“Se potessi scegliere una figlia, la sceglierei come te, non la sceglierei diversamente!”

Inizia così l’intervista a cuore aperto con mio padre, dopo otto anni dall’uscita dal tunnel dell’anoressia che non ha colpito solo me, ma tutta la famiglia, come del resto accade a chi soffre di disturbi del comportamento alimentare.

“Il genitore deve fare un’analisi per capire in che parte di quella situazione lui è colpevole. In una certa misura lo è sicuro, come lo siamo stati io e tua madre. Però è anche vero che in qualche modo ci sei cresciuta così, con questa debolezza, per quante difficoltà si possano avere, è una sorta di carenza di fondo”.

Fondamentale il supporto della famiglia

Ognuno è costruito in maniera diversa, questo è vero, ma chi si fa tante domande, è un prezzo che paga, è un costo, perché chi non si fa le domande vive meglio, ma vive superficialmente. In questa malattia c’è una parte senz’altro patologica che va curata attraverso l’ausilio di medici e specialisti e poi c’è una parte in cui è fondamentale il supporto della famiglia. Quando ti va a fuoco casa la prima cosa è prendere gli estintori, poi è successivamente che si contano i danni.

Mio padre, la malattia, comprensione e vicinanza

Non bisogna essere indulgenti verso sé stessi, attribuendosi delle non colpe, ognuno ha i suoi limiti e le sue responsabilità.
Vedi, quando un genitore non capisce a fondo un figlio è una sconfitta. E’ difficile? Certo, se lo definiscono il mestiere più difficile del mondo un motivo c’è! Quindi è importante stargli vicino, capirlo, con la consapevolezza di essere stato in qualche forma parte del problema. Che cosa puoi fare per lui? Eliminare il surriscaldamento prima di arrivare all’incendio.

Babbo, oggi secondo te come sto?
Sei la bella copia di una fotografia che però è sempre la stessa, sostanzialmente sei sempre tu, con le idee più chiare, con la voglia di vivere, di costruire. Di certo hai superato la patologia. E’ chiaro che la sensibilità rimane sempre la stessa, i pericoli che corri tu sono sempre superiori rispetto ad un altro. Hai riscoperto certamente la parte migliore di te stessa. Hai voglia di fare, hai focalizzato i valori della vita, il peggio è passato, ma fai sempre attenzione perché chi ti vuole fare del male sa come colpirti, proprio per la tua eccessiva sensibilità.

Questo l’ho compreso a distanza di anni e in effetti è così, il mio più grande pregio è anche il mio più grande difetto. Il fronte sul quale sono più vulnerabile, ma che sto imparando a gestire.
Quando tu ti guardavi allo specchio e ti preoccupavi di quello che gli altri pensavano, eri troppo sensibile ed insicura, perché per te contava di più il parere degli altri quando in realtà conta innanzitutto il TUO. Devi accettarti per quello che sei, così come gli altri si mostrano per ciò che sono. Sei quello che sei, non devi essere un’altra.

In occasione della giornata nazionale contro i disturbi del comportamento alimentare che si celebra ogni anno il 15 marzo, consulta tutti gli eventi dedicati alla Settimana Lilla.

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