Il corvo: dal paradigma di Esopo alle suggestioni dark di James O’Barr per capire questo uccello
Dalla mitologia nordica alla poetica di Allan Poe, dalla favola di Esopo al romanzo di O'Barr fino al cinema di Pasolini ecco come scoprire il corvo.
Dalla mitologia nordica alla poetica di Allan Poe, dalla favola di Esopo al romanzo di O'Barr fino al cinema di Pasolini ecco come scoprire il corvo.
Il corvo, intelligente e famelico, monogamo e solidale, è un passeriforme di dimensioni medio grandi, la sua colorazione ha i toni del nero con riflessi violacei, la testa è piccola con un becco forte e lievemente incurvato ad uncino, gli artigli sono ricurvi per catturare le prede.
Si tratta di uccelli diurni che conducono, generalmente, una vita solitaria o di coppia ma in caso di ampia disponibilità di cibo possono formare stormi molto grandi. Hanno bisogno di circa 330 grammi di cibo al giorno e questo li porta sia a fare scorte per i momenti di necessità (buchi naturali, piccoli nascondigli sono la loro dispensa) sia a condividere il cibo con la famiglia o con il branco.
Per comunicare tra loro dispongono di vari tipi di vocalizzazioni di cui i gracchi sono i più conosciuti ma sono anche in grado di riprodurre i richiami di altre specie.
I corvi vivono a lungo e sono monogami, dividono la vita con la propria compagna e durante la riproduzione la coppia collabora in ogni fase.
Sono esseri intelligentissimi e con grande capacità di adattamento. Esopo, in una sua favola, racconta di come un corvo assetato riesca a far salire il livello dell’acqua in una brocca gettando all’interno piccole pietre così da potersi dissetare. La storia – definita paradigma di Esopo – forse in parte vera, è diventata un comune paradigma di indagine per chi studia l’intelligenza animale.
Al corvo si attribuiscono significati opposti: nella cultura occidentale è spesso messaggero di eventi funesti, se non infernali, per la cultura dei nativi americani invece è in contatto con il grande Spirito, possiede la comprensione sia del mondo che degli uomini, è simbolo di trasformazione. Tutti questi significati hanno in comune il concetto di passaggio: dalla vita alla morte, dal male al bene, dall’ignoranza alla conoscenza, dal buio alla luce.
Nella mitologia nordica, Odino, divinità principale e multiforme associata alla Sapienza, ha due corvi Huginn e Muninn, Pensiero e Memoria. Pensiero e Memoria escono all’alba e, dopo aver viaggiato per il mondo, la sera mormorano ad Odino le informazioni raccolte. I due corvi sono i messaggeri personali di Odino e come lui godono di peculiarità sciamaniche, sono infatti in grado di viaggiare tra i 9 regni dell’albero cosmico della vita (Yggdrasil).
Conoscere per essere consapevoli, conoscere per essere parte del sistema Terra.
Il corvo è Pensiero e Memoria, comprensione e preveggenza, moderno e tragico grillo parlante nel film del 1966 Uccellacci ed uccellini di Pier Paolo Pasolini, presenza sovrannaturale tra la vita e la morte, compagno di viaggio nella follia o nella vendetta, compagno di viaggio nelle nostre metamorfosi.
Edgar Allan Poe nella poesia Il corvo – pubblicata nel 1854 nella raccolta Il corvo ed altre poesie – ci narra di un corvo parlante che alle domande di un uomo disperato per la perdita della sua amata Lenore e dilaniato dai sensi di colpa, risponde sempre e solo con: ”Nevermore”, “mai più”. Il corvo accompagna il protagonista nel viaggio, auto distruttivo, verso la follia.
Tra il 1988 ed il 1989 James O’Barr pubblica una prima edizione di The Crow (Il Corvo), nel 2013 in Italia viene pubblica l’edizione aggiornata e definitiva
Graphic novel potente e suggestiva racconta il dolore senza fine di Eric Draven ucciso assieme alla sua fidanzata, del suo insanabile senso di colpa per non averla salvata, del suo desiderio di vendetta e dell’amore che non muore. Una presenza sovrannaturale, un corvo tramite tra il mondo dei vivi e quello dei morti, gli consentirà di tornare in vita fino a quando non avrà terminato la sua spietata vendetta guidata da dolore e follia. E’ una storia dark, dall’ambientazione cupa e malinconica. Da leggere, anche per i non appassionati.
Il corvo, se guardiamo oltre le apparenze oltre i pregiudizi, è simbolo del complesso processo di metamorfosi della vita, dei cambiamenti che ci troviamo davanti o della paura di affrontare un avvenimento difficile.
Se riusciamo a vedere al di là del suo aspetto e della sua fama troviamo un essere senziente, un amico (si racconta che il corvo, che si cibava dalle mani di San Benedetto, un giorno gli portò via un pane avvelenato prima che lo mangiasse) che è parte integrante e fondamentale di Gea. Impariamo ad ascoltare i racconti di Pensiero e Memoria, impariamo ad essere custodi.