Generazione changemaker: affrettatevi, la call chiude il 19 novembre
L'Agenzia Nazionale per i giovani e Ashoka cercano giovani changemaker motivati a cambiare le cose per il bene di tutti. I requisiti? Empatia, coraggio e indole visionaria.
L'Agenzia Nazionale per i giovani e Ashoka cercano giovani changemaker motivati a cambiare le cose per il bene di tutti. I requisiti? Empatia, coraggio e indole visionaria.
In occasione della Call Giovani Changemaker dell’iniziativa Gen C promossa dall’Agenzia Nazionale per i Giovani e Ashoka ho voluto chiedere di che cosa di trattasse direttamente al caro amico Luca Solesin, Responsabile Gestione progetti Scuole e Giovani per Ashoka Italia.
Ciao Luca, chi è Ashoka?
Ashoka è il più grande network mondiale di imprenditori sociali innovativi, visionari, rivoluzionari.
Sono persone che cambiano il mondo dando vita a idee e progetti che rispondono a bisogni sociali diversi e creano nuove forme di collaborazione e relazione, generando un forte impatto sociale.
Ashoka ricerca e accompagna questi imprenditori lungo un percorso di condivisione dei loro progetti, per generare un cambiamento dell’intero sistema, dare vita ad alleanze e ispirare nuove forme di innovazione sociale.
La vostra Missione?
Ashoka da 40 anni e in oltre 90 paesi agisce per abilitare il cambiamento sociale e ambientale. Con gli adulti, selezionando, sostenendo e mettendo in rete i leader più visionari che operano nell’innovazione sociale per generare cambiamenti sistemici. Con i giovani intervenendo sui fattori di contesto per consentire ai bambini e ai ragazzi di intraprendere un percorso di consapevolezza che li veda protagonisti del cambiamento. Per raggiungere questi obiettivi, Ashoka promuove partnership multisettore, co-creando e facilitando l’implementazione di soluzioni innovative.
Ma tu non facevi l’attore per la Disney?
Si, ma poi ho capito che non era il mio mondo. Volevo cambiare le cose e ci sono tanti imprenditori sociali che usano l’arte per cambiare il mondo. In tutta la formazione che conduco io con i giovani ci metto gli scout e il teatro e il gioco è fatto.
Come sei entrato in Ashoka?
Stavano cercando un presentatore per l’evento di lancio del progetto scuole changemaker e che sapesse qualcosina di educazione, poi è venuto fuori che stavo finendo il dottorato in politiche educative internazionali e stavo cercando lavoro.
In generale dopo il dottorato e l’Unesco cercavo una organizzazione che: 1) fosse a Milano, 2) fosse internazionale, 3) avesse una visione educativa che mi piacesse
(non avrei mai potuto lavorare per la banca mondiale per intenderci).
Qual è l’obiettivo della call?
L’obiettivo è creare una “contro-narrativa” rispetto alla Generazione C(ovid), raccontando di una Generazione C(hangemaker). Cerchiamo due cose:
1) un gruppo di giovani changemaker che mostrino che in Italia i giovani non sono tutti sdraiati, bamboccioni, “sconfitti della Dad”, o, se se ne vanno all’estero, sono dei maledetti ingrati.
2) Un gruppo di partner che dice di voler lavorare con i giovani ma non lo fa mai, e con questo gruppo di giovani ora ci deve lavorare.
Chi è un giovane Changemaker, ce lo puoi descrivere?
Un/a giovane changemaker possiede molte qualità: è empatico, visionario, coraggioso, consapevole, motivato e determinato a cambiare le cose per il bene di tutti. I Changemaker sono di esempio, coinvolgono ed ispirano i propri coetanei e le comunità di cui fanno parte per generare processi virtuosi innovativi di valore per la società, promuovono il territorio, realizzano progetti sociali e culturali e sostengono e lanciano iniziative di protagonismo giovanile.
I criteri di selezione?
Abbiamo 4 criteri: 1) aver realizzato una iniziativa di protagonismo giovanile, 2) aver creato dei risultati, 3) sentirsi changemaker (e ti metto la descrizione), 4) co-leadership
I requisiti?
Avere una età compresa fra i 13 e i 25 anni (Giovani changemaker).
Avere un’età compresa fra i 25 e i 35 anni (Mentori).
Cosa vorresti da questa call?
Creare quel “futuro ancora da creare” che ci spinge a cambiare le cose!
Luca Solesin è un giovane che si è nutrito di pane e rose, di immaginazione e impegno civile, di studio e di relazioni, di conoscenze e competenze. Dal primo momento in cui l’ho conosciuto ho capito che aveva dentro una scintilla che avrebbe acceso una luce nel buio della burocrazia e della rassegnazione. Lui è ancora giovane, è del ’90, in Italia praticamente ancora un bambino. Il suo impegno e quello di questa call è di risvegliare quel meraviglioso potenziale di cambiamento che c’è nelle nuove generazioni che ha bisogno di essere ascoltato, accolto, nutrito, incoraggiato e solo così potremo liberare il futuro dalle gabbie delle paure del passato.
Affrettatevi: c’è tempo fino al 19 novembre.