Nicolas Zappa è un attore instancabile ed entusiasta, oltre che profondamente serio e preparato. Oggi lo incontriamo per conoscere i suoi nuovi progetti ed ascoltare i consigli che ha per chi è ancora più giovane di lui.

Presto sarai a Palermo per il nuovo spettacolo di Claudio Collovà per il Teatro Biondo di Palermo dove aprirai la stagione della sala Strehler. Dopo un gigante come Celine come torna Nicolas Zappa ad affrontare Dostojevskji?
Piangendo! Ovviamente scherzo, ma sono, come hai giustamente detto tu, dei giganti della letteratura mondiale e bisogna entrare nel loro mondo in punta di piedi e con il massimo rispetto. Io mi lego molto al senso profondo delle loro parole.
Il mio personaggio Raskòl’nikov
in “Delitto e castigo” di Fëdor Michajlovič Dostoevskij, rappresenta la mente umana sempre in conflitto tra istinto e ragione. È un personaggio complesso, anarchico, che rifiuta la società e le regole imposte da quella che è definita la maggioranza. Studiandolo ci si interroga su cosa sia il bene e cosa il male. Affrontare tutto ciò è molto complicato, quindi cerco di approfondire il più possibile l’argomento studiando su altri testi (storici e filosofici per esempio) e guardando il più possibile film che possano aprirmi la mente a riguardo. Poi Raskòl’nikov è descritto molto bene nel romanzo, quindi cerco di assomigliare il più possibile a lui nelle azioni (ciò però non ha nulla a che fare con il sistema Stanislavskij). Con Collovà è già la terza collaborazione al teatro Biondo, prima con “Fratelli”, tratto dal romanzo di Carmelo Samonà, e poi con “Viaggio al termine della notte”, di Celine. Quest anno invece porteremo in scena “Delitto e Castigo” dove interpreto Raskol’nikov. Con me in scena gli immensi Sergio Basile e Serena Barone. Lo spettacolo sarà poi portato al Mercadante di Napoli nel mese dì Gennaio.

E’ solo un buco nell’acqua

Poi in previsione ci sono due spettacoli romani, il primo si intitola È solo un buco nell’acqua, regia e drammaturgia di Simone Corbisiero e l’altro è Generazione Pasolini con la regia e la drammaturgia di Marta Bulgherini. Chi sei in E’ solo un buco nell’acqua? Questo spettacolo da un anno gira diverse piazze, da Roma alla Puglia alla Basilicata, torna a Marzo al teatro Tordinona, e qui sono “l’accompagnatore”, chiamato così perché accompagnatore di un non vedente (interpretato dal mio amico fraterno Antonio Monsellato) e di entrambi non conosciamo i nomi. Nel corso della storia, sulla linea di “Finale di partita”, si sviluppano le dinamiche tra i due: scopriamo che sono amici di infanzia e che il luogo in cui si trovano in realtà è un non luogo, ma la proiezione della mia mente che deve fare (finalmente) pace con i fantasmi del passato.

Nicolas Zappa nei panni di Pasolini

E in “Generazione Pasolini”?
Questa è facile! Sono Pasolini! O meglio un Pasolini che torna per un po’ in terra per capire come la società di oggi si sia evoluta. Ma è veramente così? Ci siamo evoluti rispetto agli anni di Pasolini e alla sua critica alla società dei consumi o siamo andati “solo avanti”? Insomma, ci interroghiamo su ciò che siamo oggi con uno sguardo sul passato. Con questo spettacolo abbiamo vinto la rassegna di ‘Salviamo i talenti’ del Teatro Vittoria che ci metterà in cartellone nel mese di maggio. Sempre con Marta stiamo lavorando ad un nuovo progetto che sarà in scena al Teatro Studio uno di Roma nel mese di febbraio.

In tutto questo, la settimana scorsa hai passato il provino di selezione del corso di alta formazione del Teatro Due stabile di Parma. Cosa andrai ad approfondire?
Lo stabile di Parma prevede sei mesi di alta formazione teatrale (con uno sguardo anche al cinema). Si metteranno in scena diversi spettacoli con diversi registi di livello nazionale e internazionale all’interno degli spazi della fondazione. Oltre a docenti che verranno per una formazione più tecnica. La cosa bella è la continuità di lavoro (che spesso manca) e la consolidazione di un gruppo che va avanti insieme, che secondo me sono fondamentali per la crescita di un attore. Per me che ho studiato cinema al CSC è un’esperienza formativa incredibile.

Nicolas Zappa è molto giovane e già molto formato: con quali criteri scegli di partecipare ad un progetto e che consigli daresti a un giovanissimo studente di recitazione ?
Oggi sono arrivato al punto di scegliere i progetti, e i criteri cambiano in base alla mia esigenza umana del momento. L’unica cosa che non cambia mai è che scelgo progetti in cui credo. Non ho voglia di fare teatro per timbrare il famoso cartellino o per dire agli altri che sono un attore o che sono in scena. Però prima di questo c’è stata tanta gavetta. Ed è il consiglio che do ai giovanissimi: fare, fare e fare. Senza mai perdere la gioia e la curiosità di imparare. Ma soprattutto, quello che consiglio di più, è di mettere da parte l’ego! Con l’ego in teatro non si vince: facciamo parte di un progetto e per il progetto dobbiamo lavorare, senza pensare a chi fa altro. Come diceva James Dean “La gratificazione sta nel fare, non nei risultati.”

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