L’universo sonoro di C8 Alternative Current
C8 Alternative Current nasce come dj negli anni '90 come Francesco Ciotto ed è uno degli artisti della grande squadra di Jaywork Music Group.
C8 Alternative Current nasce come dj negli anni '90 come Francesco Ciotto ed è uno degli artisti della grande squadra di Jaywork Music Group.
Continua il viaggio di Trap & Rock nella musica, soprattutto elettronica. Non presentiamo, di solito, le star che tutti conoscono. Preferiamo concentrarci su artisti come C8 Alternative Current, che ha 48 anni. Nasce come dj negli anni ’90, come Francesco Ciotto ed è uno degli artisti della grande squadra di Jaywork Music Group, realtà coordinata da Luca Peruzzi e Luca Facchini. Il 9 febbraio 2024 su Rainbow Recordings, una delle tante label del gruppo, esce HighTown, il nuovo singolo di questo artista.
Dopo aver lavorato nei migliori locali della sua regione e dintorni, abbandonando la professione a metà degli anni 2000, C8 Alternative Current si è sempre più dedicato alla produzione musicale. E come? Costruisce e avvia diversi locali di successo nella riviera ligure, ancora oggi La Kascia ad Arenzano (Genova) è la sua opera principale. La sua musica, sospesa tra Nu Disco/Indian e Dance/Funky, è spesso vicina a sonorità alternative, la crea mescolando le influenze sonore che lo hanno influenzato negli anni.
C8 Alternative Current, che stai facendo di bello in questo momento dal punto di vista musicale e personale?
Il 2023 si è appena concluso regalandomi tante soddisfazioni, per il 2024 sono tantissimi i progetti in cantiere e le future collaborazioni. Dal punto di vista personale sto progettando un viaggio ad Amsterdam che crearmi nuove opportunità e farmi fare conoscenze stimolanti.
Ci racconti com’è nato il progetto musicale che pubblicherai a febbraio 2024 con Jaywork Music Group?
Il progetto è nato da un’ispirazione avuta in un viaggio che ha toccato diversi luoghi che potrei definire magici per la mia creatività musicale con sonorità molto più metropolitane rispetto al mio solito mood.
Ci racconti quali sono le tue radici musicali?
Nasco come dj negli anni novanta lavorando nei migliori club della mia regione e di quelle limitrofe., condividendo la consolle con i migliori deejay nazionali con lo pseudonimo di Francesco Ciotto. Erano gli anni della musica progressive che mi ha musicalmente formato, sonorità che tuttora contaminano le mie produzioni. La produzione musicale non mi ha mai abbandonato anche se l’ho praticata a corrente alternata, come dire… certi amori fanno giri immensi e poi ritornano.
Come ti presenteresti come artista a chi non ti conosce?
Consiglierei di ascoltarmi perché all’interno dei miei brani, sicuramente sono presenti le mie esperienze, le mie vocazioni e (ahimè !) il mio essere diversamente giovane.
Come vedi l’attuale panorama discografico e musicale?
Questo è un argomento di cui mi ritrovo spesso a discutere con mio figlio, la trap e la rap la fanno da padrone; credo che come tutte le mode debbano fare il loro percorso assicurando comunque uno spazio ormai assodato alla musica elettronica che anche le sue mille sfaccettature è sempre riuscita a mantenere una posizione sul panorama musicale.
A che punto ti senti della tua carriera?
Direi che dal punto di vista di produzione sono agli esordi, per colpa di quell’intermittenza di cui accennavo prima; per quanto riguarda il mio iter da dj lo considero felicemente realizzato.
Ci dici quali sono gli artisti musicali più importanti per te e perché?
Sono tutti nel panorama house, funky, nu disco: Purple Disco Machine e le sue fantastiche linee di basso, Angelo Ferreri per le sue affascinanti sonorità, Kungs per le sue strepitose melodie.
Che tendenze e/o novità ti sembrano degne di nota in ambito giovanile, in generale? Moda, videogiochi, arte… cosa ti stimola di più?
Mi stimolano i viaggi e l’arte naif. Nell’ambito della moda vedo che il mondo giovanile è attirato particolarmente dalle sneakers e da alcuni videogiochi che hanno influenzato persino il loro linguaggio e modo di divertirsi. Per quanto riguarda l’arte, credo che sia una cosa che si apprezzi meglio crescendo. Certo ci sono eccezioni, ma generalmente ci si avvicina all’arte con la A maiuscola solo da più adulti.