Dal 9 al 18 Dicembre al Teatro Arcobaleno di Roma, Centro Stabile del Classico, la tragedia torna a illuminare la nostra contemporaneità, ne parliamo con Alessandra Fallucchi, una delle protagoniste insieme a Andrea Tidona, Roberto Turchetta, Carolina Vecchia. E con Lorenza Molina, Carlotta De Cesaris, Elisa Galasso, Chiara Scià. Con la partecipazione di Paolo Lorimer nel ruolo di Menelao.

Clitennestra e le sue favole senza fondamento: parlaci di lei.
Clitennestra in questo spettacolo e in questo testo meraviglioso e moderno di Euripide non è ancora la donna vendicatrice che fa uccidere il marito che conosciamo nell’Orestea. Qui la vediamo madre amorosa e sposa fedele e responsabile, ignara però di stare per accompagnare sua figlia non all’altare, ma al macello. Quando scopre con stupore e anche per caso questa trama ai danni di Ifigenia deve fare i conti con un mondo maschile in cui le scelte sono tutte in funzione della ragion di stato e in cui la voce e la ragioni di una madre non hanno peso. Per questo passa dal pregare Achille di aiutarla usando tutte le strategie possibili come la supplica, la seduzione e il discorso retorico per poi confrontarsi direttamente con il marito/comandante Agamennone a cui vomiterà tutto il suo disprezzo e a cui minaccerà un ritorno infausto in patria; il suo è un tentativo duro e fermo di farlo tornare indietro dalla sua decisione, tentativo vano poiché Agamennone non cederà di fronte alle motivazioni del cuore e familiari. Le favole senza fondamento sono quelle che lei attribuisce appunto al marito, di cui è caduta vittima lei stessa per prima. E’ qui una donna vulnerabile e forte al tempo stesso che per il dolore della perdita della figlia matura un odio insanabile verso il marito.

Rewriters ama le riscritture: cosa evidenzieresti in questa ad opera di Fabrizio Sinisi? Fabrizio Sinisi ha una penna felicissima e una sapienza enorme nel riscrivere i testi classici. Traduce la complessità del classico mantenendo la forma poetica ma rendendola comunque più accessibile ai contemporanei ed anche più facilmente recitabile per gli attori. In questa riscrittura Sinisi elimina le figure dei Messaggeri e dei Vecchi che vengono a portare le lettere o le notizie, ma costruisce  tra i personaggi principali il conflitto necessario a raccontare lo svolgersi delle azioni, tutto il fuoco è sul conflitto interno ai protagonisti e sul conflitto tra di loro, ovvero tra le diverse posizioni rispetto al sacrificio di Ifigenia. Ci sta poi una scelta drammaturgica che è frutto di una scelta registica di Alessandro Machia e cioè quella di fare del monologo del messaggero sul finale che racconta la morte di Ifigenia, un monologo di Ifigenia stessa che arriva velata come una sposa/fantasma/santa…..Questa idea di regia che Sinisi ha sposato riscrivendo con la voce di Ifigenia quel monologo bellissimo è secondo me una delle cose più forti di questa riscrittura. Riscrittura pensata e realizzata in sinergia con la visione del regista, poiché le due cose sono inscindibili.

Quanto gli eroi vulnerabili di Euripide assomigliano a noi oggi?
Tantissimo! Durante le prove, lavorando sul testo e sulle dinamiche tra i personaggi ci siamo appunto accorti di quanto umani, anzi umanissimi siano gli eroi di Euripide, più antieroi in realtà. Euripide abbassa la statura di questi personaggi, tutti sono presentati nelle loro piccolezze e fragilità umane anche e soprattutto il più eroico tra tutti, Achille figlio della Dea Teti. L’unica figura che si staglia netta sopra tutti ed ha veramente le fattezze di un’eroina, una Santa, una Salvatrice del Popolo è la giovane Ifigenia. Chiaramente Euripide ci racconta di una generazione di adulti completamente persa dietro alle proprie ambizioni, ai desideri, alla gloria, alla politica e al proprio personale tornaconto, mascherato da volere divino o volontà del popolo, e svela invece il coraggio, la purezza di intenti e la spiritualità profonda in un personaggio giovane ed innocente. Tutto questo lo trovo modernissimo e attuale per le riflessioni che comporta: i giovani sacrificati sull’altare della RAGION DI STATO da adulti prepotenti, vanagloriosi e ambiziosi.

La regia di Machia non rifugge accenti comici: con che intento?
Non posso parlare a nome del regista ma credo che la volontà non sia quella di far ridere per il gusto della risata in sé stessa quanto di assecondare proprio la scrittura di Euripide che abbassa i personaggi e li mette in situazioni che ne rivelano la pochezza ed inadeguatezza. E’ un sorriso amaro quello che ci strappano Achille o Agamennone o Clitennestra, amaro per il prezzo che comporta: un sacrificio umano. Questo spazio per un riverbero “comico” rende Euripide appunto modernissimo poiché egli ravvisa nel tragico anche aspetti comici involontari, come appunto possiamo spesso constatare continuamente nella nostra vita.

La compagnia Zerkalo opera con efficacia da anni: quali i presupposti della vostra intesa?
La compagnia Zerkalo deve il suo successo primariamente alla determinazione di Alessandro Machia che ne è il fondatore e ad importanti collaborazioni artistiche (Edoardo Siravo, Paolo Graziosi, Andrea Tidona, Mascia Musy, Daniela Poggi e tanti altri) ed anche al mio coinvolgimento da ormai 6 anni come vice-direttore artistico e direttore per la Formazione. Siamo riusciti a proporre progetti ed iniziative teatrali che hanno avuto ottimi apprezzamenti e riscontri e ci siamo impegnati con numerosi bandi e progetti di coproduzione portando avanti un percorso interessante anche sulla formazione attoriale. Siamo ora in una fase nuova con il riconoscimento del Ministero, fase che prelude ad un’ ulteriore crescita ed anche ad un coinvolgimento di altre personalità ed artisti. L’intesa è soprattutto artistica, cioè abbiamo una visione condivisa di teatro in cui la drammaturgia ha un posto centrale insieme all’attore. Proponiamo un teatro che mira al senso e non agli effetti, che traduca nel modo più efficace possibile e coinvolgente per il pubblico la parola degli autori. I drammaturghi che scegliamo sono ovviamente per noi in qualche modo innovatori del linguaggio teatrale e pieni di talento: Fabrizio Sinisi, Jon Fosse in primis e poi anche Alberto Bassetti, Massimo Odierna, Margaret Atwood, Ritzos….per citarne alcuni.

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