Se per caso vi state chiedendo chi erano le streghe e quali furono le accuse che fecero guadagnare loro il rogo, questo articolo fa per voi! Se poi vi state chiedendo se, nel medioevo, potevate essere tacciate/i di stregoneria questo articolo fa ancor più per voi.


Il termine strega deriva da strix, strano uccello simile al gufo che di notte si lanciava sui bambini e ne succhiava il sangue, restituendo in cambio latte avvelenato. Dallo stesso termine prendiamo in italiano le parole stormo, tordo, strepitare, ma soprattutto stridere. Eh sì, perché nel loro volo notturno questi uccelli usavano emettere suoni angoscianti che preannunciavano il loro arrivo.

L’accusa di stregoneria poteva derivare anche dall’aver siglato il cosiddetto patto con il diavolo che consisteva nel vendere l’anima a quest’ultimo – togliendola a Dio – e contestualmente aspirare a particolari poteri. Già Sant’Agostino citava accordi col maligno, ma solo nel medioevo questa convinzione tornò ricorrente.

Sconvolgerà forse l’etimologia, ma noterete che sia la parola dio che la parola demone derivano da una stessa matrice ariana che è div e che significa splendere: vedi Lucifero! Si definì così l’iconografia del diavolo: il colore nero era riferito al peccato; le ali riconducevano alla sua origine celeste di angelo del paradiso; la barba, i piedi caprini, le corna, la pelle sgualcita rimandavano al dio Pan. Secondo i più affermati demonologi medievali, i diavoli vigenti a quel tempo erano sei o sette milioni, distinti in succubi e incubi, da cui prendiamo la parola incubo.

Altra accusa di stregoneria riguardava la partecipazione di una strega al Sabba, una specie di danza macabra e orgiastica tenuta col diavolo a tarda notte, in luoghi sperduti e lontano dagli sguardi. Qui le streghe arrivavano in volo a bordo di veloci scope e banchettavano con altre simili mangiando cadaveri di bambini, danzando nude ai ritmi di balli efferati, mettendo in un calderone i più rari intrugli per fare pozioni.

Jan Ziarnko ebbe l’idea di visualizzare il sabba in una bellissima incisione del XVII secolo, che rappresenta la sintesi più esaustiva dei riti praticati dalle streghe durante un Sabba.

Incisione di Jan Ziarnko – dettaglio

Pensate che nei Sabba si recitava talvolta il Credo di Nicea alla rovescia: oh Santa Pace! Il più famoso manuale di caccia alle streghe fu il Malleus Malleficarum pubblicato nel 1487 che ragguagliava ben bene su come riconoscere le reverendissime streghe, accusarle e provvedere alla loro estradizione dalla società.

Ma chi ha cacciato le streghe?

Sicuramente l’Inquisizione, i tribunali locali secolari, i tribunali vescovili e papali, ecc. Va chiarito che il rogo era solo per chi fosse stato dichiarato relapso, ossia recidivo, ed era ricaduto nel peccato di stregoneria o eresia. Diversamente si procedeva alla tortura, per lo più estortiva, che aveva il ruolo di far confessare i peccati e riconciliare l’accusata/o con la società. Ciò che vorremmo sottolineare è che le accuse di stregoneria non sono avvenute tutte nei secoli bui del medioevo, ma hanno attraversato tutta l’età moderna, in particolare il ‘500.

Il più grande ricercatore in fatto di stregoneria fu il gerarca fascista Heinrich Himmler che fece requisire in Germania gli atti dei processi per magia e stregoneria e fornì un’indicazione di massima del numero delle persone accusate: circa 30.000 nella sola nazione tedesca. Secondo il nostro autore, i processi per stregoneria in Europa non superarono i 90.000 casi.

Quale è l’identikit di una strega?

Se questa è la vostra curiosità eccovi accontentati! Furono accusate di stregoneria più donne che uomini; queste avevano in media un’età superiore ai 50 anni perché con molta probabilità i sospetti erano covati per molti anni prima di essere espressi; erano donne che avevano superato la menopausa; avevano ormai figli grandi e volevano riannodare il loro legame con la società prendendosi cura di bambini piccoli; spesso erano vedove, talvolta nubili, non avevano nessuno che le proteggesse.

La stregoneria è sempre esistita, ha riguardato buona parte dei racconti della nonna e delle zie, è connaturata alla natura umana: l’accusare qualcuno come capro espiatorio di un fattaccio è sempre risultato molto comodo. In epoca romana c’erano le defixiones: maledizioni incise su tavolette di piombo con tanto di nome del destinatario. La caccia alle streghe non finirà mai, ma come scriveva Indro Montanelli: “Se c’è una caccia alle streghe, vado prima di tutto a sentire le ragioni delle streghe”!

In conclusione e se il tema vi interessa, soprattutto in attesa che arrivi la nostra strega preferita, la befana che vien di sera e su una scopa tutta nera, vi consiglio la lettura di Brian P. Levack La caccia alle streghe in Europa, Laterza Edizioni: una narrazione avvincente sul terrore che si diffuse nell’Europa dell’età moderna.

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