Nel mondo della musica si dice che tu possa suonare bene Bach quando inizi ad avere i capelli bianchi. Questa settimana vi racconto la storia di un musicista che ha saputo suonare in maniera straordinaria una delle sue opere più grandi, le Variazioni Goldberg, molto prima dell’arrivo dei capelli bianchi.
Quando si parla delle Goldberg di Bach il nome dell’interprete che deve venire in mente è Glenn Gould, l’artista che all’apice della sua carriera decise di non fare più concerti per dedicarsi solo alle incisioni.
Gould suonava sempre con la stessa panca (la sedia che utilizzano i pianisti), che nel suo caso era una sediolina pieghevole costruitagli dal padre, in cui ciascuna gamba poteva essere regolata in altezza. Spesso scricchiolava, producendo rumori di fondo, che come sapete nel mondo tradizionalista della musica classica non saranno stati graditi. Ma questo per Glenn non era importante. La grandezza di questo artista è stata sicuramente la sua capacità di suonare per se stesso e probabilmente per il suo ideale interlocutore Johann Sebastian Bach.
Nel 1955 esce l’album dedicato alle Variazioni Goldberg e fu subito leggenda. Sicuramente l’essere anticonformista di Glenn e la sua aurea dark aiutò ulteriormente le vendite del disco che furono paragonabili ai grandi artisti Rock del tempo.
Lontano da tutto quello che era stata l’interpretazione precedente, il Bach di Gould è poco filologico con un fraseggio e un’articolazione trasparente nella sua assoluta fluidità quasi a ricordare il significato del nome di Bach (ruscello, nella traduzione tedesca) nella sua più profonda accezione.
Le Variazioni Goldberg e loro correlazione con la notte ed il silenzio si fondano sull’aneddoto narrato nel 1802 dal biografo bachiano Johann Forkel: le Variazioni Goldberg sarebbero state scritte per il Conte Von Keyserling, l’ambasciatore russo a Dresda che, per rasserenare le sue notti insonni, desiderava nuova musica da far eseguire al suo clavicembalista, Johann Gottlieb Goldberg.
Gould è morto a Toronto per un ictus il 4 ottobre del 1982. Aveva da poco compiuto i cinquanta anni. La sua interpretazione del I preludio del ‘Clavicembalo ben temperato’ di Bach è stata inserita nella raccolta di suoni della Terra inviati con la sonda ‘Voyager 2’ fuori dal sistema solare. Qui nella terra invece vi consiglio di ascoltare le Variazioni Goldberg, una pietra miliare della musica ed un’esperienza mistica per l’ascoltatore.
Vorrei lasciarvi con le parole di Glenn Gould: “non è che io sia asociale, ma credo che se un artista vuole utilizzare il cervello per un lavoro creativo, ciò che si chiama autodisciplina ‐ che non è altro che un modo per sottrarsi alla società ‐ sia assolutamente indispensabile”.