In un’epoca letteraria dominata da una forte presunzione di realismo, le raccolte di racconti Il giorno in cui diedi fuoco alla mia casa di Francesca Mattei e Qualcuno che ti ami in tutta la tua gloria devastata di Raphael Bob-Waksberg trasportano il lettore all’interno di diversi spaccati di realtà con una narrazione per niente prevedibile e poco lineare, dunque molto più onesta.

Qualcuno che ti ami in tutta la tua gloria devastata racconta le relazioni umane (d’amicizia, d’amore o famigliari) attraverso liste, elenchi, poesie che non sono poesie e, infine, racconti che non seguono mai un unico filo conduttore. Dentro queste pagine si piange e si ride, si riflette senza mai prendersi troppo sul serio.

Il giorno in cui diedi fuoco alla mia casa racconta le relazioni mancate, con se stessi e con gli altri, con un approccio narrativo che stupisce per la sua singolarità stilistica e i suoi contenuti che non lasciano mai il lettore in equilibrio. Quello che è dentro i personaggi si mischia con quello che è fuori, in una vertigine che segue il ritmo della nostra insoddisfazione.

Entrambe le raccolte di racconti sono accomunate dal tentativo, che pervade la maggior parte dei testi che contengono, di esporre la realtà, raccontare un fatto o descrivere una persona adottando un punto di vista completamente estraneo all’oggetto. Straniamento, direbbero quelli bravi. Coraggio, direi io.

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