Diciamocelo, Fiorella Mannoia quando si tratta di lasciare il segno lo fa, e pure bene. Conosciamo tutte le sue lotte femministe in tema di diritti delle donne, lo ha sempre fatto nella sua vita e nella sua carriera musicale. Da Quello che le donne non dicono a Che sia benedetta la sua impronta femminista non la toglie nessuno, rimane indelebile.

Detto questo, si è superata quest’anno nell’ultima edizione del Festival di Sanremo proponendo una canzone molto intensa e potente.

A Sanremo Fiorella Mannoia e la sua “Mariposa”

In Mariposa (testi e musiche di Cheope – F. Mannoia – C. Di Francesco – F. Abbate – M. Cerri – C. Di Francesco), l’artista originaria di Roma racconta la storia, la vita quotidiana, le fragilità, tra la risata e il pianto, la forza delle donne. Mannoia parla donne lavoratrici, madri, guerriere, regine e di tutto di più, ma soprattutto: LIBERE.

Libere da quegli schemi maschilisti, libere da un sistema patriarcale, che seppur messe da bastoni tra le ruote e dal penalizzante gender gap in qualche modo ne escono più forti dalle repressioni misogine, come ad esempio di streghe messe al rogo, di pericolo legato alla possessione come nei femminicidi e gli epiteti da bodyshaming. Libere appunto di volare come una farfalla (mariposa è farfalla in spagnolo e anche in sardo).

Donne temute, coraggiose, orgogliosamente libere

Racconta che comunque, piacciano o no, il mondo deve fare i conti con le donne, quelle donne che vengono temute per il loro talento o per il loro coraggio ad essere sé stesse.

Fiorella Mannoia nel brano focalizza molto la sorellanza, lancia un messaggio molto potente di unione reciproca. Ma soprattutto, di volersi bene con sé stesse e l’accettarsi per come si è.

Orgogliosamente donna. Orgogliosamente libere. Come una farfalla libera di volare.

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