La Civica Raccolta del Disegno di Salò, che ha sede al MuSa, festeggia il suo quarantesimo compleanno con una esposizione, al piano terra, di centodieci opere su carta realizzate da cento grandi esponenti dell’arte italiana del ‘900.

Fino al 7 Gennaio 2024, La passeggiata della linea, questo il titolo della mostra curata da Lisa Cervigni e Anna Lisa Ghirardi, con Federica Bolpagni, presenta, attraverso un allestimento davvero degno di nota, disegni con vari temi e varie tecniche: grafite, pastello, matita, acquerello china, inchiostro, in alcuni casi interventi pittorici, tecniche miste e collage fino all’assenza totale del segno che scompare nella materia.

Il criterio espositivo è tematico con collegamenti e associazioni che lasciano l’osservatore libero di passeggiare di fronte alle opere selezionate.

Fotografia Augusto Rizza. Arrivabene Agostino

Studio per il secondo martirio di San Sebastiano, 2011
Tecnica mista su carta, Al. 60 x La. 42 cm
Acquisizione: donazione dell’artista, 2016, inv. 000736

Ma cos’è la Civica raccolta
del disegno di Salò

Nata nel 1983 da un’idea di Pino Mongiello allora Assessore alla cultura, è tra le più prestigiose collezioni di opere su carta in Italia. Attualmente costituita da più di 800 opere di artisti contemporanei soprattutto italiani dal secondo dopoguerra ad oggi.

Il primo nucleo della raccolta, grazie alla donazione di opere da parte di alcuni sostenitori, è stato progressivamente incrementato da acquisti e donazioni di artisti e collezionisti. La fondazione ha il compito di preservare il fondo collezionistico pubblico di opere prevalentemente su carta, promuovendone lo studio e la visibilità.

Fotografia Augusto Rizza. Sutherland Graham (1903 – 1980), Tartaruga, s.d.

Inchiostro di china acquerellato su carta, Al. 20,9 x La 21,7 cm., inv. 000593

La passeggiata della linea e Paul Klee

La passeggiata della linea, prende spunto da una citazione di Ernst Paul Klee, nato a Munchenbuchsee, in Svizzera, il 18 Dicembre del 1879 e morto a Muralto, in Svizzera, il 29 Giugno del 1940. L’artista della linea interpretava il disegno come l’arte di condurre un punto a fare una passeggiata e paragonava l’essere umano a un punto e la vita a una linea; più ricca sarà la nostra vita più articolata sarà la linea.

In questa ideale passeggiata del punto, dalla linea al segno, al disegno e al movimento, il gesto rappresenta qualcosa di significativamente ampio del lavoro artistico della tecnica: l’intenzione e assillo esemplificativo, dimostrativo e simbolico di un lungo tratto della storia dell’arte.

Il disegno custodisce da sempre la necessità di dare una voce forte e potente alla parola nell’urgenza di manifestarsi, poiché preme l’anima con quella pressione in grado di piegare il segno ad assolvere il desiderio profondo della lingua nel rappresentare, in forma schematica, l’orientamento delle espressioni vocali.

Fotografia Augusto Rizza. Nicola (1977), Senza titolo, 2007

Puntasecca, pigmenti e carboncino su carta.

Al. 92,3 x La. 64,3 cm., inv. 000647, Acquisizione: donazione dell’artista, 2012

Dalla figurazione all’astrazione, dall’informale alla sintesi progettuale, dalla materia alla sua sublimazione in parola e quindi concetto sono le sezioni allestite nelle sale e nei corridoi del museo salodiano, specchio di una produzione che si afferma nell’evoluzione del rinnovamento dei differenti linguaggi di stile che si affacciano sulla scena artistica intrecciati alle vicende storiche vissute dai protagonisti.

Una serie di opere dedicate ai volti, alla tensione psicofisica e al dramma esistenziale rappresentano lavori che hanno avuto l’indiscussa possibilità di accedere a specificità che, a diverso titolo anche esemplari e lontani dal raccontare studi per altre colte esecuzioni di una storia del disegno e di intenzioni, al Musa irrompono presentando ruoli e verità che continuamente rappresentano alleanze e scontri fatti e disfatti caoticamente in sublime armonia.

Tra eros e dramma il corpo femminile diviene teatro della fusione di seduzione e malinconia: al tema del paesaggio è dedicata un’ampia sala, grandi sono gli esponenti della poetica dell’Informale, differenti le declinazioni della poetica astratta, infine una nutrita sezione è dedicata ai disegni preparatori, con molti esempi di progettazione scultorea e architettonica.

Ai linguaggi dei disegnatori del passato si affiancano quelli degli artisti contemporanei quasi come punti di continuità; nuove posizioni che, nel prosieguo della sperimentazione nel proprio percorso, si presentano con nuovi equilibri dove il sentimento dello stile emerge come lava da quell’inevitabile premere quotidiano dell’esistenza, non per ripetere le cose visibili ma per renderle visibili in pensieri che procedono per immagini di comunicazioni intersoggettive.

Tutti gli artisti:

Carla Accardi, Natale Addamiano, Afro Basaldella, Vincenzo Agnetti, Arcangelo, Agostino Arrivabene, Vasco Bendini,Valentina Berardinone, Giorgio Bertelli, Renato Birolli, Alighiero Boetti, Arturo Bonfanti, Clara Bonfiglio, Maurizio, Bottarelli, Luigi Broggini, Corrado Cagli, Giuseppe Capogrossi, Aldo Carpi, Alik Cavaliere, Mino Ceretti, Pietro Coletta,Gianni Colombo, Pietro Consagra, Pirro Cuniberti, Dadamaino, Enrico Della Torre, Fulvio Di Piazza, Filippo De Pisis, Maurizio Donzelli, Piero Dorazio, Gianfranco Ferroni, Giosetta Fioroni, Lucio Fontana, Attilio Forgioli, Franco Francese, Antonella Gandini, Lino Gerosa, Giandante, Domenico Gnoli, Nedda Guidi, Piero Guccione, Renato Guttuso, Marco, Jaccond, Eduard Habicher, Paolo Icaro, Angelo Landi, Massimo Levati, Osvaldo Licini, Carlo Lorenzetti, Piero Manai, Pompilio Mandelli, Giacomo Manzù, Andrea Mariconti, Vittorio Matino, Gino Meloni, Fausto Melotti, Franco Meneguzzo, Marco Mirzan, Albano Morandi, Ennio Morlotti, Antonio Mottolese, Anton Zoran Mušič, Giulia Napoleone, Mario Nigro, Nunzio, Claudio Olivieri, Claudio Parmiggiani, Pino Pascali, Remo Pasetto, Tullio Pericoli, Piero Pizzi, Cannella, Concetto Pozzati, Mario Raciti, Regina, Bepi Romagnoni, Romolo Romani, Mimmo Rotella, Nicola Samorì, Antonio Sanfilippo, Antonio Scaccabarozzi, Emilio Scanavino, Livio Scarpella, Mario Schifano, Mario Sironi, Atanasio Soldati, Giuseppe Spagnulo, Graham Sutherland, Orfeo Tamburi, Tancredi Parmeggiani, Giorgio Tentolini, Armando, Tomasi, Jorrit Tornquist, Ernesto Treccani, Valentino Vago, Tino Vaglieri, Grazia Varisco, Emilio Vedova, Claudio Verna, Alberto Viani, Gianfranco Zappettini.

Fotografia Augusto Rizza. Boetti Alighiero (1940 – 1994), Senza titolo, 1987

Tecnica mista e collage su carta intelata Al. 100 x La. 70 cm., inv. 000112
Acquisizione: donazione della Galleria Nuova Città – Brescia, 1988

Il percorso, accuratamente studiato da Lisa Cervigni e Anna Lisa Ghirardi, con Federica Bolpagni, si arricchisce sorprendentemente anche dei lavori del contemporaneo Roberto Ciroli.

I suoi protagonisti grotteschi e ironici, come spettatori funamboli, passeggiano sospesi su leggeri fili di ferro ed elementi in sospensione. Simulando le sensazioni di noi osservatori, fatti di carne e ossa, davanti alle opere su carta, osservano, spiano, contemplano spazi e disegni. L’artista ha installato, nei luoghi dell’esposizione, le sculture che realizza partendo dalla cellulosa di cui si compone la carta e che per questo creano un:

“fil rouge che percorre la mostra trasformandola da supporto a materia”.

“Si tratta di sculture anti-monumentali, leggere e in bilico, metafora della natura umana in perenne precario equilibrio”.

Fotografia Augusto Rizza. Roberto Ciroli, Dieci femori a rischio, particolare.

Installazione composta da cinque personaggi sui trampoli, 2023, cartapesta e ferro.

In questo procedere di pensiero in pensiero, che si muove indipendente da qualunque ostacolo, gli artisti spaziano con lo spirito nel terreno e nell’ultraterreno in antitesi con l’impotenza della fisicità del corpo. Fu proprio Paul Klee in Teoria della forma e della figurazione. Vol. I, uscito a Monaco nel 1921, ad affermare:

Questa capacità dell’essere umano di spaziare a piacimento, con lo spirito, nel terreno e nel sovraterreno, in antitesi con la sua impotenza fisica, costituisce la più profonda tragedia umana: la tragedia della spiritualità. La conseguenza di questo coesistere d’impotenza corporea e mobilità psichica è la dicotomia dell’essere umano.
L’umano è per metà prigioniero, per metà alato; ognuna delle due parti, in cui è lacerato il suo essere, accorgendosi dell’altra, prende coscienza della propria tragica incompiutezza.

Fotografia Augusto Rizza. Roberto Ciroli, Dieci femori a rischio, particolare.

Installazione composta da cinque personaggi sui trampoli, 2023, cartapesta e ferro

Tuttavia, in virtù di questa propria tragica incompiutezza, stimolo incessante alla creatività dell’artista, La passeggiata della linea al MuSa è di estremo interesse.

Fotografia Augusto Rizza. Emilio (1922 – 1986), Senza titolo, 1959
Pennarello e grafite su carta matita su catalogo Al. 16,9 x 24 cm., inv. 000167
Acquisizione: 1991 1990 su catalogo

Capaci sono le opere di renderci immediatamente coscienti dell’umanità dei sentimenti attivi, quando il confronto con la realtà, da esperienza interiore, spinga ad assurgere come problema umano.

Sede del MuSa, Museo di Salò (BS) – www.museodisalo.it

Via Brunati 9 – Salò (Brescia) info@museodisalo.it – 0365 20553

Fotografie di Augusto Rizza autorizzate per la pubblicazione sulla Rivista ReWriters dalle curatrici.

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