La nostra vita quotidiana, la realtà che viviamo ogni giorn,o è intrisa di simboli che richiamano più o meno direttamente ad antiche tradizione ed alla mitologia.
Un dei simboli più evocativi, dal tempo senza inizio è sicuramente quello della mela.                      

Alimento che accompagna l’umanità dai suoi albori (già presente nel Neolitico), originaria dell’asia Centrale, la prima segnalazione scientifica dell’albero di melo selvatico, Malus sylvestis si deve al Botanico russo Nikolai Valivov che nel 1929 localizzò nella zona forestale in Kazakistan, nei pressi di Almaty, l’Eden della Mela selvatica, il cui nome antico, Alma-Ata, significa letteralmente, il padre della mela.

Appartenente alla famiglia delle Rosaceae , comprende in natura molteplici specie (sylvestris, domestica, pumila etc.) sia da frutto che ornamentali, e si presenta, come un arbusto o albero dalle piccole dimensioni, che può superare anche i 10 mt. di altezza. 

La mela, nella tradizione popolare antica è il frutto sacro alla Grande Dea Madre, simbolo dei doni da lei dispensati all’umanità. Il frutto tagliato a metà, in senso orizzontale, presenta al centro un pentalfa (una stella a 5 punte inscritta in un cerchio) tradizionale simbolo del sapere e teorizzato da Pitagora come principio universale, considerato simbolo sacro con valenze mistiche, fisiche e filosofiche. 

Nelle varie mitologie ed in molte leggende, la mela appare sovente come un frutto dell’altro mondo, donato agli uomini da divinità o da esseri fatati.

È diventato il frutto dell’Albero della Conoscenza, che colto da Eva e condiviso con Adamo, una volta mangiato li farà scoprire nudi, causando loro la cacciata dal Giardino dell’Eden, divenendo così nella tradizione cristiana, simbolo del peccato originale, ed in una visione più ampia, l’atto liberatorio che porta l’essere umano, alla conoscenza del bene e del male e alla conquista del libero arbitrio.

È anche il pomo d’oro dell’albero del giardino delle Esperidi, capace di donare l’immortalità.

Che si parli dunque del frutto d’oro degli dei o della rossa, succosa ed avvelenata mela che ammalia la protagonista della favola popolare europea, Biancaneve , sempre e da sempre è frutto leggendario e simbolo dal grande significato.

La mela e il mito

Tra tutti i miti, che la vedono protagonista assoluta, uno dei più affascinanti è sicuramente quello legato alla dea Eris, dea della discordia, e del relativo pomo d’oro. Dea minore della mitologia greca, per Omero era figlia di Era e Zeus e sorella di Ares, mentre tra le altre versioni una di queste, la vede come divinità preolimpica e frutto dell’unione incestuosa tra Notte ( la notte terreste ) e suo fratello Erebo (notte del mondo infero) entrambe figli delle divinità primigenie Caos e Caligine.

Descritta da Virgilio nell’Eneide come dea dall’aspetto demoniaco e dalla personalità oscura, è figura ricorrente nella narrazione mitologica e, tra le vicende che la vedono protagonista, la più affasciante è sicuramente quella relativa al pomo della discordia.

Il mito narra che Eris, non invitata al banchetto nuziale di Peleo e Teti e già precedentemente bandita da Zeus dall’Olimpo, a causa della sua propensione a seminare zizzania tra gli dei, sentendosi rifiutata e furibonda per tale esclusione , attua la sua vendetta. 

Coglie una mela d’oro dall’albero nel giardino delle Esperidi, i cui frutti, ricordiamolo, erano in grado di donare l’immortalità e, dopo aver scritto su di essa: “alla più bella”, la lancia tra gli invitati al banchetto nuziale, lasciando che a contendersela siano Era, Atena e Afrodite.

Zeus, affida al mortale Paride, al quale era riconosciuta l’abile capacità di equo giudizio e limpidezza di pensiero, l’infausto compito di decidere a chi tra le tre dee, consegnare la mela, attribuendole, implicitamente, il titolo di più bella. Sappiamo tutti che la prescelta fu Afrodite, che in cambio promise a Paride, l’amore eterno di Elena, la donna mortale più bella della terra, mettendo così le basi di quella che sarà poi la guerra di Troia…tutto, a partire da una mela!

Ma che centra, vi chiederete, tutto questo con la proprietà benefiche di questo frutto?

Il legame tra mito e proprietà benefiche

Il fil rouge che lega mito, simbolo e tradizione antica a piante e frutti ed alle loro proprietà benefiche e terapeutiche, mi ha sempre profondamente affascinato e questo, è quanto mai vero per il melo. Come scrivevo in un precedente articolo

la relazione alle volte è così intima che è difficile distinguere se sia stato il mito a condurci alla scoperta delle proprietà curative della pianta, o se siano state quest’ultime a generare il mito!” .

Una mela al giorno toglie il medico di torno – recita il proverbio della nostra tradizione popolare e si sa, i proverbi non mentono mai!

Il frutto del Malus domestica, apporta tantissimi benefici al nostro organismo, con la sua azione antiossidante, conta la presenza di 14 aminoacidi, un significativo apporto di sali minerali e vitamine, in particolare di vit. C. Contiene inoltre 13 tipi di carboidrati tra cui la pectina, che svolge un’azione prebiotica, favorendo la proliferazione dei batteri amici nel nostro intestino impedendo al contempo la crescita di quelli patogeni. Contrasta iperglicemia, diabete e ipercolesterolemia, in quanto la sua capacita gelificante, richiama a sé, trattenendoli, non solo acqua, ma anche colesterolo e zuccheri, impedendone l’assorbimento da parte del corpo e, favorendone l’eliminazione attraverso le feci. Ma non è tutto; la pectina della quale la mela è ricca, agisce come un vero e proprio spazzino all’interno nel nostro sistema gastrointestinale, garantendo l’eliminazione di quelle sostanze tossiche che inevitabilmente assumiamo con il cibo, che più a lungo permangono nell’intestino, più favoriscono l’insorgere di patologie anche importanti, soprattutto del colon-retto, cosi come emerso in diversi studi clinici, tra qui quello pubblicato sullo Swiss Medical Weekly, che ha dimostrato la capacità della pectina di assorbire il Cesio, un isotopo radioattivo, presente in cibi contaminati, evitandone l’assorbimento a livello intestinale, purtroppo frequente nei bambini “Cernobyl” in Ucraina e Bielorussia.

