Siamo tutti inevitabilmente (e a volte anche irrimediabilmente) avvolti dalla nostra routine quotidiana; lavoro, casa, scuola, spesa… Tutti i nostri variegati impegni ci impegnano le attività, fisiche e mentali, della maggior parte della nostra giornata. E che ci piaccia oppure no, la routine si ripete inesorabilmente giorno dopo giorno, lasciandoci poco tempo disponibile per rilassarci un attimo.

Per far interrompere il flusso di pensieri e di preoccupazioni che vagano senza possibilità di uscita dal nostro cervello, c’è solo un’unica soluzione: evadere. Lasciare che tutto ciò che è intrappolato nella nostra mente fuoriesca senza fermarlo, o quantomeno riuscire a trovare un escamotage, un trucco, abbastanza potente da ingannare il nostro cervello e fargli credere che siamo senza pensieri.

E qual è il miglior trucco al mondo esistente che ci consente di evadere mentalmente? Semplice: piazzarci davanti ad un qualsiasi schermo (che sia della televisione o quello del nostro telefono) e guardare un film o una serie televisiva. Ed ecco la prossima domanda: qual è la serie televisiva italiana che da alcuni anni a questa parte sta tenendo incollati agli schermi migliaia di persone, soprattutto i giovani? Ovviamente Mare fuori.

“Mare fuori”. Tutti la conoscono, tutti la vedono, tutti ne parlano

La serie tv è oramai arrivata alla sua quarta stagione e la si può trovare disponibile, così come le precedenti stagioni, sulla piattaforma streaming di RaiPlay, ed è innegabile sostenere che è diventata un vero e proprio fenomeno culturale, soprattutto tra i giovani ed i giovanissimi. Tutti la conoscono, tutti la vedono, tutti ne parlano.

Per i pochi che non hanno visto (ancora) nessun episodio, si tratta di una serie televisiva che ruota attorno alle storie dei/delle ragazzi/e rinchiusi/e nell’IPM di Napoli. Ragazz* che hanno sbagliato, che devono cambiare e crescere, pronti ad innamorarsi ed ad infrangere le regole del carcere se lo ritengono necessario. Durante tutti gli episodi, dal primo agli ultimi, si ripercorrono piano piano le vicende che li hanno portati ad essere rinchiusi; si vedono i loro cambiamenti che avvengono proprio dentro il carcere, grazie all’aiuto del personale che crede che loro possano cambiare veramente.

E vedendo gli eventi di cui fanno esperienza questi/e ragazzi/e, si capiscono anche i loro sentimenti che come un mare in tempesta (come quello che vedono fuori dalle loro celle) li travolge e, a volte, li paralizza. E trattandosi di adolescenti questi sentimenti, queste emozioni sono amplificate il doppio rispetto al normale; vengono sbattute in faccia allo spettatore, che inevitabilmente si ritrova coinvolto.

Tante storie, tutte diverse

Man mano che la storia va avanti, è bello notare come i/le ragazzi/e cambiano rispetto al momento esatto in cui sono entrati/e. Il cambiamento non avviene sempre in meglio, purtroppo. Le storie raccontate sono tante e tutte diverse, e non tutte hanno un risvolto positivo. Questa però è probabilmente la vera unicità della serie: racconta la realtà dei fatti. Racconta di omicidi compiuti da minorenni, di violenza fisica, psicologica e verbale, racconta di vendetta e di legge del branco, di stupro e tossicodipendenza; ma racconta anche di amore, amicizia, pentimento, responsabilità e voglia di una vita migliore.

Mare fuori è tutto questo. La sua visione merita una grande attenzione perché maneggia dei temi delicatissimi e caldi. Guardarla ci fa capire che la libertà che abbiamo nelle scelte che compiamo ha delle conseguenze (che spesso dimentichiamo).

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