‘Going viral’: la terra promessa di tutti i content creator (e aziende)
Come la viralità sui social media cambia il panorama mediatico e perché sempre più aziende stanno investendo per raggiungere questo obiettivo.
Come la viralità sui social media cambia il panorama mediatico e perché sempre più aziende stanno investendo per raggiungere questo obiettivo.
Post pandemia sui social tutti ambiscono a diventare protagonisti, to go viral (letteralmente, andare virali). E con le repentine variazioni di tendenze e algoritmi, la terra promessa sembra sempre più lontana.
Ma che cosa significa andare virali? E in che modo questo concetto è riuscito a surclassare qualsiasi altro obiettivo di social media strategist e content marketer di tutto il mondo?
Che i social media stiano ridisegnando il modo di fare marketing e comunicazione è ormai evidente. Secondo l’analisi Advertising Expenditure Forecast di Zenith, in termini di pubblicità, il peso dei social media sarà sempre più importante: sono proprio i social a mostrare la crescita più veloce, con un tasso annuo di incremento del +14,8% dal 2021 al 2024.
All’interno della cerchia dei canali eletti, in Italia nel 2021, YouTube si guadagna il primo posto. Col fiato sul collo Facebook e Instagram, che permane sul podio. In quarta posizione arriva Pinterest che supera LinkedIn e Twitter, prediletti per le proprie capacità di stare sulla notizia e sui trend del momento.
Tuttavia, gli occhi di tutti – utenti ed aziende – sono sempre più puntati sul fenomeno degli scorsi anni, TikTok, che continua ad ampliare la sua audience e ad arrivare a 9,6 milioni di persone (Fonte: dati Audiweb-Nielsen).
È proprio TikTok a lanciare il sogno della viralità e ad invogliare tutti a diventare content creator. Infatti, l’algoritmo della piattaforma prediletta dalla maggior parte dei Gen Zers è particolarmente predisposto per permettere ai contenuti di raggiungere un pubblico di milioni di spettatori.
In un mercato di logiche globalistiche, occorre adattarsi e cavalcare l’onda crescente della digitalizzazione. Con la normalizzazione dello smart working e con l’informatizzazione degli utenti e dei processi del mondo del lavoro, anche il consumatore finale è sempre più connesso e raggiungibile sui social.
Così si forma l’habitat ideale per le aziende per comunicare i propri valori, prodotti e servizi. In un contesto di questo tipo, l’essere presente è presto passato da nice to have per la propria comunicazione aziendale, a must have.
Attraverso i canali social e soprattutto l’influencer marketing, si raggiunge efficacemente l’obiettivo di posizionare il proprio prodotto, rispetto ad un’audience ben profilata e con un grado di attenzione più elevato rispetto a quello prospettabile dai mezzi classici dei media tradizionali. Quest’anno si aggiunge un altro pezzo al puzzle: vincere il premio viralità e la fama che ne consegue.
Sempre più aziende sono alla ricerca del segreto dietro alcuni dei contenuti più virali di Internet per riprodurli e ottenere una maggiore attenzione. I contenuti che innescano tale coinvolgimento possono sembrare totalmente casuali, ma diversi studi dimostrano il contrario.
Esiste dunque una ricetta alla base del going viral?
I pilastri della reach e dell’engagement dei contenuti sui social media sono fondamentali per spiegare come (e quali) campagne risuonano con i consumatori e li ispirano ad agire ulteriormente.
Lo stesso possiamo dire per i trend: essere di tendenza è la chiave per diventare protagonisti online. Ciò significa che i brand devono comprendere le piattaforme, le tendenze, e altre sfumature generazionali, altrimenti, si corre il rischio di apparire inautentici – uno dei più grandi errori che si possono commettere online e un modo altrettanto rapido per perdere la fiducia del proprio pubblico.
Anche creare contenuti che colpiscano gli spettatori e che facciano leva sulla componente emotiva – che si tratti di felicità, malinconia, rabbia, riconoscibilità – è un’ottima strategia per emergere tra la folla.
Quando il contenuto è in grado di suscitare nello spettatore un’emozione, quest’ultimo desidererà condividerlo con altri in modo che anche loro possano provare la stessa cosa. Le storie personali che ispirano ed emozionano sono alcune delle categorie di contenuti più prevedibilmente virali, così come contenuti visivamente appassionanti e coinvolgenti che gli utenti vorranno condividere.
Ma i reali segreti della viralità sono la coerenza (in termini di quantità e qualità) e la familiarità. Nessuno raggiunge il successo dall’oggi al domani, le persone apprezzano e interagiscono con ciò che considerano abituale e affidabile.
Potrebbe esserci una spinta PR iniziale, ma i contenuti veramente virali cresceranno organicamente, al di là degli sforzi del marketing. Le future risposte virali e il coinvolgimento dureranno molto più a lungo se i contenuti sono coerenti e autentici rispetto alla relazione tra brand e fan esistenti e potenziali.
In uno scenario in cui il cambiamento è sempre più rapido, risulta difficile prevedere ciò che il futuro potrebbe avere in serbo per noi. Negli ultimi anni abbiamo assistito a una vera e propria metamorfosi dei comportamenti di consumo in quasi tutti i settori di mercato e i cambiamenti non sono terminati.
Per restare sulla cresta dell’onda, dunque, aziende e content creator devono essere rapidi. È importante adattare la propria strategia aziendale in modo da agire prontamente e rispondere a queste variazioni.
Secondo alcuni dati di Google, sempre più persone hanno cercato ispirazione e idee online, e con sempre più contenuti disponibili, coinvolgere immediatamente lo spettatore e tenerlo concentrato per i primi minuti è fondamentale – ancora di più se si considera che parallelamente il livello di attenzione degli utenti sta calando.
Colpa di TikTok (o grande merito) se i video brevi diventano di tendenza per gli altri social, se la leggerezza diventa una prerogativa.
E, infine, occorre osservare più attentamente l’engagement e i desideri del proprio pubblico. L’era dell’autoreferenzialità è finita. I brand si affideranno sempre di più ai content creator, esperti navigatori di questi mari. La creator economy esiste da circa un decennio, ma ha avuto un boom durante la pandemia, quando le persone hanno cercato nuovi modi per diversificare il proprio reddito.
Che fare dunque? Non ci resta che salpare verso la terra promessa, magari partendo proprio con una lettura istruttiva come TikTok marketing. Video virali e hashtag challenge: come fare business con la Generazione Z di Ilaria Barbotti.
Ines Nicolai