Ricca di bioflavonoidi, presenti prevalentemente nel pomo, svolgono un’importante azione di protezione vascolare. La buccia è ricca di sostanza antiossidanti come gli antociani e flavoni tra i quali, la quercetina nel caso di mele rosse.

Chi ha dunque per primo riconosciuto la mela come elisir di lunga vita? Le Esperidi che ne custodiscono gelosamente l’albero nel loro giardino, o i nostri nonni dando vita così al famoso proverbio? Che sia il mito a precedere la tradizione o che siano state le conoscenze empiriche della tradizione a creare il mito, poco importa: la mela è uno dei i frutti più salutari di cui madre natura ci ha fatto dono.

Sin dai tempi antichi nella tradizione erboristica, trovano impiego la polpa, la buccia, i fiori, la corteccia di tronco, le radici e le foglie. La moderna letteratura al riguardo è piuttosto ampia, supportata da diversi studi scientifici, che mettono in evidenza i molteplici componenti chimici e le loro proprietà.

In particolare voglio citare il gemmoderivato di Malus sylvestris ed il rimedio in floriterapia di Bach , Crabb Apple rimedi che rimandano per caratteristiche e azione terapeutica ai miti ed ai simboli ai quali la mela è indissolubilmente legata.

Le parti preziose della pianta

Per quanto riguarda il gemmoderivato o meristemoterivato le parti della pianta utilizzate sono: boccioli, gemme, radichette, scorza interna di radice e di giovani rami.

La principale azione biologica è quella antiossidante così come per il frutto. A livello di metabolismo lipidico e lipoproteico, ricuce il colesterolo totale, aumenta l’HDL, riduce l’LDL e regolarizza i trigliceridi, per questo viene spesso impiegato come coadiuvante nel trattamento di patologie dismetaboliche. Nel metabolismo ormonale è un regolatore degli ormoni steroidei, cosi come di estrogeni e progesterone con un comportamento di tipo progeston-like, per questo spesso utilizzato per il trattamento delle turbe nella sindrome premestruale, ed in pre e post menopausa. Del resto la tradizione popolare lo riconosce, come già detto, come frutto sacro dedicato alla Grande Madre, e nella mitologia è sempre legato a figure femminili, in tal senso è quindi uno tra i rimedi più indicati, per trattare i disturbi femminili in genere. 

L’organotropismo sull’apparato cutaneo poi, ne fa un alleato per trattare quegli inestetismi causati da impurità come l’acne giovanile e la dermatite seborroica, ma anche, vista l’azione tonificante e rassodante sui tessuti, come rimedio per contrastare i segni dell’età, in accordo con il mito di eterna giovinezza!

Molto importante anche il suo utilizzo in ambito cardiovascolare (in gemme) come protettore del tessuto vascolare in genere e regolatore di tensione e permeabilità della parete dei capillari, riducendo quei disturbi di tipo vasomotorio (vedi Gemmoterapia – Fondamenti scientifici della Moderna Meristemoterapia – di Nicoletti e Piterà, editore Nuova IPSA). E’ tonico del sistema nervoso centrale, fortifica nervi, ottimo rimedio in caso di astenia mentale ed intellettuale, nella difficoltà di concentrazione e nella diminuzione della memoria, rimandando a quelle qualità come lucidità di pensiero, capacità di concentrazione e di decisione, che ci ricordano l’equo giudizio di Paride

Infine il rimedio di floritrapia di Bach, Crab Apple. Questo rimedio è ottenuto da estrazione per bollitura di fiori di Malus pumilia, altra qualità di melo selvatico.

Il fiore trova indicazione soprattutto sul piano psichico, in quei casi in cui la persona è dominata da un sentimento di inadeguatezza, di rifiuto di sé e della propria corporeità, che tanto ricorda il senso di rifiuto vissuto dalla dea Eris. Il soggetto si presenta come animato dalla ricerca di una purezza ideale, maniaco dell’ordine, della pulizia, ha paura della malattia, dei germi, dei batteri, di essere contagiato non solo a livello fisico dagli altri ma anche dai suoi stessi pensieri quando questi sono aggressivi o triviali verso gli altri, vissuti come sentimenti oscuri, tossici ed inquinanti (l’attitudine propria di Eris di seminare discordia unita al  sentimento di vendetta che la anima). Per questo vive nella continua ricerca di perfezione, con una maniacale ossessione per la pulizia, verso di se e verso l’ambiente. 

Ed è proprio in soccorso di questa condizione disarmonica, che il rimedio Crab Apple, è in grado di riportare in equilibrio la persona, favorendo in essa il recupero di una visione d’insieme e liberandola dall’ossessione per il particolare

Questo rimedio sottile, sostiene e promuove l’accettazione del proprio corpo, la disintossicazione da pensieri tossici, nonché  l’elaborazione della paura della morte e della malattiauna purificazione dei pensieri, così come una purificazione del corpo, ad opera anche del frutto , come abbiamo già visto, ed ancora una volta in accordo con quel mito che vede la mela, simbolo di conoscenza, discernimento, vitalità e amore.

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