La nuova serie Netflix con Michelle Buteau ricorda, alle donne di ogni origine, età, peso, professione ed estrapolazione sociale, di avere valore.

Nel corso dei miei ventidue anni di vita, ho vissuto moltissimi episodi di bodyshaming: sono sempre stata presa di mira per via del mio peso, fin da bambina.  

Nel 2020, però, sono riuscita a cambiare la mia routine e il mio approccio con il cibo. Mangio meglio e, soprattutto, cerco di muovermi di più, ogni giorno. Ho ancora molto su cui lavorare: non mi piaccio completamente, ma, di sicuro, mi tratto meglio.

Recentemente, però, ho subito un tipo di bodyshaming velato… se così possiamo dire. Mi sono state dette tali parole: «Come sei bella, adesso che sei magra!», potrebbe non sembrare un insulto, ma… buongiorno, lo è.

Probabilmente, la persona che mi ha detto questa cosa non aveva cattive intenzioni, ma certe parole fanno riflettere… vuol dire che prima, con tutti i miei chili in più, non lo ero?

Ci si sente costantemente sbagliatə, costantemente di troppo, diversə, bruttə. Vi è un solo pensiero fisso nella propria mente: “sicuramente, stanno guardando me. Stanno ridendo di me alle mie spalle. Hanno ragione, sono orrendə, perché sono grassə”.

Si vive puntualmente con la convinzione che la vita possa migliorare solo dimagrendo. Vi dirò la mia verità: non è così. Certo, adesso mi guardo allo specchio più volentieri, mi tratto meglio, ma, la mia vita non è magicamente migliorata. Non è la taglia che indossiamo a determinare la nostra felicità e l’andamento della nostra vita, anzi… forse ero più felice prima.

Non sono qui per dare consigli a nessuno, non ne ho le competenze: ciò che voglio fare è parlarvi del self love, grazie ad una serie Netflix (ma ci sono moltissimi altri esempi cinematografici a riguardo) che ho scoperto da poco e che può essere d’aiuto per compiere un piccolo passo verso la piena stima di noi stessə.

Michelle Buteau: imparare l’autostima

La protagonista di Survival of the Thickest è la stylist afroamericana curvy Mavis Beaumont, interpretata dalla comica e attrice Michelle Buteau. La serie è tratta dall’autobiografia dell’attrice stessa, nella quale ripercorre la sua infanzia e la sua adolescenza caraibiche, il cattolicesimo, il trasferimento in New Jersey, i suoi disastri in amore e le sue esperienze da madre-lavoratrice.

La vita di Mavis ricomincia a trentotto anni, in seguito ad una storia finita male e, la donna decide di iniziare a mettere sé stessa al primo posto, dimenticando tutti i progetti che il suo ex non aveva mai avuto il coraggio di intraprendere.

Le scene iniziali del primo episodio danno immediatamente un insegnamento, un mantra che aiuta al ritrovamento della calma e della fiducia in sé stessə: “Sono degna, sono perfetta, sono abbastanza”. Fin da subito, possiamo notare la grande autostima provata dalla protagonista, che, con l’autoironia che la contraddistingue, si paragona all’emoji della coscia di pollo.

La stima di sé, però, svanisce nel momento di rottura con il partner, così come tutte le sue certezze, il suo lavoro. Perde la voglia di mostrare al mondo le sue capacità e si lascia scappare importanti occasioni lavorative a causa del suo cuore spezzato.

Inizia a pensare che la sua relazione sia finita a causa del suo corpo, a causa del suo peso, crede di doversi sentire fortunata di stare con un bell’uomo, nonostante il suo fisico.

In poco tempo, riesce a sollevarsi, a rimettersi in pista, soprattutto grazie al supporto dei suoi migliori amici e a nuove vivaci conoscenze. Proprio queste le permettono di esprimere le sue doti nel mondo della moda e raggiunge la sua prima cliente. Il resto è tutto un crescendo: tra storie amorose in bilico, un interminabile lavoro che ama e il continuo miglioramento personale della protagonista, la serie diventa sempre più travolgente, frizzante, piccante, ma anche d’aiuto, con una esuberante Michelle Buteau dalla grande personalità, che è anche produttrice della serie.

Mavis vuole gridare al mondo la bellezza che si cela in ogni corpo: «Voglio far conoscere il mio nome, voglio sfruttare la moda per vestire le donne, affinché amino il loro corpo» e proprio questo è ciò che accade. Mavis fa mille esperienze, mille risate e mille errori, ma poi capisce, comprende che la sua vita ha valore a prescindere dal suo partner, a prescindere dalle scelte che farà e a prescindere dalle vite degli altri: il suo valore non è inferiore a quello di nessun altro.

«Se avessi un solo desiderio, vorrei che pretendeste il meglio per voi stessi, sempre con la testa fra le nuvole, ovvio. Perché, quando diventiamo grandi, ce ne dimentichiamo e pensiamo di dover seguire una sola strada. Ma io spero che le più audaci fantasie che avete, diventino la vostra realtà più vera, perché sognare in grande dà valore alla vostra vita».

Il buio del bodyshaming

Non sentirsi all’altezza, non apprezzare il proprio corpo è una delle sensazioni più difficili da vivere e, al contempo, da superare. Ci si sente sempre imperfetti, costantemente in paragone con gli altri, facendo attenzione in ogni momento a mostrarsi con meno imperfezioni possibili.

Le ragazze, le donne (e, tristemente, anche le bambine) spesso cercano di trovare dei modi per sembrare più magre, per cercare di cancellare quei difetti, che tali non sono e non dovrebbero essere.

Molte giovani donne, spesso anche più piccole di me, mi raccontano le loro esperienze e il rapporto con il proprio corpo.

«Qualche giorno fa ho subito del bodyshaming da parte di una persona dalla quale non me lo sarei mai aspettata» una di loro mi ha rivelato «mi sono sentita gli occhi puntati addosso, anche se, a ripensarci adesso, nessuno avrà sentito le sue parole» ha continuato «sul momento, ho provato un mix di emozioni, mi sono sentita umiliata». Quello che fa più male è che siano parole uscite per sbaglio, in un momento di poca lucidità «ma questo non lo giustifica, anzi, è stata come una coltellata. Ho superato la cosa grazie alle persone che mi sono state accanto».

Proprio così: bisogna sapersi scegliere delle persone che non facciano caso al tuo fisico, che non te lo facciano vedere come un difetto.

Ciò che ho notato è che non basta essere sicuri, perché anche le persone con molta autostima possono uscire ferite da questo tipo di situazioni. Certamente, però, una buona base di autostima aiuta a ritrovare la pace, la felicità e la stabilità emotiva in seguito a certi episodi.

Ad esempio, anche io sto adottando il metodo del mantra di Mavis Beaumont, cercando, però di adattarlo meglio alla mia personalità: “sei bellissima, sei abbastanza, la felicità arriva e sarà tutto merito tuo”.

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