Da diverso tempo lavoro spesso, per spinta interiore o per richiesta esterna da parte di biblioteche, scuole e associazioni, con i libri per bambini e bambine, ragazze e ragazzi, sullo stereotipo di genere ed in particolare mi vengono richiesti interventi sulle biografie e sui libri che raccontino storie di donne.

In questi anni molti passi avanti sono stati fatti dall’editoria rispetto a questo tipo di proposte eppure in alcuni casi mi pare che i passi in questo senso abbiano portato più indietro che avanti e provo a spiegarmi: a fronte di libri di grande qualità, non moltissimi a dire la verità e tra poco ne citeremo alcuni, molti sono stati quelli invece che cavalcando il tema del genere, e della giustissima e sacrosanta necessità di creare una riscrittura di queste narrazioni tra maschile e femminile, hanno di fatto creato dei libri che sono prodotti editoriali che rinsaldano uno stereotipo.

Libri per bambine e libri per bambini?

Pensare libri per le bambine, che siano brutte, brave, ribelli o come volete voi o come il mercato ce le propone, è secondo me comunque un pensiero che separa e che non fa efficacemente scudo allo stereotipo di genere. Sono pensati, appunto, come libri per bambine, non libri per lettori e lettrici indifferentemente dal sesso, ed in questo credo che non facciano poi molta differenza con quell’idea del mercato che ci propone giochi per maschi e giochi per femmine (certo poi c’è da valutare i contenuti di queste proposte ma non vi sembra già così di primo acchito un’idea pregiudiziale?).

Credo invece che giocarsi la forma letteraria della biografia e giocarsela al maschile ed al femminile e, ancora di più, giocarsela senza creare nuovi stereotipi possa essere decisamente più efficace sotto ogni aspetto: chi l’ha detto che una bambina per contrastare lo stereotipo debba essere ribelle? Perché non raccontare storie di bambine e ragazze per ciò che sono e sono state senza che ciò implichi una ridefinizione stereotipata? Come si fa questa cosa?

Io penso che il genere biografico abbia in questo senso moltissime possibilità, perché attraverso il potere della letteratura riesce in vari modi, quando è letteratura vera, a farci vivere vite diverse e assumere punti di vista diversi; può non solo e non tanto creare dei role model diversi, siano essi maschili o femminili, ma può suggerire implicitamente delle possibilità di esistenza validi per maschi e per femmine, leggibili da ragazze così come da ragazzi senza che uno dei due generi si senta di troppo.

Faccio un esempio: creare un percorso di lettura che metta insieme libri come quelli della bellissima collana di Donne nella scienza di Editoriale Scienza, la stupenda Marie Curie nel paese della scienza edita da Orecchio acerbo col lavoro superbo di illustrazione di Claudia Palamarucci, Libere e sovrane le donne che hanno fatto la costituzione edito da Settenove, (ovviamente ce ne sarebbero tantissimi altri) ed insieme biografie di uomini che hanno fatto la storia, o anche solo dato il proprio piccolo contributo ad essa, che sia nello sport, nella musica, nella scienza, credo sia molto efficace per creare delle inferenze, delle deduzioni, dei pensieri che portino i lettori e le lettrici a trarre delle conclusioni non indotte a priori. Grazie alle storie potranno rilevare degli sbilanciamenti numerici, le difficoltà attraversate, le storie in cui alcuni elementi ritornano come un leit motiv e sarà questo prendere atto ed elaborare in prima persona che davvero porterà ad un movimento di pensiero. Molto di più, a mio parere, che generare percorsi di lettura, e non solo, rivolti esplicitamente al femminile ed alle donne. La lettura è per tutti e deve essere di tutti e vissuta da lettori e lettrici in pari modo, è l’effetto che la lettura – educatrice silenziosa e non esplicita – produce che crea il cambiamento, o almeno lo agevola, nel pensiero delle lettrici e dei lettori.

La proposta dunque è quella di lavorare sulla biografia, in ogni ambito letterario possibile (con libri di divulgazione esplicita ma soprattutto con romanzi, racconti, albi illustrati, poesie) lasciando che le vite emergano grazie alla mediazione narrativa e che da qui si moduli il punto di vista e si combatta a livello profondo lo stereotipo di genere. Chiudo citando una delle ultime poesie di Bruno Tognilini da Magari edito da Camelozampa con le illustrazioni di Giulia Orecchia.

Magari faranno bambine e bambini
Il calcio la danza ma senza confini
I giochi son veri, son vari e son pari
C’è posto per tutti…. magari!

Nella letteratura, nei libri, nelle storie, così come nella vita, c’è davvero posto per tutti e a a lottare per il posto delle bambine e delle ragazze, e poi delle donne, devono essere tutti. Crescere lettori e lettrici è un passo imprescindibile perché ciò accada.

Condividi: