I libri per bambini in cui si racconta o si presenta la famiglia sono tantissimi, la maggior parte dei quali propone una narrazione stereotipata della famiglia e delle relazioni interne ad essa. E’ per questo che bisogna a mio parere avere sempre le antenne ben alzate e cercare di proporre ai nostri piccoli lettori e lettrici libri che dagli stereotipi e dalla semplificazione girino alla larga.

Più facile a dirsi che a farsi, ve lo assicuro, ed è per questo che oggi vi propongo un’esempio, anzi due, di questo tipo di libri: originali, divertenti, aperti, non banali.

Si tratta della coppia di libri di Teresa Sdralevich La mia famiglia è uno zoo e La mia famiglia mi somiglia editi da Minibombo nella collana Bombi di cartone, si tratta infatti di due libri cartonati adatti ad essere maneggiati anche nella primissima infanzia.

Come è giusto che sia per questo tipo di libri, abbiamo a che fare con doppie pagine in cui lo sfondo neutro permette agli occhi del piccolo lettore e della piccola lettrice di non perdersi in particolari che in questo caso risulterebbero superflui per concentrarsi invece sul protagonista.

La protagonista di La mia famiglia mi somiglia è una bambina che si sente dire, pagina dopo pagina, a chi assomiglia: il naso del bisnonno Carletto, i piedi di Zio Arturo, la bocca della mamma e così via fino a quando fortunatamente la protagonista sbotta e…

Uffa!
Ancora con questa storia…
Io sono io!
Anche se….
la mia famiglia mi somiglia!

In queste poche e apparentemente molto semplici parole finali si rovescia la prospettiva ed è qui che c’è la forza e anche in qualche modo la novità di questo libro: non è il piccolo che assomiglia ai grandi, non è la bambina che assomiglia ai vari membri del parentale.

No! La bambina e la sua identità sono al centro, lei è solo se stessa e casomai è la sua famiglia che le somiglia. Un rovesciamento linguistico che da solo riesce a mettere al centro la bambina!

La ma famiglia è uno zoo, invece, dà forma di animali ad ogni membro della famiglia, il punto di vista, lo scopriamo solo alla fine, è quello del bambino o della bambina protagonista. E’ a partire da lui, o lei, ancora una volta, che la famiglia si relativizza e prende forma animale, dalla mamma giraffa alla zia mosca ecc.

Non sono esplicitate, né in un libro né nell’altro, le relazioni familiari al di fuori del grado della parentela con il bambino o la bambina protagonista ed anche questa scelta va nella duplice interessante direzione di mettere da un lato al centro il piccolo o la piccola protagonista; dall’altro di non cedere alla rappresentazione della famiglia tradizionale.

Ecco, se le tre cose da tenere sempre d’occhio quando si ha in mano un libro sono:

  • la presenza di stereotipi
  • la banalizzazione della narrazione
  • la semplificazione del linguaggio

direi che i libri della Sdralevich e in generale il grandioso lavoro della piccola e meravigliosa casa editrice Minibombo ci fa stare tranquilli da ogni punto di vista. Sappiamo di avere sempre in mano un libro di qualità, divertente e che accoglie il punto di vista non adulto ma del bambino o della bambina che legge.

Vi vengono in mente libri di questo tipo? In cui la semplicità apparente porta in sé un’educazione silenziosa dal punto di vista non banale e stereotipato?

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