I grandi successi musicali piovono dal cielo. In epoche diverse, il successo è stato sancito in maniera molto differente. Fino ai primi del Novecento e all’avvento della registrazione del suono, tutto era delegato all’esecuzione in concerto di un brano e alla sua popolarità e diffusione fra il pubblico. Pensate ai brani della dinastia Strauss nel regno austro-ungarico, alle sinfonie e arie verdiane in Italia.
Dopo sono diventate lentamente sempre più importanti le vendite di dischi (in vari supporti), affiancate prima dalla radio (un tempo potentissima), poi dalla televisione. Solo in Italia, abbiamo avuto programmi radiofonici molto famosi, Bandiera Gialla, Hit Parade, Dischi caldi, in epoca più recente programmi tv come Superclassifica Show, Disco Ring, Hitlist Italia, per non parlare di quello che accadeva in Inghilterra con Top of The Pops (programma della BBC, in onda continuativamente dal 1964 al 2006).

Con il progressivo declino delle vendite di supporti fisici (vinile, CD, ecc.) e la crescita del mercato digitale (prima in download, poi col diffondersi dell’accesso ai brani in streaming che sta sostituendo il possesso), il mondo della musica e il successo sono radicalmente cambiati, velocizzati. In televisione, le grandi scoperte passano per i talent, diffusi in tutto il mondo. La radio ha perso molto potere, ma resiste.
Contano parecchio i social media, oppure piattaforme video come YouTube che hanno fatto scoprire talenti inizialmente autoprodotti, fino al recente TikTok, una piattaforma che ospita brevi video (di 15, massimo 60 secondi, con effetti speciali, filtri, musica) spesso insignificanti, forme di auto-esibizione, che in maniera supercompressa è stata utilizzata come in precedenza veniva usato YouTube, più distesamente.

Nel corso del 2020 alcuni grandi successi sono nati su TikTok: da un lato anche le case discografiche hanno osservato questo fenomeno, pescando artisti e mettendoli sotto contratto; dall’altro grandi artisti (un caso storico, per tutti, quello del settantottenne Paul McCartney) hanno sfruttato al balzo TikTok per promuovere un nuovo prodotto e magari comunicare con un pubblico che non si sarebbero mai sognati di raggiungere altrimenti, tendenzialmente giovane, se non giovanissimo (69% degli utenti concentrato fra i 13 e i 24 anni).

Di fatto, su TikTok oggi ci sono giovani e meno giovani, coi loro piccoli video, la crescita degli utenti e la diffusione e condivisione dei video è stata esponenziale e Instagram ha dovuto correre ai ripari con Reels.
Quest’anno TikTok (app disponibile in oltre 150 Paesi) ha raggiunto i 100 milioni di utenti attivi in Europa (un miliardo nel mondo, 80 milioni negli USA, 8 milioni in Italia a luglio 2020, dov’è in crescita del 377% rispetto al 2019, cui aggiungere 500 milioni solo in Cina dov’è attivo con un’altra denominazione, Douyin). Qualche problema TikTok in quattro anni di vita ce l’ha avuto: autorità di diversi Paesi hanno ritenuto che attraverso l’app il governo cinese controllasse e usasse impropriamente i dati rilasciati all’iscrizione dagli utenti, il presidente Trump ha minacciato di vietare TikTok negli USA, in India dopo il conflitto al confine con la Cina l’app è stata vietata.

Da un’analisi fatta sul territorio britannico, 176 diversi brani postati sulla piattaforma nella sola Inghilterra hanno sorpassato il miliardo di visualizzazioni, molti di questi hanno raggiunto posizioni elevate nelle classifiche d’Inghilterra e Stati Uniti, a volte in tutto il mondo. Per la nuova musica, questi media sono fondamentali: non sempre i grandi numeri sanciscono la qualità, ma la diffusione e la popolarità sì, di brutto! Paul Hourican, Head of Music Operations di TikTok in Inghilterra, ha trionfalmente dichiarato: “Il 2020 è stato l’anno nel quale la musica è partita da TikTok, guidando le scoperte musicali e il coinvolgimento dei fan per tutti gli artisti, dai talenti emergenti alle superstar globali. I nuovi artisti hanno avuto gran voce sulla nostra piattaforma e i grandi nomi hanno trovato nuove, autentiche e creative maniere di raggiungere e coinvolgere i loro sostenitori”.
Questo vale sia per i video e i brani lanciati dalla piattaforma, sia per i brani che possono essere inseriti come colonna sonora di un qualsiasi video creato sulla piattaforma. In Inghilterra gli account più seguiti sono stati quelli di due artisti, Sam Ryder (ha postato cover di brani famosi) e Hrvy (ha postato brani originali, cover e duetti coi suoi fan).
Un artista che ha ottenuto grande successo nel più vasto mondo discografico è Yungblud, arrivato al primo posto in classifica in UK fra gli album. Dua Lipa è stata l’artista con i brani di repertorio più inseriti nei video degli utenti, una star che sta cavalcando rapidamente tutti i media. Andrew Lloyd Webber ha reso disponibili i suoi celebri successi per i tik tokers: si parla di accordi contrattuali, licenze, che producono ricchezza e nel contempo accelerano la diffusione e la popolarità crescente della piattaforma. Agli antipodi, in Nuova Zelanda il successo mondiale della ventenne Benee è partito dalla pubblicazione su TikTok di un singolo, Supalonely. L’elenco dei fatti sarebbe interminabile, localmente e globalmente.

Per chi ha visto successi durare 50-60 anni, simili lampi sono il fenomeno di un attimo, ma è ovvio che tra questi ci sono anche talenti veri, destinati a durare, altri a finire nell’arco di un mese. Oggi funziona così: chiunque ha a disposizione di tutto, abbastanza facilmente, per produrre e autopromuoversi. Il diffondersi della tecnologia, abbastanza democraticamente, ha permesso tutto ciò.

Il livello medio di ogni produzione e autoproduzione musicale è cresciuto, con risultati estremi, verso l’alto e pure verso il basso. Sto cercando di fantasticare, in positivo, per capire che cosa può accadere: dopo TikTok, che cos’altro può arrivare? Prossimo step?

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