Franz Cerami, artista napoletano classe 1963, è un pioniere dell’arte digitale in Italia. 

La sua ricerca, caratterizzata da una costante sperimentazione di linguaggi e tecnologie, non si limita a digitalizzare l’arte tradizionale, ma esplora le nuove frontiere del visivo, creando opere immersive e interattive che coinvolgono lo spettatore a 360 gradi.  

Lo abbiamo intervistato in occasione della chiusura della sua ultima incursione artistica a Napoli, “Alter Oculus”.

Formatosi a Napoli, città dove vive e lavora, Cerami ha alle spalle un percorso ricco e variegato. 

Docente di Retorica e Digital Storytelling all’Università Suor Orsola Benincasa dal 2011, ha diretto festival di cortometraggi e di multimedia dedicati al patrimonio culturale, come Corto Circuito e Monumedia Festival

Esperienze che hanno contribuito a plasmare la sua visione dell’arte come strumento di comunicazione e di condivisione, in continua evoluzione con i tempi.

E se i tempi oggi ci parlano di fisica quantistica, di realtà multiple e di universi paralleli, l’arte di Cerami sembra cogliere e tradurre queste suggestioni in un linguaggio visivo innovativo.  La sua cifra stilistica, riconoscibile in installazioni come Alter Oculus (2024), si distingue per la semplificazione delle forme e la stilizzazione delle figure.

Un tratto, questo, che richiama l’immediatezza espressiva dei graffiti, dall’arte preistorica alle pitture rupestri africane, fino alla street art degli anni ’80, con artisti come Keith Haring e Jean-Michel Basquiat

Alter Oculus

Semplificazione e stilizzazione: un linguaggio universale per connettere con il pubblico

Proprio come nelle opere di Haring e Basquiat, anche in Alter Oculus la semplificazione delle forme e l’uso di colori vibranti contribuiscono a rendere l’opera di immediata fruizione,  creando un ponte comunicativo efficace con il pubblico. 

I volti stilizzati,  proiettati sulle cornici vuote della chiesa,  sembrano parlare un linguaggio universale,  che trascende le barriere culturali e linguistiche.

Questa identità visiva è ulteriormente rafforzata dall’identità sonora,  creata in collaborazione con l’artista sonoro Michele Chavarini. 

Ritmi ossessivi e percussioni tribali accompagnano l’esperienza visiva,  amplificando il senso di immersione e di partecipazione collettiva.  

Oltre i confini del reale: l’arte digitale come strumento di esplorazione

L’arte digitale, nelle mani di Cerami, diventa uno strumento di esplorazione di nuove dimensioni,  di riscrittura dei processi di produzione e di fruizione dell’opera. 

L’artista non si limita a rappresentare la realtà, ma la ricrea, la trasforma,  la riscrive attraverso il linguaggio del digitale.  

Le sue opere, spesso ambientate in spazi pubblici o in contesti architettonici con un’identità precisa, come nel caso di Alter Oculus o di Lighting Flowers, creano un dialogo tra passato e presente, tra reale e virtuale, tra fisico e digitale. Un dialogo che si alimenta di contrasti e di sovrapposizioni, in un gioco di specchi che riflette la complessità del mondo contemporaneo.

Lighting Flowers

Lighting Flowers è un’installazione di graffiti digitali che riqualifica aree periferiche, luoghi di passaggio secondo Franz Cerami, attraverso fiori luminosi. L’ultima installazione è a Bagnoli (Napoli). Le opere, create con disegno manuale a olio e grafite e poi digitalizzate, sono dipinti in movimento che reinterpretano la realtà circostante. Il progetto, già realizzato a Roma e Napoli, è in programma anche per altre città, tra cui Berlino, Londra, Parigi, New York e Shanghai. 

Cerami, con i suoi interventi di videomapping su edifici e monumenti, come Lighting Flowers (2018) e Pink City (2019), trasforma il paesaggio urbano in una tela digitale, su cui proiettare visioni oniriche e suggestioni poetiche.

L’arte, in questo modo, esce dai musei e dalle gallerie, per entrare in contatto diretto con la vita delle persone, rigenerando gli spazi urbani e stimolando la partecipazione collettiva.

Alter Oculus: l’occhio che connette e rigenera

In Alter Oculus, Cerami esplora il potere dello sguardo, inteso non solo come atto fisico, ma anche come atto simbolico e spirituale.

Le undici proiezioni che hanno animato le cornici vuote della Chiesa di Santa Croce e Purgatorio al Mercato a Napoli, un tempo custodi di opere d’arte andate perdute, rappresentano un’assenza che si trasforma in presenza.  

I volti digitali, caratterizzati da una stilizzazione che richiama l’arte classica, sembrano emergere dal vuoto, creando un dialogo silenzioso tra passato e presente, tra memoria e oblio. 

L’occhio, in questo contesto, diventa un ponte tra mondi diversi, uno strumento di connessione tra l’uomo e l’universo, tra il visibile e l’invisibile.

L’esperienza di Alter Oculus è un viaggio sensoriale ed emozionale, in cui lo spettatore è invitato a immergersi in un’atmosfera suggestiva e avvolgente.

La luce e il movimento delle proiezioni, accompagnati da un sound design minimale ed evocativo, creano un senso di sospensione e di mistero, stimolando la percezione a 360 gradi.

Riscrivere i canoni, rigenerare la realtà

Franz Cerami, con la sua visione innovativa e il suo linguaggio poetico, si inserisce a pieno titolo nel panorama dei riscrittori contemporanei, di quegli artisti che, attraverso la sperimentazione e l’innovazione, contribuiscono a ridefinire i canoni dell’arte e a rigenerare la realtà.  

La sua arte digitale, ricca di suggestioni e di rimandi alla fisica quantistica, ci invita a guardare il mondo con occhi nuovi, a riscoprire la bellezza e la complessità dell’universo, a connetterci con gli altri e con noi stessi in un’esperienza di condivisione e di crescita collettiva.

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