English version below

La mostra permanente Conflitti e adattamenti. Arte estone dell’era sovietica (1940–1991) al Museo dell’Arte dell’Estonia di Tallinn racconta tanto della storia del paese. La mostra è una delle varie proposte per interpretare l’arte estone della seconda metà del XX secolo. 

Il sovietismo, le conseguenze sociopolitiche della Seconda Guerra mondiale e la trasformazione della società estone sono elementi complessi per essere raggruppati in un’unica definizione. Il realismo socialista stalinista, la critica e la ribellione a una presenza comunista in ogni aspetto della vita e perciò anche dell’arte, rimasero punti elementari dell’identità del paese fino agli anni Ottanta. Oggi, lo sforzo di definire tale movimento porta il visitatore in un viaggio del tempo, che ci fa capire l’eredità dell’autorità sovietica. 

L’esposizione non differenzia arte ufficiale da arte non ufficiale, poiché queste due esistevano in contemporanea. La mostra racconta i cambiamenti politici e ambientali di quegli anni in Estonia, della resistenza dell’arte contro un regime sovietico e della difficoltà a definire un movimento singolo. 

Il museo, fondato nel 1919, fu sempre un luogo di dialogo sul come raccontare e preservare la storia artistica del paese. La trasparenza e l’onestà dei fondatori nel concludere che l’arte come specchio di una realtà in mozione sia l’unica possibile risposta, rende il museo un luogo unico. E ci ricorda anche di non denudarsi davanti alle complessità odierne, ma invece di raccontarle per come sono, così anche da farne tesoro attraverso gli anni.

ENGLISH VERSION

Estonian Art Museum: A Journey Through Estonian History

The permanent exhibition “Conflicts and adaptations. Estonian Art of the Soviet Era (1940–1991)” at the Art Museum of Estonia in Tallinn tells a lot about the country’s history. The exhibition is one of various proposals to interpret Estonian art of the second half of the 20th century. 

Sovietism, the sociopolitical consequences of the Second World War and the transformation of Estonian society are complex elements to be grouped into a single definition. Stalinist socialist realism, criticism and rebellion against a communist presence in every aspect of life and therefore also of art, remained elementary points of the country’s identity until the 1980s. Today, the effort to define this movement takes the visitor on a journey through time, which makes us understand the legacy of Soviet authority. 

The exhibition does not differentiate ‘official’ art from ‘unofficial’ art, since the two existed at the same time. The exhibition recounts the political and environmental changes of those years in Estonia, the resistance of art against a Soviet regime and the difficulty in defining a single movement. 
The museum, founded in 1919, has always been a place of dialogue on how to tell and preserve the artistic history of the country. The transparency and honesty of the founders in concluding that art as a mirror of a reality in motion is the only possible answer makes the museum a unique place. And it also reminds us not to bare ourselves in front of today’s complexities, but instead to tell them as they are, so as to treasure them over the years.

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