E’ chiaro a tutti: stiamo vivendo di nuovo una fase di grande criticità, data dall’altissimo rischio di una guerra nucleare. Non è la prima volta. E’ già successo: forse i più giovani non lo hanno ancora studiato, ma i più vecchi ricordano la crisi dei missili a Cuba, quel braccio di ferro tra John Kennedy e Nikita Chruščёv che portò il primo a posizionare armi nucleari in Europa (Italia e Turchia) e ad organizzare la fallimentare invasione della baia dei porci a Cuba (per rovesciare il governo di Fidel Castro) e il secondo a rispondere con il posizionamento di missili nucleari sovietici sull’isola.

E’ il 1962: l’escalation durerà parecchi mesi, fino ai giorni caldi dell’ottobre, quando alcune foto di aerei spia confermano la presenza di armi atomiche a L’Avana. Si prospettano allora quattro possibili reazioni: un bombardamento a tappeto dell’isola, un intervento dell’Onu, un blocco navale o un’invasione militare dell’isola.

E così il 22 ottobre il Presidente degli Stati Uniti John Kennedy, in un celebre discorso rimasto storico, annuncia la drammatica decisione di un blocco navale, che viene chiamata quarantena, perché il termine “blocco navale” avrebbe potuto scatenare una risposta militare di Mosca. In sostanza si bloccavano, via mare, i rifornimenti da parte dell’Unione Sovietica all’isola di Cuba.

Quel discorso determinò un crescente stato di panico generale, che indusse tantissime persone, governi e amministrazioni ad assicurarsi una possibile via di fuga in rifugi antiatomici.

Fu allora che in Italia si recuperarono i sotterranei del Monte Soratte, nei pressi di Roma, che in epoca fascista erano stati creati come rifugi antiaerei per Benito Mussolini. Una delle più importanti opere di ingegneria bellica in Italia, lunga oltre quattro chilometri. Quei sotterranei furono ristrutturati dalla Nato per trasformarli in rifugi antiatomici ed ospitare, in caso di emergenza, il Presidente della Repubblica.

Oggi quel labirinto di sotterranei sotto il monte Soratte è visitabile grazie all’impegno della Libera Associazione Culturale Santorestese Bunker Soratte, secondo un calendario disponibile sul sito ufficiale, dandoci così l’illusione che lo spettro di una guerra nucleare sia ormai solo un brutto ricordo.

La nuova crescente minaccia nucleare

L’illusione, già. Perché negli ultimi mesi stiamo di nuovo vivendo quella crescente tensione, stavolta provocata da Vladimir Putin che, fin dall’inizio della guerra in Ucraina, avanza velate minacce sull’uso del nucleare. Minacce che col passare del tempo si fanno sempre più credibili.

Tra le minacce più serie, secondo la Nato, c’è la possibilità di testare un missile sottomarino, di nome Poseidon, attrezzato con testata atomica. Il test potrebbe essere attuato nel Mar nero.

Il cuoco e lo zar: Prigozhin e Putin

Ma sono i fatti delle ultime ore che stanno facendo precipitare gli eventi: l’alzata di testa del leader della brigata Wagner Prigozhin ha messo in luce la debolezza di Putin, e sono in tanti i commentatori e gli analisti a temere una spropositata reazione di Putin che, ricordiamolo, gira sempre con una valigetta nera contenente i codici per attivare le armi nucleari, e che non perde occasione, come si può vedere in questo video, per ricordare che il suo Paese dispone di armi nucleari.

Ci aspettano giorni difficili, che neanche gli analisti più acuti sono in grado di prevedere. E tuttavia è proprio dell’aiuto di bravi analisti che dobbiamo avvalerci per cercare di capire i giorni che verranno. Come ad esempio Jack Caravelli, uno dei massimi esperti internazionali di geopolitica, che insieme a Jordan Foresi, giornalista di Sky TG24, nel libro La minaccia nucleare, esplora tutte le variabili di questa mortale geografia dell’atomica, spaziando dalla superpotenza atomica degli Stati Uniti al sofisticato arsenale intercontinentale della Cina, dall’incombente minaccia iraniana che sta attrezzandosi in questa direzione, al rafforzamento atomico della Russia, fino alle ambizioni della Corea del Nord di Kim Jong-un.

Gli equilibri geopolitici che si fondavano sul principio della deterrenza sembrano non essere più sufficienti a garantire la pace. E le schegge impazzite come Evgenij Prigožin possono far saltare all’improvviso questa fragile condizione di precarietà.

Condividi: