Che bello osservare la figura di Margherita Hack con le mani a cannocchiale che guarda la volta celeste. La targa apposta lì vicino riporta la frase:

Il cielo è sempre stato un libro aperto”.

La statua, dal titolo Sguardo Fisico, si trova sotto le querce di largo Richini, nei pressi dell’Università degli Studi di Milano, ed è stata installata proprio il 12 giugno in occasione del centenario della nascita di Margherita Hack.

Un’opera scultorea in bronzo realizzata da Sissi, artista dalla creatività proteiforme, vincitrice del concorso promosso per la realizzazione del progetto. Sissi, nativa di Bologna, ha realizzato una scultura fluida in cui Margherita Hack sembra fondere il suo corpo con la Madre Terra per proiettarsi nel cielo, quasi come anello di ricongiungimento tra sfera celeste e terrestre.

L’astrofisica Margherita Hack nella sua carriera si occupò soprattutto di spettroscopia stellare, concentrandosi sullo studio di uno specifico tipo di stelle, chiamate variabili Cefeidi, incredibilmente brillanti e dette variabili perché la loro brillantezza cambia nel corso del tempo.

Lavorò in Olanda e negli Stati Uniti; a Berkeley scrisse, insieme all’illustre astronomo Otto Struve fuggito dall’Unione Sovietica, uno dei suoi primi trattati Stellar Spettroscopy ancora oggi considerato un testo fondamentale per l’astrofisica.

Margherita non fu solo una donna di scienza, coltivò infatti diversi interessi, dallo sport alla politica.
Durante gli anni di studio vinse i Littoriali, che erano i campionati universitari durante il fascismo. Giocò a lungo a pallacanestro e poté vantare di essere campionessa di salto in alto (il suo record fu di 1,50 m) e in lungo (il suo record fu di 5,20 m). Era una grande tifosa della squadra di calcio della Fiorentina e amava la bicicletta.

Margherita Hack si candidò più volte nelle liste del Partito dei Comunisti Italiani con cui fu eletta, nel 2006, alla Camera, ma rinunciò al seggio per non abbandonare le sue ricerche. Fra le sue battaglie non possiamo dimenticare la campagna per il ritorno alla ricerca sull’energia nucleare e quella per i diritti civili delle coppie conviventi e omosessuali.

Era un’atea convinta e fu presidente onorario dell’Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti. A tal proposito ha scritto più di un libro. Il mio infinito. Dio, la vita e l’universo nelle riflessioni di una scienziata atea e Io credo. Dialogo tra un’atea e un prete con Pierluigi di Piazza.

Margherita Hack, una persona speciale a cui un pubblico ricordo andava giustamente riconosciuto, cosa che non possiamo dire per le tante donne a cui non è stato fatto alcun tributo; sono state mappate le statue pubbliche italiane, ne risultano solo 148 dedicate a donne.

Abbondano ovviamente le Madonne, di vario genere, ma sono pochissime le statue dedicate alle figure di donne speciali, ma non divine
La maggior parte delle statue rappresentano figure anonime collettive: mogli di qualcuno, partigiane, lavoratrici, emigrate o donne genericamente intese.
L’articolo di Eugenia Romanelli, In Italia non ci sono statue dedicate alle donne, analizza benissimo tale realtà.

Si presenta la stessa situazione anche per i nomi delle vie. Pare che in Italia solo il 6,6% delle strade sia intitolato a delle donne, tale toponomastica spesso fa riferimento alla madre di Gesù, rendendo ulteriormente inconsistente la già esigua percentuale.

I nomi delle strade, delle piazze e le statue raccontano la nostra storia; è ora di dare spazio anche a quella grande parte di storia scritta dalle donne!

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