Come ogni anno ho difficoltà a lasciare andare l’estate. Perciò decido di passare qualche giorno sull’isola di Lampedusa, alla ricerca dell’ultimo sole che scotta ancora sulla pelle… Credo, infatti, che

“La pioggia e sole cambiano la faccia alle persone, compresa la mia“.

L’isola di Lampedusa è la più a sud del nostro Paese. Venti chilometri quadrati di terra piatta che le trasformazioni geologiche hanno sottratto all’Africa e regalato all’Italia. La sua massima altezza è di soli 133 mt. sul livello del mare.

Dopo appena un’ora di volo da Roma sono sopra l’isola. Riesco a vederla tutta: uno scoglio piatto, illuminato da un raggio di sole che è riuscito a trafiggere le numerose nuvole.

Lampedusa, per molti rappresenta una possibilità

Mentre l’aereo fa la sua manovra di atterraggio, penso a come negli ultimi anni Lampedusa richiami alla mente solo immagini di sbarchi e di gente disperata, di sofferenza. Per i migranti rappresenta un avamposto, il primo passo verso una nuova vita. L’hotspot ne ospita molti di più del previsto (anche più di 2000 contro i 400 per cui è abilitato…), le condizioni sono al limite della sopportabilità (si pensi solo che le persone ospitate sono ammassate insieme: donne uomini e bambini, senza nessuna barriera né intimità). Ma nonostante tutto per queste persone disperate rappresenta una possibilità.

Appena si scende dall’aereo ti accoglie un caldo abbraccio di vento dal mare. Mentre vado verso la mia sistemazione, comincio ad apprezzare il territorio: è brullo, essenziale e regna un silenzio quasi innaturale. 

Il viaggio dall’aeroporto al campeggio, dove ho deciso di sistemarmi, è breve e ho il tempo di vedere Cala Greca al tramonto (vi si accede proprio dal campeggio).

Una bella immagine di pace: l’acqua è ferma e posso apprezzare  le sue trasparenze , la posidonia e le rocce piatte. 

Cala Greca

Il campeggio La Roccia è l’unico che c’è sull’isola: trovo un clima amichevole, bungalow ombreggiati e dotati di ogni confort. Ho anche una veranda dove posso godermi pacificamente il fresco della sera.

Durante la notte imperversa un inaspettato temporale, incredibilmente violento, inusuale a Lampedusa, dove di media piove 40 giorni l’anno e mai d’estate. La mattina dopo è ancora piovoso. In realtà è una fortuna: posso vedere l’isola e i colori della terra demarcati e netti, non offuscati dalla calura. La vegetazione sembra godere della pioggia che la bagna. E’ generosa e rilascia i suoi profumi e tutte le fragranze possibili, accentuate dall’umidità.

Il patrimonio floreale dell’isola

Lampedusa ha un patrimonio floreale peculiare: troviamo sia specie vegetali appartenenti all’Africa settentrionale, che ne testimoniano i collegamenti preistorici, sia flora tipicamente mediterranea.

Purtroppo  nei secoli passati l’isola ha subito un disboscamento quasi totale. Iniziò nell’800, anno in cui si pensò di farla diventare una colonia di agricoltori. Purtroppo la siccità rese impossibile questo progetto e a fine ‘800 venne completamente disboscata per far fronte alle richieste di carbone della Sicilia. Da allora l’agricoltura venne abbandonata e l’isola si convertì totalmente alla pesca.

Fortunatamente dal 2004 c’è un grande impegno da parte della Regione Sicilia e di altre associazioni per realizzare un progetto di rimboschimento, con piante autoctone come il corbezzolo, il mirto, il pino marittimo: un impegno costante di semina e piantumazione. Esplorando l’isola si osservano i progressi di questo progetto, specie nella parte occidentale. Infatti la parte orientale è più inospitale, schiaffeggiata dai venti dal mare e, di conseguenza, arida.

Lampedusa è una grande riserva naturale e l’impegno primario è quello di ridurre l’impatto delle attività umane sulla natura, in particolare nella difesa delle tartarughe marine e di una particolare specie di delfino, (Progetto europeo LIFE Natura DEL.TA in collaborazione con Legambiente).

Approfitto del clima fresco per girare l’isola a piedi e apprezzarne ogni angolo. Il perimetro costiero è di appena 40 km. Si può iniziare il giro mantenendosi vicino alla costa. Anche se non ci sono sempre sentieri, si cammina facilmente sulle rocce piatte e levigate.

