Incontrare Paola Capata significa entrare tutto d’un fiato nel mondo dell’arte contemporanea attraverso uno dei suoi principali attori. Nel panorama nazionale infatti, la Galleria Monitor fondata da Paola Capata si posiziona come portatrice sana di una serie di esperienze e progetti dichiaratamente interessanti e soprattutto innovativi. Un’antesignana in grado di cogliere il tempo prima dei tempi, scrutare nuovi mondi, comprendere l’unicità artistica tra mille volti e cornici.

Paola Capata rende nota subito la sua triplice anima, quasi funambolica, e si dichiara gallerista, imprenditrice e talent scout. Per ognuna di queste identità dovremmo declinare l’esperienza accumulata nel corso degli anni. Basti oggi ricordare però che Paola Capata è gallerista, e attraverso un occhio molto critico all’arte contemporanea va alla ricerca di nuovi talenti che porta in scuderia, permeando col suo gusto e il suo giudizio critico i fruitori di arte.

Paola Capata, Roma, 48 anni, nasce da padre abruzzese e mamma marchigiana. La sua storia artistica prende le mosse da uno stage a Palazzo delle Papesse a Siena con Sergio Risaliti. “Prima esperienza sul campo”, dichiara.

Dopo l’università, passava intere giornate tra chiese e mostre di arte contemporanea: “non avevamo soldi ed era l’unico modo per vedere arte gratis”, racconta. Da giovane la sua penna era richiesta da alcune testate giornalistiche quali Zero, Exibart, Arte e Critica, Time Out.

Poi? Roma, dove apre il suo primo spazio 20 anni fa. Dal 2003 al 2008 le sedi sono state diverse: in prossimità delle Mura Aureliane, poi Porta Cavalleggeri, poi ancora Palazzo Caproni dove il cortile interno e 50 metri quadri rappresentavano le uniche cifre di una nuova avventura.

Oggi Monitor ha cambiato sede e vi aspetta in Via degli Aurunci 44 a Roma, e dopo il successo dell’esposizione Paura della Pittura, ecco arrivare Parasite Soufflé dell’artista Oscar Giaconia, un percorso ispirato all’iconografia del parassita in cui la figura di un pescatore assume i connotati di una recrudescenza teratologica, animata da caratteri deviati che rasentano l’inverosimiglianza.

Parasite Soufflé ha già varcato i confini nazionali, soprattutto se si considera che un mese fa la galleria è stata visitata da due ospiti di caratura hollywoodiana: stiamo parlando del James Bond contemporaneo Daniel Craig e sua moglie Rachel Weisz.

La mostra Venice Time Case

Dal 28 giugno all’8 settembre 2023 Monitor vi aspetta con la mostra Venice Time Case di Luca Massimo Barbero. L’idea prevede che 50 artisti producano un dipinto da racchiudere in una delle 5 valigie realizzate per l’occasione: un progetto itinerante che verrà ospitato in diverse sedi prima di trovare la sua collocazione finale in museo.

Ma da dove viene questa visione artistica che permette a Paola Capata di essere così consapevole nello scegliere chi può raccontare meglio i nostri anni? La sua è una capacità acquisita nel corso del tempo. Nel 2012 infatti Paola Capata si stabilisce a New York dove il suo made in Italy si concentra nell’allestimento di mostre pop up, affitto di spazi e ricerca di realtà interessanti oltreoceano.

Nel 2017 invece il suo estro sbarca nella Penisola Iberica e apre Monitor Lisbona, una nuova realtà in cui l’usus agendi di Paola Capata consiste nel rispettare il tessuto connettivo locale, fare studio visit e rintracciare il parterre culturale di quella terra.

“In Portogallo funziona molto l’arte locale”, dichiara. Nascono così le prime mostre tra cui Land and Purpose di Sergio Carronha, primo artista portoghese ad essere assoldato, e poi la collaborazione con Eugenia Mussa, classe 1978 nata a Maputo in Mozambico, ma portoghese d’adozione.

Oltre a Roma e a Lisbona, Monitor ha un’altra sede in Abruzzo, più precisamente a Pereto, piccolo paesino dal sapore medievale non distante da Carsoli (AQ). Lo si raggiunge facilmente percorrendo l’autostrada Roma – Pescara ed è lì che, tra pietre silenti, il borgo si anima con opere site specific che rientrano nel progetto Straperetana in arrivo con la prossima edizione dell’8 luglio 2023, e da esposizioni a Palazzo Maccafani sede locale della Galleria.

Paola Capata è una storica dell’arte e imprende nell’arte. Vuole precisarlo perché pensa che nel nostro Paese il lavoro di gallerista imprenditore sia qualcosa che non possa essere detto, debba essere sussurrato, quasi fosse ingannevole vendere opere d’arte.

E’ come se non venisse debitamente riconosciuto il ruolo connettivo ricoperto dai galleristi, capaci di mettere in relazione la produzione artistica contemporanea con il sostrato di fruitori che oggi investe e acquista opere d’arte.

L’idea culturale che è alla base del suo progetto iniziale risponde a una visione molto ponderata, da cui non si è mai discostata nel corso del tempo.

“La mia è una galleria di ricerca. Io so dove devo stare. È tutto molto bilanciato, non c’è un vorrei ma non posso. Non mi intestardisco a raggiungere degli obiettivi che non mi appartengono. L’importante è che tu stai nel sistema, e che ci resti. Se la tua ossatura è quella, non puoi mettere la 46”.

Paola Capata ragiona da grande imprenditrice, ma poi cammina in scarpe di tela su cui cuce l’ideale concreto di un sognatore pragmatico.

Ma una talent scout come Paola Capata
come sceglie gli artisti da far emergere?

Si affida alla sensibilità, la propria sensibilità, la propria vita. È questione di feeling e di fiuto. Lei guarda il lato umano e personale dell’artista: è un piacersi reciproco. Instaura rapporti quotidiani, cerca affinità. Ci tiene a precisare che resta sempre lontana dalla vita personale: entra nella psicologia, nel modo di lavorare, in ciò che esprime l’opera, nel mondo intrinseco di chi produce arte. Studia i suoi artisti già prima di conoscerli, e solo dopo li incontra.

Oggi le gallerie sono i suoi musei, e tra i talenti che collaborano con Monitor citiamo alcuni grandi artisti: Elisa Montessori, Matteo Fato, Benedikt Hipp, Oscar Giaconia, Guido Van der Werve, Lucia Cantò, Maja Escher, Nicola Samorì, Pat O’Neill, Peter Linde Busk, Thomas Braida e molti altri.

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