L’Orlando Furioso del Banco come in un film di Quentin Tarantino. L’amore accade. Angelica è tornata con sembianze di luna viola. Orlando, le forme dell’amore è il concept album del Banco del Mutuo Soccorso di quel gigante che è Vittorio Nocenzi.

Un’opera preziosa, delicata, rabbiosa, poetica, moderna, contemporanea, necessaria, irripetibile, monumentale. Per sempre. Con questo lavoro il Banco entra di diritto al fianco di Mozart, Gershwin, Astor Piazzolla, Led Zeppelin e Morricone. A lungo gli accademici e critici hanno dibattuto se la musica dei cantautori sia una forma di poesia e la risposta viene da quest’album del Banco: la musica progressive è letteratura, prosa, educazione sentimentale, speranza, lotta continua, albero, religione. Vita.

Sono passati cinquant’anni dal disco del salvadanaio. Non c’è più Francesco Di Giacomo ma l’ippogrifo aleggia ancora sulla spalla di Vittorio Nocenzi e l’opera sull’Orlando furioso sembra scritto cinquan’anni fa come il salvadanaio sembra scritto oggi. C’è una continuità, un abbraccio, una scala infinita.

A Nocenzi bisognerebbe intitolare una città intera, un pianeta, una luna, è forse l’ultimo dei visionari, l’ultimo Don Chisciotte. Nocenzi ci dona tavole preziose, come quelle di Gustave Dorè, srotola la storia dell’Ariosto incidendo musica nell’inchiostro, un urlo disperato capace di alzarsi in volo dal mondo malato per mirare al cielo, per smascherare ogni meschinità e raccogliere ogni piuma e ricucire quelle ali spezzate di una umanità in fiamme incapace d’amore.

Delle quindici tracce voglio raccontarvi il brano più coraggioso, rivoluzionario, struggente, devastante, lacrimoso e immortale. L’amore accade cantato da Viola Nocenzi.

Viola Nocenzi

Un vero manifesto, un atto civile, profetico, rivoluzionario per la musica progressive. Osare la voce, quella di una donna. La voce di Viola che diventa quella di Angelica avrebbe commosso anche Ludovico Ariosto stesso. Ha la grazia di Ute Lemper e la profondità di una Proserpina con sembianze della Diamanda Galas più dolce.

Un canto orfico in dissonanza con sotto none e settime e continui controtempi da tre quarti a quattro quarti. Viola Nocenzi canta da contralto, una grande intuizione di Vittorio Nocenzi che ha probabilmente voluto mantenere intatta la dolcezza e l’accoglienza femminile ma in un’autodeterminazione femminista che sovverte e allo stesso tempo consegna una fisicità da combattente partigiana al personaggio di Angelica intuendone l’intenzione profetica dopo cinquecento anni.

Angelica-Viola stravolge ogni schema della scrittura musicale, si spoglia della veste da soprano e di donna indifesa e si arma di una straordinaria autodeterminazione da contralto sfidando fisica e conformismo. Una donna che guarda negli occhi l’uomo e decide il proprio destino.

E la commozione arriva da ogni sfumatura della voce di Viola Nocenzi, un fiore che resiste al vento, che lascia entrare ogni raffica accogliendone le folate ma senza piegarsi alla forza. Il cuore di Angelica è puro e libero. Al di là dello stato di principessa, il suo essere la donna più bella del mondo e di avere come promesso il paladino Orlando. Questo non basta, la follia bisogna meritarsela come l’amore e per questo lei sceglierà il Moro, un soldato semplice tuttavia continuando ad essere capace di pietà per il dolore di Orlando ma senza inginocchiarsi al suo volere.

La musica è un valzer elettrico dove trova spazio anche un oboe. Una composizione minimale e allo stesso tempo carica di sprazzi di genio. È questo Vittorio Nocenzi. L’amor cortese è ora amor civile, salvifico, orchestrale, psichedelico, liturgico, classico, futuristico.

Il Banco del Mutuo Soccorso

Vittorio Nocenzi (piano, keyboards, vocals) dirige una vera orchestra di musicisti fuoriclasse: Filippo Marcheggiani (guitar, vocals), Nicola Di Già (guitar), Marco Capozi (bass), Fabio Moresco (drums) e Tony D’Alessio (vocals) che raggiunge la perfezione in Non credere alla luna con uno strepitoso Carlo Micheli al sax tenore.

I testi vedono la penna di Paolo Logli e le musiche di Vittorio Nocenzi e di suo figlio Michelangelo. Pubblicato per l’etichetta Inside Out Music/Sony Music Group vede la sapienza produttiva di Paolo Maiorino e si preannuncia un tour europeo ad opera di Antonio Convertini per Kino Music.

Vittorio e Michelangelo Nocenzi

Se Orlando Furioso di Ludovico Ariosto è il poema capolavoro del Rinascimento italiano, Orlando: le forme dell’amore è l’opera musicale capolavoro della letteratura musicale contemporanea. Mi è capitato di incontrare Vittorio Nocenzi in occasione del loro live alla Casa del Cinema di Roma qualche mese fa. Il mio produttore Antonio Convertini mi aveva chiesto di realizzare un reportage/conversazione per raccontare la storia del Salvadanaio.

Cosimo Damiano Damato e Vittorio Nocenzi raccontano i 50 anni del Salvadanaio

Mi son ritrovato dinanzi ad un vero filosofo, un poeta, un uomo, un musicista, un visionario, un pezzo della cultura italiana. Dal nostro lungo, appassionato, fraterno e autentico dialogo (ricordando anche Gabriella Ferri e Alda Merini) mi porto anche una certezza: il secondo tempo del Banco del Mutuo Soccorso, con Transiberiana prima ed ora con l’Orlando e la voce di Tony, è benedetto senza alcun dubbio da Francesco Di Giacomo. Lunga vita al Banco del Mutuo Soccorso e all’ippogrifo.

Tony D’Alessio, la voce del Banco del Mutuo Soccorso
Francesco Di Giacomo e Vittorio Nocenzi

   

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