Durante il cammino trovo relitti e anche oggetti abbandonati dai migranti sbarcati sulle coste. Mi assale una grande tristezza e angoscia al pensiero che su quelle rocce , in tutte le stagioni e con qualsiasi meteo e condizione del mare, delle persone cerchino una speranza.

Relitti sulla costa di Lampedusa
Ancora relitti

Il paesaggio è bellissimo. La costa è un susseguirsi di cale: Cala Spugne, Cala Maluk, Cala Francese fino a Punta Sottile dove si trova il centro di recupero delle tartarughe Caretta Caretta. Organizzarsi per la visita: è aperto al pubblico solo il pomeriggio. Ospita esemplari feriti o bisognosi di cure che, appena possibile, riavranno la libertà.

Centro di recupero delle tartarughe caretta caretta

Proseguendo s’incontra la Grotta del Bue Marino, Cala Pisana, Cala Creta. Meritano una visita particolare la Cala Mar Morto e il suo arco naturale.

Si arriva al Faro di levante; il vento è forte, osservo uno splendido panorama e respiro a pieni polmoni l’aria profumata di salsedine.

Faro di Levante

Il tratto di costa nord orientale è caratterizzato da falesie che scendono a picco sul mare: modellate dal tempo, hanno dato origine a grotte, cunicoli e cavità ipogee. Questo tratto di costa non concede nessun accesso al mare ma ci regala dei bellissimi panorami. Bisogna fare molta attenzione a non distrarsi per non cadere nel mare impetuoso di questi giorni.

La costa occidentale ha due delle spiagge più belle dell’isola. La prima è la famosa Spiaggia dei Conigli con la sua isola omonima. Per raggiungerla bisogna percorrere circa 800 metri di un sentiero ben costruito.

In realtà l’Isola dei Conigli è collegata alla spiaggia da un istmo che consente di  raggiungerla a piedi ma in alcune ore del giorno, a causa dell’alta marea, l’istmo è sommerso. La zona è protetta e non si può circolare liberamente. Anche gli ingressi sono contingentati e bisogna prenotarsi online con largo anticipo, specie nei fine settimana. La spiaggia è bianca, la sabbia fine e l’acqua cristallina, calda e invitante.

E’ una riserva naturale protetta e fa parte del progetto LIFE Natura, finanziato dall’Unione Europea. È presidiata ventiquattro ore al giorno da Legambiente poiché qui vengono a depositare le uova le tartarughe Caretta Caretta, ogni anno in giugno. I nidi sono protetti e sorvegliati fino al momento della schiusa delle uova .

Sempre nella parte occidentale c’è Cala Pulcino, selvaggia, rocciosa, difficile da raggiungere. Il lungo sentiero è un po’ impervio, attraversa una zona boscosa e piacevolmente ombreggiata. Sulla spiaggia rocciosa troverete sassi e alghe ma la trasparenza dell’acqua è peculiare: viene, infatti, chiamata la cala delle barche volanti perché,quando il mare è calmo, la loro ombra si proietta sul fondo e sembra che le barche volino e non galleggino.

L’unico paese presente sull’isola è Lampedusa popolato da molti turisti e isolani. La zona portuale è molto vivace. Barche di pescatori, turistiche, qualche barcone. Molti ristoranti e speciali pescherie/gastronomie che cucinano in modo delizioso il pescato del giorno. Degna di nota è sicuramente Pescheria da Gianni dove di può scegliere il pescato del giorno che viene cucinato e servito al momento; offre anche un’ottima selezione di vini.

In paese si può passeggiare per via Roma tra caffè e negozi di ogni genere; si può visitare l’archivio storico che ha l’obiettivo di mantenere l’identità territoriale di Lampedusa. Raccoglie da anni tutta la documentazione storica riguardante l’Isola.

A Lampedusa c’è anche una bellissima usanza: molti cani randagi vivono liberamente. Non hanno l’aspetto trascurato e sembrano felici. All’inizio mi sono preoccupata di ritrovare i proprietari ma poi ho appreso che

“I cani sono dell’isola, degli isolani e di tutte le persone che li amano”.

Io ho avuto la fortuna di avere la compagnia di un piccolo cagnolino che ho chiamato Meari (l’ho chiamato così perché saliva su tutte le auto Meari parcheggiate); mi ha accompagnata tutte le mattine per i primi chilometri di cammino. Mi è stato molto utile perché mi ha mostrato percorsi inconsueti. Per questo lo ringrazio.

A Lampedusa tutti vengono accolti con il sorriso e i cani non sono da meno.

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