le condizioni per mettere radici, la determinazione che queste donne dimostrano permette di sperare.

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