Il Concorso Fotografico Idee Photo Contest, fondato da Anna Mola, photo-editor indipendente e creatrice dell’Agenzia amphotoideas.com, è nato per valorizzare nuovi talenti nell’arte della fotografia.

Nel corso degli anni, la collaborazione con spazi espositivi, associazioni, fotografi, docenti e riviste di settore ha permesso di creare una stretta relazione, tra competenza ed esperienza, per la nascita di una iniziativa che offrisse una vetrina agli autori emergenti che desiderassero far conoscere il proprio lavoro nel panorama italiano.

L’Edizione 2023, a tema libero per offrire il più ampio spazio possibile alla creatività personale, si è svolta in collaborazione con l’Istituto Italiano di Fotografia, e la Rivista Il Fotografo.

Barbara Pece, Nessuna direzione verso casa

L’Istituto Italiano di Fotografia, in realtà, è paragonabile ad un’università in grado di formare le allieve e gli allievi in modo che acquisiscano la sensibilità e le tecniche necessarie per sviluppare uno stile personale, affinché colgano la realtà e ne veicolino i significati, per dare vita a quelle idee che Idee Photo Contest è interessata a promuovere.

Questo il motivo per cui i progetti, delle vincitrici e dei vincitori, hanno avuto la possibilità di essere esposti all’Istituto Italiano di Fotografia, che da trent’anni si occupa di formazione professionale, in uno spazio didattico innovativo e sperimentale dove la fotografia è vissuta come un vero e proprio linguaggio espressivo di stile e innovazione.

Fino al 26 Settembre 2023 le opere che compongono Nessuna direzione verso casa, progetto che ha ottenuto la menzione d’onore a Idee Photo Contest, saranno esposte con la curatela di Anna Mola nella sede di Istituto Italiano di Fotografia e successivamente al Circuito Off da sabato 30 settembre a domenica 29 ottobre 2023 a Lodi, in contemporanea con il Festival della Fotografia Etica, che si svolgerà al Teatro alle Vigne in Via Cavour, 66.

Barbara Pece, Nessuna direzione verso casa

Nessuna direzione verso casa

Gli scatti che costituiscono il progetto di Barbara Pece dal titolo Nessuna direzione verso casa sono stati scelti per comunicare, con coerenza ed empatia, il sentimento dell’autrice al tempo in cui era ancora bambina e del suo percepirsi abbandonata in un mondo sconosciuto ed estraneo.

Il progetto è ambientato in una serra dismessa, luogo che ospitava la vita, la crescita e la speranza, uno spazio oggi non più utilizzato per lo scopo con cui nacque e per questo diventato inutile e invisibile. Barbara Pece lo rivaluta e rivitalizza utilizzandolo come teatro in cui proiettare le immagini della propria infanzia.

Per aver saputo raccontare la condizione di molti bambini, ancora oggi la giuria le conferisce la menzione d’onore”.

Barbara Pece, Nessuna direzione verso casa

Perché ragazze e ragazzi scappano da casa?
Spesso accade che ragazze e ragazzi, soprattutto durante l’adolescenza, decidano di scappare da casa. L’iniziativa di darsi alla fuga è da sempre considerata come l’unica possibilità per non fagocitare preoccupazioni, ansie, problemi e tutto ciò che li turba e che all’interno della famiglia non riescono, per motivi diversi, ad affrontare nel modo corretto. Le crisi, di qualunque natura od origine esse siano, implicano sempre delle scelte di vita che mettono inevitabilmente in difficoltà. Quelle definite evolutive o della crescita, che fanno parte della vita di tutti, si osservano soprattutto in corrispondenza delle situazioni di passaggio che, nel caso dei più giovani, riguardano l’infanzia e l’adolescenza.

Tutte le situazioni di crisi che coinvolgeranno la vita dei genitori faranno lo stesso, indirettamente, con quelle di giovani o adolescenti con due tipi di andamento: fisiologico, ossia la crisi acuta potrà venire superata o con le risorse biologiche, personali, sociali, spirituali che si possiedono o con le risorse professionali e di solidarietà dell’ambiente sociale in cui si vive; o patologico, ossia essere crisi croniche, che più cause ritardano o bloccano la loro risoluzione.

