Cos’è: Il vocabolario Treccani definisce la famiglia nucleare come quella famiglia “costituita dal solo nucleo fondamentale, ossia padre, madre e figli, o anche soltanto marito e moglie”. La famiglia nucleare è il gruppo familiare convivente composta dai membri di un’unica famiglia nucleare, il gruppo formato dai genitori e dai loro figli. Secondo una definizione più ampia, la famiglia nucleare comprende sia i gruppi composti da due adulti in coppia, con o senza figli, sia quelli composti da un adulto con uno o più figli. Alcune definizioni più ristrette la riducono ai casi in cui sono presenti entrambi i genitori. Una persona non può appartenere a due famiglie contemporaneamente. Se i figli fanno parte di un altro nucleo (se sono sposati o se hanno figli) non fanno parte del nucleo iniziale, indipendentemente dal fatto che vivano insieme o meno. Secondo il Cambridge Dictionary, il termine risale al 1947 ed è quindi relativamente nuovo, anche se non lo sono le strutture sociali che designa. Il passaggio dalle strutture familiari allargate a quelle nucleari in molte società non occidentali è spesso dovuto alla diffusione dei valori e della civiltà occidentali. Il primo antropologo a tentare una descrizione della famiglia nucleare fu l’americano George Murdock, il quale, nel tentativo, come i suoi predecessori Engels e Morgan, di difendere la famiglia occidentale, ricorse al termine “famiglia nucleare” per indicare il nucleo minimo dal quale si può comporre la famiglia (madre, padre e figli). Murdock sostituì il termine monogamica con il termine nucleare, in quando l’uso del primo termine evoca una netta contrapposizione rispetto alla poligamia, mentre il secondo risulta essere più neutro e, soprattutto, scientifico. Il concetto di famiglia nucleare, inoltre, non esclude nemmeno il concetto di poligamia, in quanto essendo universale costituirebbe la base di ogni tipo di famiglia. In tutto il mondo, le norme sulla struttura familiare sono diverse. Le rappresentazioni di ciò che costituisce una famiglia cambiano a seconda della cultura, della mobilità, della salute, della tradizione. In molte società, la necessità di essere sostenuti socialmente è un fatto molto comune, soprattutto quando i costi economici della formazione di un patrimonio sono molto elevati. In questi contesti, la famiglia nucleare diventa un ostacolo piuttosto che un’opportunità, e così emergono forme familiari diverse, come quella che in Occidente viene chiamata famiglia allargata.

L’antropologia e la sociologia studiano le famiglie e la loro composizione, cercando di definire le differenze tra i vari tipi di famiglia. Tuttavia, mentre l’antropologia è stata storicamente più ricettiva nell’analizzare tutti i tipi di famiglia esistenti, la sociologia guarda spesso alla famiglia nucleare come struttura. Bittman si chiede perché i sociologi promuovano l’idea della famiglia nucleare quando “pochissime società mostrano un attaccamento a questo tipo di famiglia”. L’aumento della famiglia nucleare è causato, secondo l’ipotesi dello stesso Bittman, da

  • L’aumento relativo dell’età media del matrimonio nelle società industrializzate.
  • Tassi di fertilità in calo e ritardo delle prime nascite tra le nuove coppie.
  • Il modello storico della fertilità instabile: passa da un boom a un crollo, a seconda di altri fattori socioeconomici e culturali.
  • L’invecchiamento della popolazione e la tendenza all’aumento dell’aspettativa di vita.
  • Aumentano i tassi di divorzio e la riluttanza a sposarsi.

Sulla famiglia consiglio l’ottima vignetta di Ginevra Diletta Tonini Masella, pubblicato all’interno della rivista Rewriters (https://rewriters.it/famiglia-2/).

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