Sanremo e depressione: quali canzoni ne parlano senza ambiguità
Nel Sanremo delle polemiche la vera rivoluzione si fa sul campo della depressione, di cui si parla in 3 (anzi 4) canzoni. E un podcast di Niccolò Fabi esplora il tema con grazia.
Nel Sanremo delle polemiche la vera rivoluzione si fa sul campo della depressione, di cui si parla in 3 (anzi 4) canzoni. E un podcast di Niccolò Fabi esplora il tema con grazia.
È innegabile che il festival di Sanremo2023 sia stato uno dei festival più carico di messaggi politici degli ultimi anni. Dalla distribuzione dei fiori a tutti senza distinzione di genere (per la verità già iniziata l’edizione precedente) al bacio tra Fedez e Rosa Chemical, passando per il monologo sui ragazzi dell’IPM Nisida di Francesca Fagnani, alla presenza della presunta no-vax Madame, quasi ogni esibizione portava con sé un retropensiero più o meno visibile e che ha scatenato reazioni più o meno positive a seconda della tematica toccata.
C’è un tema però che era estremamente presente su quel palco ma che, come spesso accade, ha fatto ben poco rumore, ed è quello della salute mentale di cui qui su Rewriters amiamo parlare spessissimo.
Tre sono state le canzoni che parlavano espressamente di depressione, più una quarta, quella di Marco Mengoni, che raccontava di un dialogo intenso tra conscio e subconscio. E se da un lato nelle canzoni, per la loro struttura melodica e per le licenze di scrittura dei testi, non era così immediato il richiamo alla salute mentale, decisamente più esplicito lo è stato nelle interviste e nelle parole degli artisti che hanno anticipato o seguito le esibizioni.
Il primo ad aver parlato di depressione in modo trasparente è stato Francesco Kekko Silvestre, frontman dei Modà che, dopo un paio d’anni di silenzio proprio a causa dell’oscuro male, è tornato a cantare. Al primo ascolto la sua Lasciami sembra una canzone d’amore ed è stato lo stesso Silvestre a confermarlo: “ho cominciato a parlare alla depressione come se fosse una donna e come tutte le donne porta aspetti positivi nella tua vita ma può anche farti incazzare di brutto” ha dichiarato in un’intervista.
La sua è una canzone sincera, in cui “lasciami” diventa una richiesta quasi gentile a quella malattia che lo ha fatto soffrire ma che, a suo dire, gli ha anche insegnato tanto. In una sua intervista post festival Kekko ha raccontato di come per due anni avesse giustificato alla figlia la sua assenza dalle scene dicendole di avere mal di gola: “un giorno – ha detto con un’enorme leggerezza che a me personalmente ha fatto bene al cuore – siamo andati dall’otorino perché lei aveva le placche alla gola e, quando il medico le ha dato le medicine, lei gli ha chiesto se poteva darle anche a me perché erano due anni che non cantavo per il mal di gola”.
La depressione arriva dalla paura e devi affrontarla, perché stando sul divano non guarisci, affrontandola, invece, ti rendi conto che oltre alle paure ci sono le cose belle, che sogni, che per quanto ti possano far paura sai che affrontandole puoi arrivare a un risultato.
Francesco Silvestre
Per Mr. Rain, invece, chi combatte e cerca di superare una sindrome depressiva può essere considerato un supereroe, soprattutto se è in grado di chiedere aiuto. Un messaggio fortissimo per abbattere lo stigma: Mattia Balardi non pronuncia mai la parola depressione nel suo brano e tuttavia il messaggio è chiarissimo, tanto da portare Gianni Morandi, co-conduttore del Festival, a pronunciarla chiaramente durante la presentazione della terza serata.
Il terzo brano tocca una depressione un po’ diversa ma non meno importante e diffusa: quella post-partum. Levante, al secolo Claudia Lagòna, racconta la sua personale battaglia per ritrovare il suo equilibrio di donna e di artista, dopo la nascita della figlia Alma Futura. Il titolo Vivo, in apparente contrasto con il tema della canzone, è in realtà un’esortazione a riappropriarsi della propria vita, della propria mente e del proprio corpo. In una parola a sentirsi vivi nonostante la depressione faccia di tutto per non farlo.
Infine, nonostante non ci siano riferimenti espliciti, anche la canzone vincitrice del Festival di Sanremo2023 Due Vite di Marco Mengoni è un pezzo importante per aumentare la consapevolezza dell’importanza della salute mentale. Il pezzo infatti parla di rapporti – ha spiegato Mengoni in un comunicato – mettendo al centro la relazione più intima, quella con se stessi.
Ma anche in questo caso il messaggio più potente è dato dalla leggerezza con cui, in un’intervista a Domenica In, mentre spiegava il senso della sua canzone e di questo dialogo interno, Mengoni ha dichiarato “non per altro, da ormai sette anni, un’ora a settimana la dedico per parlare con me stesso e non me la devono togliere, non mi devono mettere altro [in agenda ndr]” dando così la misura di quanto la psicoterapia non sia un’esclusiva dei pazzi.
E a proposito di musica e di psicologia vi consiglio il podcast Meno per meno realizzato da Niccolò Fabi in collaborazione con Maura Gancitano e Andrea Colamedici, filosofi e divulgatori del progetto Tlon.
E’ un progetto che nasce dopo incontri e momenti di condivisione su argomenti che spaziano dalla società al linguaggio, passando per la filosofia e la cultura. Niccolò Fabi e i Tlon (Maura Gancitano e Andrea Colamedici) si incontrano per approfondire queste temi. 10 puntate / incontri che partono come spunto dalle 10 canzoni che Niccolò Fabi ha scelto per celebrare i suoi 25 anni di carriera, compiuti nel 2022.
Le sue canzoni diventano scintilla per affrontare tematiche disparate in un momento di confronto slow, per realizzare un viaggio tra menti che danno peso e attenzione alle parole.