Ho messo il passato in una scatola. Ne ho presa una bella, chiara, con dei fiori rosa e celesti, abbastanza piccola da poterla trasportare, abbastanza grande da contenere tre amori.

Ci ho infilato dentro tutto ciò che avevo di loro, e foto e scritti e dischi, parole e musica ben riposte, ordinate. Senza emozione ho raccolto sentimenti passati, uno sull’altro, uno dentro e contro l’altro.

Ogni cosa nostra che è stata noi, carica di energia, ora sta lì, sotto al coperchio, fredda e opaca da non volerla più guardare. Avevo paura di farlo, e invece ho imparato che il passato si può chiudere, si può archiviare e che non è un peccato, non c’è dolore, solo un’ombra di malinconia affettuosa, e quanto vi ho voluto bene, e quanto, quanto male ne è venuto! E ora via, in alto sullo scaffale, arrivederci forse a un’altra epoca.

Oggi ho messo il mio amore passato in una scatola. Oggi non sono esattamente più la stessa. Più leggera, più vecchia, più calma e decisa salgo in punta di piedi per raggiungere il punto più alto della libreria. E proprio lassù trovo un libro sulla Magnani.

Ci sono persone che mi fanno muovere, libri che mi fanno scrivere, quadri che mi fanno dipingere. Ci sono attrici che mi fanno recitare. Anna Magnani è un riferimento assoluto, un modo, un tipo. Sapeva esattamente cosa stesse facendo, era competente. Aveva talento.

Era brava nel lavoro Anna Magnani, ma non era capace di vivere serena. Aveva un figlio bellissimo, e questo figlio aveva un problema, e lei era dura e amorevole, ma non era brava. Si innamorava e veniva lasciata. Nonostante la sua grandezza, doveva proprio essere insopportabile, qualche volta. Poi è morta. A Roma le hanno dedicato una strada. In salita.

Non lo so se mi sarebbe piaciuto conoscerla, il mito mi deve rimanere irraggiungibile, non è bello scoprirgli delle piccolezze, delle debolezze umane. Il mito è e deve restare altrove, non va raggiunto.

Detto ora pare che bestemmio, ma è adesso che mi è venuto in mente: anche io sono stata lasciata su un ripiano in alto, ed è proprio qui che sta la differenza. Ieri ne sarei morta. Oggi so che si può vivere.

Ve lo consiglio: La Magnani, di Patrizia Carrano, edizioni Lindau. Hai visto mai, dovessero venirvi delle idee?

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