Cosa dovrebbe fare un intellettuale dopo i massacri feroci della polizia contro gli studenti di Pisa? Qualcuno risponde non ci sono parole invece i poeti le parole devono averle sempre, è l’unica speranza, l’unica cura, l’unica responsabilità civile, l’unico abbraccio, l’unica resistenza. Mentre scorrono le immagini dei tg dei pestaggi sui nostri figli, su un piccolo quaderno a righe scrivo questi versi:

I gas ci tolgono il respiro/ Le divise ci dividono dalla libertà/ Torturare il pensiero/ Cara Democrazia/ Colluttorio per politici dalla bocca cariata/ Batte botte scriveva un poeta pazzo/ Botte batte/ Batte ancora più forte il cuore degli studenti/ Alzano il pugno tenendo la Costituzione antifascista in mano/ È questo il fiore del partigiano canta un prete di strada/ Ma batte ancora botte/ E manganelli contro il pensiero/ Contro studenti, profughi e poveri cristi/ Operai/ Madri dal seno magro senza latte/ Padri senza una sveglia da far suonare/ La tela di Pellizza brucia/ Batte botte per tutti/ Botte e sputi sui figli pestati a sangue/ L’ombra della Diaz fuori da un liceo di Pisa/ Stelle cucite sulle divise sotto le macchie nere/ Intanto fumo una sigaretta nella sala d’attesa prima della chemio.

Pisa come la “Diaz” di Genova?

Il verso L’ombra della Diaz fuori da un liceo di Pisa credo sarà il titolo che darò a questa poesia e l’invito è ad andare a riguardare il film di Daniele Vicari, Diaz, non pulire questo sangue (Diaz – Don’t Clean Up This Blood) uscito nel 2012 in cui racconta i fatti accaduti alla scuola “Diaz” a Genova durante il G8 nel 2001.

La mia generazione ha visto un ragazzo manifestare per la libertà mettendo il suo corpo davanti ad un carro armato in piazza Tienanmen e rivedere questi nostri figli scendere per strada per manifestare per il diritto e dovere alla pace mi commuove. Questi nostri figli sono capaci di manifestare per salvare la terra, l’ambiente, per difendere la dignità di ogni tipo di diversità e per i diritti umani di altri popoli fratelli.

La vita non è uno scherzo

Questi figli hanno la forma delle parole della poesia di Nazim Hikmet Alla vita:

La vita non è uno scherzo/ Prendila sul serio/ ma sul serio a tal punto/ che messo contro il muro, ad esempio, le mani legate o dentro un laboratorio col camice bianco e grandi occhiali, tu muoia affinché vivano gli altri uomini/ gli uomini di cui non conoscerai la faccia,/ e morrai sapendo/ che nulla è più bello, più povero della vita./ Prendila sul serio/ ma sul serio a tal punto/ che a settant’anni, ad esempio, pianterai degli ulivi/ non perché restino ai tuoi figli/ ma perché non crederai alla morte [..].

Il poeta turco Nazim Hikmet

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