Nelle abitazioni, all’interno dei nuclei familiari, si verificano condizioni di difficoltà che potranno essere superate in tempi brevi, con le risorse di cui disponiamo individualmente a cui potremo attingere, o con un aiuto professionale a breve termine; e crisi invece che potranno essere superate soltanto con un maggiore investimento di tempo e con l’intervento a lungo termine di professionisti specificatamente formati, di politiche sociali e di mutamenti culturali di atteggiamento.

Barbara Pece, Nessuna direzione verso casa

Guardando il lavoro di Barbara Pece vi sarà difficile non provare una sensazione di disagio e tristezza nei confronti dello stato di degrado in cui versa la serra ammalata, abbandonata, percepita per prima attraverso l’immediatezza con cui giunge il cromatismo di un’immagine fotografica.

E’ alla serra che lo sguardo viene indirizzato ed è lei, la serra, quella che dobbiamo osservare spoglia e impoverita dall’assenza di ciò che un tempo la rendeva viva, accogliente e avvolgente da quell’umidità indotta per ottenere la particolare condizione che permettesse alla natura di vivere.

Lo sguardo, a quel punto, dopo che il colore ha già scompigliato i pensieri, sembra dimenticare per un istante l’involucro, la serra, divenuta a sua volta ospite ignara di apparizioni senza peso che, come attimi perduti, paiono riaffiorare in uno spazio triste e desolato, in assoluto e deplorevole degrado ma destinato ad assurgere a luogo in cui far rivivere il proprio passato.

Barbara Pece, Nessuna direzione verso casa

La riflessione di Barbara Pece sulle proprie fragilità emotive è una forte comunicazione fotografica sull’importanza dei fattori protettivi che la rete familiare e sociale hanno il compito di costruire come fondamenta della personalità dell’individuo.

Il messaggio funziona e si presenta per l’artista come la purificazione da un tempo scomodo per ri-coltivare la speranza di un definitivo distacco dal ricordo in quell’apparente semplicità discreta, indizio di vera profondità.

Di fronte a ciò che resta di un luogo dismesso, con niente o quasi niente che rimandi al suo dignitoso passato dove la struttura d’origine, oggi in gran parte distrutta, lascia intravedere il cielo tra i vetri squarciati e le erbacce che, penetrate ovunque, hanno invaso il terreno come gramigna, lo sguardo attiva riflessioni.

Quello stesso spazio, desolatamente muto e deserto in cui cresceva la vita, con le cure amorevoli desiderate da tutte le vittime del disagio interiore, accoglie la risalita di immagini come annotazioni raccolte che, ri-accolte con il sorriso buono verso ciò che è stato in un tempo ormai remoto e fuori scena, sono raccontate con delicatezza sulle superfici e sui diaframmi mobili; pagine già girate ma che continuano ad apparire perché ancora in grado di essere testimonianza.

Barbara Pece

Chi è Barbara Pece

Barbara Pece è una fotografa italiana nata a Mantova nel 1968. Dal 2009 si muove tra Genova e la sua città natale. Nel 1991 si è laureata in Scenografia all’Accademia di Belle Arti di Verona inserendo nel Piano di Studi il Corso Biennale di Fotografia, essendo uno tra i suoi primi interessi, allo scopo di completare il proprio viaggio interiore, affrontando il passato e le proprie fragilità; un viaggio in cui l’immaginario si combina con la realtà.

Ha collaborato per diversi anni nel settore degli Allestimenti e del Design e dal 2006 ha iniziato ad occuparsi di Arte a tempo pieno. Da membro della Fondazione Lorenzo Garaventa ha riunito diversi artisti del territorio genovese. Ha esposto le sue opere in mostre personali e collettive a: Verona, Castelfranco Veneto, Locus Animae al Lido di Jesolo, Castello di Nervi (Ge), Arte Genova, Affordable Art Fair a Roma e Milano.

L’autorizzazione alla pubblicazione di tutte le fotografie per questo Articolo su ReWriters è di Barbara Pece.

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