Joha. Sono andata a cercare l’etimologia del nome. È una cosa che faccio sempre, così quasi per entrare di soppiatto nel vino, nella testa del produttore. Ho trovato l’origine nella lingua ebraica di cui il significato é “Il Signore é misericordioso”. Lí mi sono fermata con la ricerca, ma la mia rutilante immaginazione é partita con una serie di accoppiamenti inossidabili legati a questo nettare. Ora mentre ne scrivo mi é venuto in mente quando ho acquistato questa bottiglia. Due anni fa, a novembre, in pieno lock down. A dire il vero ne comprai diverse di bottiglie, una scorta che, come si evince dalla scelta, é ancora presente.

Ricordo anche la degustazione e la motivazione per cui lo portai via. Questo vino rosso pugliese é prodotto con Primitivo in maggioranza e Susumaniello, due vitigni che non frequento molto, ma che con l’occasione avrei potuto conoscere. Oddio, é passato un po’ di tempo, ma così a voler essere leggeri siamo sempre nel caos, per cui credo di essere sempre in quella fase. Cristiano Guttarolo é campano e con il suo sogno di diventare un artigiano nelle vigne, va a studiare ed imparare da un vero punto di riferimento per questa scelta: Antonio De Gruttola di Cantina Giardino. Poi, come si dice, “impara l’arte e mettila da parte”, il nostro sognatore nel 2004 decide di trasferirsi in Puglia, a Gioia del Colle, nella Murgia barese. Un posto unico per qualità pedoclimatiche. Un altopiano a 400 metri sul livello del mare, fertile, ventilato e con una composizione calcarea. È il posto delle gravine, che sono i nostri canyon formati da erosioni carsiche. In alcuni punti raggiungono la profondità di 200 metri. E tutto questo non a caso ovviamente, ma a casa, visto che il nonno non si é mai spostato da lì. Da lui riceve i primi 2 ettari di vecchi vigneti di 30 anni coltivati ad alberello con dominanza di Primitivo. Converte tutto in biologico. La sua filosofia artigianale lo porta ad una agricoltura sinergica dove l’accordo tra flora e fauna possa fare una selezione naturale, senza interventi. 

Pianta anche altre tipologie di uve come Negramaro, Susumaniello e Verdeca. Ma in quella zona sarebbe innaturale non coltivare il grano, visto che poco  più a nord c’é Altamura, patria del grano duro, con tanto di pane DOP. Così oltre alle vigne ha allargato gli ettari fino a 40 per coltivare lì anche quello nella qualità di Senatore Cappelli.

Però il vero amore é proprio il Primitivo che riesce a diventare, a differenza della zona di Manduria, meno concentrato e potente, lasciando lo spazio ad aromi e freschezza inaspettati. Mi sono meravigliata molto all’assaggio. Nella mia testa mi aspettavo una parte alcolica e calda dominante ed invece, ho sentito finezza, mineralitá ed addirittura una affascinante nota balsamica. Per non parlare poi della beva, suadente e mai dominante. Per fare i suoi vini Cristiano Guttarolo, da curioso come é, cerca di affrontare tutti i contenitori possibili, dall’acciaio, al legno passando per l’anfora di terracotta. Non gli interessa la certificazione biodinamica, ma anche in cantina lavora con lo stessa pratica. Lieviti indigeni, nessun controllo delle temperature, macerazioni sulle bucce.

Devo dire che l’incontro ravvicinato con questo vitigno e le Cantine Guttarolo hanno fatto davvero breccia e mi ha portato per l’ennesima volta a ribadire quanto non possa bastare solo leggere per comprendere le caratteristiche di un luogo o di un vino. Sono la sinergia dei sensi che in un viaggio temporale, ti portano seduta lì, nell’aia della masseria con il cappello di paglia mentre un leggero vento comincia a salire.

Cantine Guttarolo, 70023 Gioia del Colle (BA).

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